Capitolo 13

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Indietreggio sino che i miei polpacci toccano il retro del comodino su cui avevo appoggiato il telefono mentre lo guardo in cagnesco per la sua espressione decisamente fuori luogo.
"Ti ho riportato il cellulare " lo fulmino.
"E ti sei messa a curiosare tra le mie cose." Continua avendomi colta in flagrante.
"Potresti almeno ringraziarmi." Svio il discorso.
Una risata beffarda fuoriesce dalla sua gola mentre con una mano si sistema l'asciugamano che gli cinge la vita e che delinea splendidamente il punto V del bacino, e con l'altra si sfrega le labbra per cercare di contenere il suo sorriso.
"Come hai fatto tu quel giorno in biblioteca quando ti ho riportato la carta d'identità ?" Si prende gioco di me.
Sbuffo scostando lo sguardo dalle sue labbra che da bagnate sono ancora più attraenti e fisso un punto indefinito alla mia sinistra.
Avvertendo la mia sensibilità prende un passo verso di me facendomi riportare gli occhi prima ai suoi addominali e poi alle sue iridi verde smeraldo che colpite dalla luce tenue della stanza risultano essere ancora più belle; il fiato mi si fa sempre più pesante quando con un altro passo riduce la nostra distanza a qualche centimetro costringendomi a deglutire quella strana sensazione che non provavo da anni.
Con un ulteriore movimento avvicina il suo viso al mio facendomi andare in iper ventilazione con il battito cardiaco a mille; le nostre labbra sono ormai a pochi millimetri di distanza quando per aggiunta porta le sue braccia muscolose dietro la mia schiena fino ad arrivare alle mie mani e strapparmi da esse il bigliettino che avevo cercato vanamente di "prendere in prestito" dal suo portafogli.
Con un sorriso di vittoria si allontana da me avendomi scoperta per la seconda volta e delle imprecazioni mentali si fanno largo nella mia testa.
"Ti avevo avvisata cara Abigail, tu non sai con chi hai a che fare .." ghigna soddisfatto.
Stringo gli occhi sulla sua figura e dopo qualche istante mi dirigo alla porta sbattendola più forte che posso; scendo alla mensa con un diavolo per capello fiondandomi immediatamente sul buffet e rimpinzando il piatto con ogni tipo di pietanza.
"Non ti ha nemmeno ascoltata, vero?"
Parla Zoë dopo aver ingoiato un boccone di quella che mi sembra essere una bistecca di pollo.
"Cazzi suoi." Biascico mentre mastico un maccherone al ragù.
"Se certo... come se a te non infastidisse la cosa." Maschera una risata la mia amica portandosi il bicchiere alla bocca.
"È solo uno stronzo" minimizzo la questione.
"Anche tu lo sei Abigail." Mi fa notare.
"Ma abbiamo sempre cercato di venirti incontro." Puntualizza incolpandomi.
"Non abbiamo nemmeno parlato di quello okay?!" Confesso infine.
"Anzi non abbiamo parlato proprio." Sputo infastidita.
"E allora come mai sei così intrattabile?" Si stupisce la rossa.
"Lui..." inizio ma il suo ingresso in mensa blocca le parole e con occhi fermi seguo ogni suo movimento finché non si siede e inizia a chiacchierare con Júlio e Gaho.
"Lui mi ha .. sorpresa." Aggrotto la fronte.
"Sorpresa ?" Alza le sopracciglia confusa.
"Si, mi ha sorpresa." Affievolisco lo sguardo tornando alla mia cena con strani pensieri che mi passano per la mente.
Una mezz'ora più tardi ci alziamo dal tavolo spostandoci in una sala comune dove pianifichiamo dettagliatamente la missione ormai imminente.
"Percorreremo i primi 10 chilometri con le nostre auto e i restanti due li svolgeremo a piedi restando sempre sul confine della tenuta e una volta arrivati al lato sud, ossia la zona con meno sorveglianza, irromperemo oltre i cancelli sino ad arrivare al castello." Spiego dettagliatamente.
"Quando valicheremo la soglia invece dovremo prestare ancora più attenzione poiché non sappiamo con esattezza dove si trovino le guardie o eventuali telecamere; purtroppo i satelliti non ci consentono una visuale all'interno degli edifici." Prosegue Bryan.
"Sappiamo solo che il Sig.Shayn si trova nei sotterranei iper blindati e controllati del castello e la via più veloce e sicura per raggiungerli è proprio l'ingresso posto sul lato sud." Spiega ulteriormente.
"Abbiamo una sola possibilità , centriamola e torniamocene a casa vincenti." Conclude determinato.
"Le 5 auto in garage sono già pronte e caricate con le armi, scegliete quella che preferite e dirigetevi al cancello principale." Lascio l'ultima indicazione prima di andare.
Tutti quanti ci dirigiamo all'esterno del palazzo per poi entrare nel grande box ; una Ferrari nera , una Lamborghini gialla , una Bentley grigia, un Porsche blu e una Maserati bianca ci attendono rombanti.
Come già immaginavo Zoë opta per la Bentley , Gaho per il Porsche e Júlio per la Lamborghini lasciandomi come sempre la mia amata Ferrari.
"Cosa?!" Strilla Bryan.
"Non vorrai mica prenderti quel mostro!? Riuscirai a malapena a stare in strada con quell'affare !" Indica la macchina e me.
Il silenzio cala su di noi e degli sguardi tramortiti si posano sui volti dei miei amici.
"Ditemi che non l'ha detto veramente..." sussurra Júlio paralizzato.
"Oh l'ha detto eccome.." ricalca Zoë.
"Sei nella merda amico." Sospira Gaho.
Bryan mi guarda in modo confuso mentre continuo a fissarlo senza emozioni indecisa se ridere alla sua battuta o dargli una lezione.
"Sali in macchina e cerca di starci dietro." Esordisco infine.
Accendiamo i motori seguiti da un rombo caldo e potente e ordinatamente ci dirigiamo in procinto del cancello.
"Molto bene, statemi dietro e non perdetevi , io sarò il capo fila mentre Bryan resterà infondo come chiudi fila." Parlo attraverso il walkie-talkie.
Valichiamo il confine del nostro covo iniziando a sfrecciare per i sobborghi di Mosca e diretti verso il castello dei Volkov; in pochi istanti raggiungiamo la massima velocità garantitaci dalle nostre vetture e nonostante il ghiaccio e la neve riusciamo a tenere la strada grazie alla nostra esperienza, o almeno per noi 4; dal mio specchietto intravedo Bryan avere qualche difficoltà con lo sterzo nelle curve, rimanendo più distante dal resto del gruppo.
Pochi minuti più tardi giungiamo al confine dell'immensa tenuta dei Volkov e adagiamo le auto nel bosco alla nostra destra; nel silenzio assoluto scarichiamo le armi e iniziamo a camminare verso la cancellata.
"Piaciuta la corsetta Cole?"ghigno beffarda.
"Fottiti." Mi supera infastidito sapendo che ha rischiato un paio di volte di schiantarsi contro un muro.
"Attento con i giocattoli adesso , potresti farti male." Continuo a ridere a sue spese.
"Tu piuttosto cerca di non farti stanare come un succulento coniglio di cui i lupi vanno ghiotti." Mi spegne riferendosi alla situazione in cui mi ero cacciata poche ore prima.
Percorriamo gli ultimi chilometri rimanenti nel buio della notte aiutandoci con degli occhiali a infrarossi che ci concedono di vedere nell'oscurità e una volta giunti al punto prescelto ci assicuriamo che non ci siamo pericoli al fronte.
"Molto bene, ora dobbiamo scavalcare e percorrere ancora un centinaio di metri prima di giungere al portone; nel mentre però dovremo fare i conti con due scimmioni della sicurezza che si spostano sul confine ogni 2 minuti quindi non tutti avremo le spalle coperte." Sottolinea Bryan
"Andremo prima io e Abigail annientando le guardie e dopodiché ci raggiungerete voi tre." Indica i miei compagni.
"Non sarebbe meglio se ci spostassimo tutti in gruppo? Voglio dire cinque è meglio che due." Propone Gaho.
"No verremo visti dai fari che si dilagano per il giardino, meglio come dice lui." Interviene Júlio.
"Perfetto, ci si vede dall'altra parte allora." Annuisco determinata alzandomi.
Con l'aiuto di Bryan scavalco l'alta recinzione seguita immediatamente dal biondo e atterrando così in suolo nemico dando il via alla più pericolosa e importante missione della mia vita; papà sto venendo a prenderti.

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