8. You get nothin' for nothin', tell me who can you trust

360 16 0
                                    

Quando apro gli occhi, mi rendo conto subito che questa volta non sono rimasto da solo. Impossibile pensarlo: sono ancora accoccolato sul petto di Nereide, che si alza e si abbassa seguendo il ritmo regolare del suo respiro.

Mi sento un’altra persona. Non avevo mai fatto una scopata catartica.

Esperienza interessante e da ripetere, senza dubbio.

Ho eliminato in poche ore la stanchezza e la fatica dell'ultimo periodo, in cui non ho fatto altro che farmi trascinare dagli eventi, sballottato di qua e di là, come una marionetta sfondata.

Mi sento pronto a ritornare padrone della mia vita. Ci sono molte cose che posso e devo fare.

Innanzitutto, smettere di provare le mie nuove canzoni in un garage e provare a farne uscire qualcosa di buono.

Poi devo sistemare le cose con Dawson. E con Debbie, credo.

Un sospiro caldo sopra di me. Nereide fa una piccola smorfia nel sonno. Almeno con lei non ho combinato casini. Lei resta sempre il mio bunker sicuro e inespugnabile, la mia ancora di salvezza.

A malincuore, mi stacco dal suo corpo caldo, profumato di sesso e lacrime, cercando di fare meno rumore possibile. Mi rivesto, prendo i fogli con le canzoni, sempre più stropicciati, ed esco in punta di piedi.

Un'ora più tardi sono in un quartiere decisamente meno disagiato e decisamente troppo vicino a casa mia. Suono a un grande portone di ferro con la scritta "Dusty Den". E' la sala prove della mia vita, con studio di registrazione incluso.

Scoperto quando avevo tredici anni, è rimasto sempre lui. Nelle sale polverose, risalenti probabilmente agli anni 60, sono nati i We Love Thighs; sono state scritte le loro canzoni migliori, sono stati incisi i loro album.

Dopo qualche minuto di attesa, la porta si spalanca e un vecchietto dalla voce roca e poderosa mi apostrofa con le seguenti parole - Alex! Il mio figlio di puttana preferito. Dopo tutto quel casino, iniziavo a pensare che non ti avrei più rivisto nei dintorni!-.

E' il proprietario del Dusty Den. Il vecchio Bill.

Ci ho provato tante volte, ma non sono mai riuscito a immaginarmelo giovane. E' sempre stato vecchio, burbero e malmesso. E fottutamente geniale. Gli eravamo piaciuti subito, noi WLT.

Effettivamente è passato parecchio tempo dall'ultima volta che sono andato a trovarlo. Non sembra passarsela molto bene.

La sua faccia barbuta è ancora più grinzosa di quanto ricordassi; e oltre al suo inseparabile bastone si è aggiunto un sottile tubicino trasparente che lo avvolge come una cornice di plastica e si infila nel naso.

Perfino la sala prove ha un aspetto più trascurato e malconcio.

Mi si stringe il cuore.

- Che succede qui, vecchio mio? Non ho mai visto questo posto in uno stato simile -

- Problemi d'affari, pivello. Ma tu cosa vuoi capirne? - mi risponde Bill, accendendosi un sigaro. Non credo che sia una buona idea, ma non oso intervenire.

- Allora, ragazzino, perché sei qui stavolta? -

Gli allungo le mie scartoffie - Ho dei pezzi nuovi. Un progetto mio, solista. Ti assicuro che merita -. Bill afferra i fogli e inizia a scorrerli rapidamente con lo sguardo - Un progetto solista, eh? E come ti vuoi chiamare stavolta? -

- Non saprei. Forse I Like Panties, chissà - rispondo, ripensando con un sorriso alla biancheria intima di Nereide, - Scherzi a parte, Bill. Lascia che ti faccia sentire qualcosa. E' roba buona -

We Love Thighs! Una storia di rock, di losers e di cosceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora