CAPITOLO 1

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Quella dannata sveglia, ancora quella sveglia mi suona nelle orecchie come un allarme, come un segnale, come un avvertimento della nuova giornata da passare nell'ombra.

Non è per niente facile vivere così lo devo ammettere, ma è la mia unica soluzione per nascondere quello che ho dentro: non voglio sembrare né strana né diversa, né bella né brutta, né simpatica né antipatica voglio essere più invisibile possibile ecco.

Scendo a fatica dal letto, mi strofino con cautela gli occhi gonfi e mi infilo i miei occhiali, apro le tende di camera mia, un'ondata di luce mi entra negli occhi annunciandomi una bellissima giornata di sole da passare con Cloe.

Se vi state chiedendo chi è Cloe ve lo dico subito: è la mia vocina interiore, non lo sa nessuno ovviamente, ma spesso ci parlo e le chiedo dei consigli su come agire o su cosa dire. Sinceramente mi trovo meglio a parlare con lei che con i miei amici o i miei genitori.

Esco da camera mia e sul corridoio mi saluta mio fratello di 16 anni, Joseph, lui è il famigliare con cui vado più d'accordo dopo mia nonna.

Mia nonna Rita abita in un paesino poco lontano dal mio, vado spesso a trovarla e insieme passiamo interi pomeriggi a spettegolare di vicini vari o di miei compagni di scuola o di ragazzi della televisione oppure giochiamo a briscola o a scacchi. Mia nonna è molto gentile e affettuosa con me, di più rispetto ai miei fratelli, non so perché si comporta così, forse perché sono la nipote minore o perché sono l'unica che le fa un po' di compagnia.

Entro in cucina dove un profumo di latte caldo e caffè mi riempie le narici. Mia mamma è seduta al tavolo rotondo al centro della cucina con la faccia immersa nel tablet pieno di suoi appunti lavorativi, stamattina ha una riunione molto importante in ufficio.

Mio papà è già partito da un pezzo per andare a lavorare e non tornerà prima delle nove di stasera quando io sarò ad allenamento di judo e dal quale tornerò talmente stanca da andare direttamente a dormire. In pratica mio papà non lo vedo quasi mai, molte volte non mi ricordo i lineamenti del suo viso bene come dovrebbero essere impressi nella mia mente.

Finita la mia colazione mi alzo dal tavolo raccolgo tazza e cucchiaio e li ripongo nel lavandino. Salgo nuovamente in camera mia dove apro l'armadio e, come sempre, mi infilo un paio di jeans scuri e una maglia di mio fratello di almeno due taglie in più. Non voglio apparire.

Vado in bagno, mi lavo i denti, la faccia e le mani. Niente trucco, niente capelli sciolti. Mi faccio una coda di cavallo bella stretta mettendomi dietro alle orecchie quegli odiosi capellini che mi escono sempre dalla coda perché troppo corti.

Prendo il mio zaino poggiato sulla sedia vicino all'ingresso.

-Ciao mamma, io vado.- lancio un grido a mia mamma ancora seduta nel tavolo della cucina

-Ciao.- mi risponde mia mamma con la voce sovrappensiero.

HELIUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora