<<Mamma, te l'ho già detto: noi ragazzi della scuola abbiamo organizzato questa uscita. Non so quando ritorneremo. >>
<<E quanti siete? Non berrete spero! E metti un giubbotto, c'è fresco la sera.>>
<<Mamma! So badare a me stesso, non ho bisogno di raccomandazioni. So quello che faccio.>>
<<Appunto, Eren! Non fare nulla senza ragionare prima!>>
<<Lo farò, lo farò! Ora vado, ciao!>>
Uscì di casa.
"Finalmente'' sospirai.
[…]
<<Cazzo, sono già le 21:55! Devo muovermi.>>
Corsi con la mia bicicletta al locale e la abbandonai in un punto sperduto.
Speravo di ritrovarla.Arrivai lì alle 22:07.
<<Sono in ritardo.>> gemetti col fiatone.
Ero all'entrata principale e mi guardai attorno, poi entrai.
C'erano un sacco di persone e musica.
Alcuni ballavano, altri bevevano sghignazzando.
Vi erano spogliarellisti ai pali.Mi feci spazio nella folla e mi sedetti in uno sgabello.
<<Come diavolo dovrei trovarlo?>>
All'improvviso mi sentì tirare da un braccio.
<<Sei tu Sanders?>>
La voce, la voce... dove l'ho sentita prima...
Mi voltai e vidi un uomo basso con i capelli corvini.
Le ciocche gli ricadevano dolcemente ai lati del volto e sembrava che di dietro avesse i capelli molto corti.<<Eh?>>
Mi accorsi che possedeva due bellissimi occhi azzurri estremamente freddi.
Sbuffò e se ne andò.
"Aspetta. È sicuramente lui: Rivaille."
<<Dov'è andato?>>
Cercai tra le persone e non trovandolo, uscì fuori.
<<Allora >>
Sentì una presenza premuta sulla mia schiena e due braccia mi bloccarono.
<<C-Cosa!>>
<<Sei tu quel bel gattino della foto profilo?>>
Inalò il mio profumo mentre con le labbra percorreva il mio collo.
<<Rivaille?>>
Si staccò bruscamente.
<<Si pronuncia "Rivai". È francese, ignorante.>>
S'infastidì molto.
Lo guardai ed era vestito veramente bene.
Pantaloni neri e camicia bianca.
Nulla di particolare.
Ma gli stava una favola.
S'intravedevano i muscoli...Mi afferrò per una mano.
<<Dobbiamo divertirci, gattino.>>
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Ho voluto dividere in parti il capitolo :3
// Bye bye \\
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''My Daddy...'' •EreRi•
FanficC'è bisogno di spiegare? Sappiate solo che in una vita noiosa e problematica, a volte si cerca un "gioco".