✔ Silenzio

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Si spegnerà,
anche l'ultimo tizzone ardente
che brucia fiacco
e tiene vita.

Cercherò alimento
cercherò sostanza
cercherò l'essenza.
Cercherò ragione
origine
cagione.

Soffierò dal basso.
E la fiamma crescerà di nuovo.

«Non morire!» le dirò,
ma lei riderà di me.

«Resta in vita, dannazione!»
e assaporo quasi il gusto amaro della sconfitta.

«Cosa fai?»

«Scrivo» asserisce distratta.

«Cosa scrivi?»

«Quello che capita.»

«Magari un giorno leggerò.»

«Non importa. Sono tutte stronzate.»

«L'ultimo... tizzone ardente... Però! Non sapevo fossi messa così male. Credevo che ne avessi di motivi per restare in vita... qui. Accanto a me.»

«Figurati, l'ultima brace ti ha arrostito il culo e nemmeno te ne sei accorto» risponde tenendo lo sguardo sulle sue righe.

«Stai dando la colpa a me?»

«No.»

«Non sembra dalle tue parole. Stai dicendo che non mi accorgo di nulla?»

«Sei solo cieco. Tutto lì.»

Impavida tentazione di smorzare tutto.
Luci, suoni, respiri, occhi, vita...

«Ti sto parlando e tu scrivi? Non hai tempo per me?»

«Il mio tempo, non è il tuo tempo.»

«Che vuoi dire?»

«Che ne hai avuto abbastanza.»

Le parole tacciono. Lo schiaffo arriva potente e inclemente sulla di lei guancia.
Resta sorpresa, stordita, in un silenzio cangiante nei pensieri.

«Scusami. Scusami. Non volevo... Io...» La stringe fra le braccia e piange. «Io ti amo. Perché non lo capisci?»

Non risponde. Resta apatica nel tacito tormento e nell'amara rassegnazione.
Lui continua a baciarle il volto avvampato dalla sberla. Le carezza i capelli fermati malamente da una molletta sbiadita.

«Parlami, non restare in silenzio.»

La stringe di nuovo. Forte. Tanto da darle la sensazione di soffocare.
E lei soffoca. In quella gabbia stretta e angusta, soffoca.

«Di' qualcosa. Ti prego!»

«Posso tornare a scrivere?»

Anima di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora