Capitolo 10

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Resto con le mani attaccate al tavolo per sorreggermi chiudendo gli occhi e imprecando mentalmente contro tutta la merda che si è venuta a creare nel giro di pochi attimi; com'è potuto accadere ? Dove diavolo erano le guardie del corpo di mio padre quando era su quel fottuto aereo ? Che siano state corrotte ? Che ci sia stato un attentato e che le abbia spiazzate?
Troppe domande e dubbi si formulano nella mia mente incasinata ma soprattuto una responsabilità immensa grava sempre di più sulle spalle, un peso troppo grande per una ragazza di 24 anni, un peso così imponente che sarebbe in grado di distruggere chiunque.
"Abigail " mi richiama dal mio stato indescrivibile mio zio poggiandomi una mano sulla spalla e facendomi voltare ; con occhi tremanti dalla paura e dall'ira lo fisso attendendo che dica qualcosa , qualunque cosa.
"Lo porteremo a casa. Vivo." Mi scosto lentamente dalla sua presa rivolgendo un occhiata veloce agli altri individui presenti.
"A quale costo ? " lo sfido
"Al prezzo di milioni di vite forse ? Lasciando a quello stronzo anni di lavoro di mio padre ?! " urlo.
"Sei così magnanimo nel credere che ci renderà Konnor tutto intero ?
Perché mai dovrebbe ? Ha giurato vendetta sulla sua testa! Forse non sai con chi abbiamo alle prese." Allargo le braccia teatralmente.
"Cosa vuoi fare allora ? Lasciare che Iosif lo trucidi lentamente ? Perché dalle tue parole pare che tu voglia proprio questo !" Alza la voce in risposta e io perdo staffe avvicinandomi pericolosamente a lui.
"Come osi dire questo ! Come cazzo ti permetti !!?? Sai bene che darei la vita per la famiglia !" Lo guardo in cagnesco puntandogli l'indice contro.
"Allora dimmi un alternativa Abigail ...l'orologio gira." Mi allontano da lui fissando tutta la squadra , Bryan compreso. "Andrò da sola. È una faccenda che riguarda me e Iosif." Espongo determinata .
"Scordatelo" sento Zoë.
"Tu da sola non vai da nessuna parte." Rincara la dose spostandosi nella mia direzione.
"Ha ragione , è troppo pericoloso, è come andare in contro a morte certa." Si associa Gaho.
"Siamo la tua squadra, e come ci hai sempre detto si lavora in gruppo e mai da soli. Se si muove uno si muovono tutti." Parla Júlio accostandosi agli altri due.
"Concordo con loro. Da sola non dureresti per più di 5 minuti." Espone Bryan fissandomi.
Distolgo immediatamente lo sguardo iniziando a camminare pensierosa per la sala con le mani sui fianchi finendo per fermarmi di fronte alla grande finestra rivolta verso l'ingresso della tenuta.
"Eh va bene. Ma dovrete stare ai miei ordini. Tutti quanti." Mi rivolgo in particolare al nuovo arrivato.
"E soprattutto a ogni genere di imposizione, quindi se dico di scappare e mettervi il culo in salvo voi lo fate. Chiaro ?" Comando ferma e decisa alzando le sopracciglia;dei mormorii si creano ma alla fine acconsentono senza ulteriori richieste o domande.
"Molto bene , avete 10 minuti per radunare le vostre cose in uno zaino e presentarvi qui; nel frattempo io e Dane chiameremo Dylan che ci porterà a Kabul dove faremo scalo e recupereremo le migliori armi custodite in uno dei magazzini di mio padre.
Una volta imbarcato tutto il necessario torneremo in volo facendo rotta verso la zona nordica di Mosca per spostarci poi in macchina e successivamente a piedi verso la zona est, nonché area sotto il controllo dei Volkov."
Ognuno si dirige verso la propria camera mentre Cole si affretta verso l'auto di mio zio per recuperare il suo materiale; devo seriamente trascinare tutte queste persone in una situazione simile ? A quanto pare si.
"È un gran casino " sospira Dane affiancandomi.
"Forse lo è sempre stato e non ce ne siamo mai accorti." Confesso realista.
"Voglio dire , quante persone nel mondo hanno uno stile di vita come il nostro ? Obbligati a nascondersi e dichiarare il falso nella maggior parte delle situazioni; anche per uno stupido viaggio per esempio." Realizzo amareggiata.
"Già ... o anche per una sciocca iscrizione alla biblioteca.." sorride avendomi colto in flagrante; alzo gli occhi al cielo infastidita dal fatto che il biondino non sappia mai tenere la lingua a posto ma ricomponendomi immediatamente lasciandomi scivolare addosso il tutto.
"Bryan me ne ha parlato." Sospira divertito.
"Si immaginavo ... non sa stare zitto quel ragazzo." Sussurro accennando un sorriso.
"No per niente ma credimi , sarebbe molto peggio se lo fosse." Aggrotta la fronte pensieroso lasciandomi perplessa.
Nel frattempo che attendo l'arrivo dei miei amici chiamo Dylan per informalo del bisogno di un volo imminente il quale, anch'esso scioccato dalla notizia, accetta senza problemi informandomi che decollerà tra una quarantina di minuti.
"Ho attivato tutti i gps presenti nei vostri cellulari e orologi in modo tale che nessuno possa risultare disperso ma anche per sapere dove siete in caso di ulteriori rapimenti .." si sofferma in particolare sull'ultima frase.
