Se avesse dovuto descrivere quegli attimi, Luna, li avrebbe comparati al Rodio.
Raro, prezioso.
Resistente alla corrosione.Mescolato negli angoli più nascosti della sua esistenza.
Catalizzatore di reazioni chimiche.
Luccicanti schegge tra i tizzoni.Se avesse dovuto paragonarli a una sostanza avrebbe optato per l'alcol: avrebbe disinfettato tutte le ferite.
Se avesse dovuto dire cosa ne avrebbe fatto, avrebbe scelto di raccoglierli in un grande scrigno che avrebbe aperto lontano nel tempo quando ormai ne restava poco più di un ricordo, quando avrebbe avuto bisogno di ascoltare ancora cosa le faceva vibrare il cuore e come.
Avrebbe alzato il coperchio, e come in un film le scene si sarebbero materializzate davanti ai suoi occhi.
Questo avrebbe voluto.
Il tempo sarebbe passato veloce e Luna si sarebbe chiesta perché.
Perché la mente sarebbe stata pronta a ridestare il male vivo, nitido, e invece il bene sarebbe stato solo un'immagine sbiadita.Un disegno sotto la superficie dell'acqua: bello, ma non efficace agli occhi.
Avrebbe voluto poterli toccare ancora quei momenti, avrebbe voluto trovarli vivi al suo ritorno, ogni volta che avrebbe avuto bisogno di tornare.
Il tempo sarebbe trascorso inesorabile e avrebbe lasciato il vuoto degli attimi.
La panchina ci ospita da un paio d'ore e il senso di pace ci avvolge sotto al fresco verde ombreggiante.
Gli leggo il libro del mio autore preferito ad alta voce, mentre lui scarabocchia segni incomprensibili sui fogli.
La lettura viene interrotta di tanto in tanto solo dalle nostre risa o dai nostri commenti su quanto appena letto.
<<Vieni con me alla mostra?>>
<<No. Non saprei nemmeno che inventarmi con i miei.>>
<<Peccato. Mi avrebbe fatto piacere farteli vedere esposti.>>
<<Ah... Ezequiel!>>
<<Dai, torniamo a casa.>>
Chiudo il mio libro e per mano di lui mi allontano dal paradiso che mai più rivedrò...
"Sono tornata a rivedere quel posto.
Sono stata sulla stessa panchina.
Non c'era più
Non c'era più nulla.
Solo il ricordo di quelle sensazioni.
Tu, ricordi?""Sì"
"È difficile per me cancellare. È difficile per me non pensare. È impossibile solo tentare di non cercarli ancora."
"Ci sono stato anch'io."
"Ricordi cosa ci univa?"
"Sì"
"Cosa?"
Silenzio come risposta.
"Quel che ricordiamo è solo un concentrato di ciò che era Ezequiel."
"Mi dispiace..."
"Non ti scusare. Forse è stato meglio così."
"No. Non lo è stato!"
Se avesse dovuto descrivere cosa provava mentre la mano di Ezequiel conteneva la sua, Luna avrebbe detto che le bastava quello per essere felice.
Non le importava quando, come, dove: era il suo rifugio.
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Anima di carta
PoetryRaccolta di racconti no sense... forse. -.- Senza una direzione, senza un arrivo. Solo un principio scatenante che voi non saprete mai... forse. ~🌟 ~ 🌟~ Tutto è protetto dal "diritto d'autore". Copertina, disegni e testi sono tutto frutto della mi...