"Il vostro aereo decollerà tra una mezz'ora dall'aeroporto di Miami e fuori di qui c'è il mio autista personale che vi ci scorterà."
Parla dando le sue ultime indicazioni.
"Mi raccomando ragazzi state attenti e non commettete imprudenze; state per imbattervi nella missione più pericolosa della vostra vita. Ascoltate Abigail e Bryan e sono certo che tutto andrà per il meglio... ma soprattuto aiutatevi a vicenda e non abbandonatevi mai. Siete un gruppo, una squadra e anche una famiglia." Abbassa il tono di voce persuadendo tutti per poi invitarci a prendere l'uscio e salire in macchina.
Sono in procinto nel valicare la soglia della porta quando la mano di Dane mi afferra il braccio facendomi voltare a lui.
"Io vi controllerò da qui, per ogni evenienza fatemi sapere."
Annuisco prima di prendere posto in auto e lasciare la tenuta seguita da un grosso polverone causato dal movimento del mezzo di trasporto annebbiando la visuale a me e a zio Dane.
Resto in silenzio per tutto il viaggio in macchina e anche durante la jet leg , sommersa da mille preoccupazioni.
"Non vorrai mica svenire un'altra volta a causa dei tuoi complessi ?" Si siede di fianco al mio sedile un ironico Bryan.
Lo ignoro di proposito continuando a guardare le nuvole fuori dal finestrino dell'aereo sperando che il biondino se ne possa andare il più presto possibile e lasciarmi in pace.
Lo sento sbuffare prima di riprende il suo monologo data la mia non curanza delle sue parole.
"Senti dato che dovremo restare insieme per le prossime ore perché non troviamo un punto di incontro dove possiamo entrambi parlarci senza litigare ogni 3 secondi ?" Chiede ormai vinto.
Mi giro verso di lui con occhi pesanti e stanchi cercando di capire se le sue intenzioni fossero oneste o se per la millesima volta si trattasse ancora di uno scherzo.
" stiamo parlando adesso." Gli faccio notare ancora diffidente.
"Si .. ma sembra che tu sia pronta ad attaccarmi da un momento all'altro. Per quale motivo non ti fidi di me ?" Chiudo gli occhi infastidita dai suoi problemi riguardanti il nostro modo di dialogare ma finisco per rispondere ai suoi interrogativi una volta per tutte.
"Ti conosco si e no da un mese e in questo lasso di tempo ci saremo visto forse 5 volte e ad ogni incontro pareva che tu mi stessi pedinando; capisci che qualche dubbio su di te ce lo possa avere ..."
Aggrotta la sua espressione confuso difendendosi poi dalla mia semi accusa. " Io non ti ho mai pedinata !" Alza la voce e io in risposta alzo un sopracciglio incoraggiandolo nel dire la verità .
"Okay quel giorno alla gioielleria ti avevo vista passare di fianco a un bar in cui stavo pranzando così ho deciso di seguirti, ma solo in quell'occasione ! Le altre sono state tutte coincidenze." Mi rilasso leggermente accettando le sue affermazioni ma pur sempre restando vigile nei suoi confronti.
"Da quanto tempo lavori per mio zio?" Oso a chiedere.
"Da qualche mese , un giorno mi vide fare a pugni con tre uomini grossi il doppio di me e riuscire a stenderli tutti quanti ed è da allora che mi offrì di lavorare per lui. Ridotto com'ero mi ritrovai costretto ad accettare ma ammetto che decisione migliore non potevo prenderla." Aggiunge con orgoglio.
Il resto del viaggio prosegue tra le nostre chiacchiere e un mio riposino pre missione che mi concedo in qualunque occasione; tre ore più tardi sento l'aereo toccare terra annunciando il nostro arrivo.
Un vento gelido si abbatte su di noi facendomi coprire maggiormente il viso con la felpa di lana che mi ero antecedentemente preparata conoscendo le temperature con cui avremmo dovuto far i conti; ci inoltriamo nel grande edificio posto di fronte a noi scortati dagli uomini fidati del posto.
Un piacevole tempore si deposita sulla mia pelle riscaldandomi fin dentro le ossa; non sono più abituata a picchi così gelidi dannazione.
Non appena ci ridestiamo dal clima un uomo in divisa dal grado maggiore ci mostra la via diretta al magazzino di Konnor.
"Ecco a lei i depositi di vostro padre. Se ha bisogno di altro me lo faccia sapere." Fa per ritornare sui suoi passi ma lo trattengo immediatamente.
"Ho bisogno dei codici delle testate nucleari ." Abbasso lo sguardo per la mia richiesta folle.
L'uomo di rimando mi guarda tramortito ma alla fine mi guida verso ciò a cui esigevo.
Un passaggio segreto e altrettanto blindando si presenta di fronte a noi due rivelando una stanza nascosta contente i codici.
Afferro saldamente la valigetta che racchiude il materiale richiesto e ringraziando il mio accompagnatore torno dai miei compagni che nel mentre si sono esercitati a ripassare qualche mossa di attacco e di difesa.
D'un tratto sento stringermi il gomito capendo all'istante che si tratta di Cole.
"Non fare cazzate." Mi ammonisce serio.
Mi strattono dalla sua presa liberandomi e rispondendo a modo "È proprio quello che ho in mente di fare."

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