Driin. Driin. Drii-
Spengo la sveglia. È domenica mattina e il sole è alto nel cielo.
È una domenica mattina di primavera, fuori non fa troppo caldo, quando apro la finestra entra un lieve vento fresco che mi fa rabbrividire. Mentre mi sposto nella stanza, il mio sguardo si posa sullo specchio dove è riflessa la mia figura. Rido, guardandomi. Quando mi sveglio sono davvero buffa; i miei lunghi capelli neri (tinti) sono tutti arruffati, ho le labbra più grosse del solito e gli occhi neri sono rossastri. Poi poso lo sguardo sul mio corpo facendo una smorfia. In generale le forme sono giuste; la parte superiore del corpo è magra, con un seno non troppo grosso ma nulla di cui debba lamentarmi. Il problema arriva quando sposto lo sguardo più in basso, quando osservo quelle orribili cosce enormi che mi fanno vergognare tantissimo. Non dico che odio il mio corpo o che sia brutto, solo non mi sento bene con me stessa quando mi guardo. So che posso migliorare, per questo mi sto impegnando molto.Prendo la vestaglia piegata meticolosamente sul comodino affianco al mio letto, la indosso, e uso qualche minuto del mio tempo per ammirare il panorama che osservo ogni mattina dalla mia camera.
Vivo in un alto palazzo di una città limitrofa a Milano, una zona verde molto carina, dove coesistono natura e bellezza tecnologica.
Dalla finestra aperta osservo l'ampio giardino adornato di fiori che stanno sbocciando. È sempre una bella visione; ho sempre trovato interessante quella particolare fontana posta nel mezzo della piazza. Non saprei come descriverla, è un insieme di strane forme concatenate tra loro che formano una bellissima scultura.
Decido, dopo qualche minuto, che è giunto il momento di prepararsi.
Prendo l'intimo e vado a farmi una lunga doccia calda. È rilassante, amo lo scorrere dell'acqua sulla pelle nuda, e se potessi resterei ferma in questo modo per ore.
Il tempo passa fin troppo velocemente ma decido comunque di uscire da quello che per me è un piccolo pezzo di paradiso. Mi metto l'accappatoio e mi lavo la faccia e i denti.
Non mi trucco e esco dal bagno. Di solito non mi trucco perché penso che la mia faccia sia abbastanza carina. E questa è la "versione ufficiale", quella che dico in giro. In realtà non è proprio cosi. Cioè, non penso di essere brutta, ma la verità è che sono troppo pigra per truccarmi allora non lo faccio quasi mai.
Indosso un paio di jeans neri strappati e una semplice maglia bianca larga. Mi metto delle puma bianche e prendo uno dei miei tanti cappelli con visiera.
So che sembra uno di quei outfit che si vedono su Tumblr, ma per quello che sto andando a fare è perfetto.
Esco in corridoio e lo percorro fino alla cucina, dove trovo mia madre e mio fratello fare colazione.
-buongiorno- dico mentre prendo un pezzo di pane con nutella, da mangiare prima di uscire.
-giorno Koa- mormora Lorenzo, il mio fratellone.
Koa non è il mio vero nome, ma il diminutivo di Koalla, un soprannome che mi diede da piccolo. In verità io mi chiamo Jessica.
Comunque, lui è più grande di me di un paio d'anni, ma sembra molto più maturo per la sua età. A soli 23 anni gestisce l'azienda di papà in Italia, ed è molto bravo in quello che fa. Mio padre purtroppo non può aiutarlo molto, essendo per la maggior parte dell'anno in Corea per gestire l'azienda principale.
Noi abbiamo vissuto li per 6 anni, per questo sappiamo tutti molto bene la lingua. Poi io, mamma e Lorenzo siamo tornati in Italia, mentre papà è rimasto li.
Sono due culture totalmente diverse, che sono entrambe molto belle, ma amo stare in Italia e preferisco cosi.
-io adesso esco, vado a provare con le altre. Ci vediamo per ora di cena, a dopo- e, dopo avermi augurato di divertirmi esco di casa.È da ormai parecchi mesi che, insieme a 6 mie amiche, ballo.
Ho sempre amato ballare anche se non sono mai stata bravissima. Facendo teatro però avevo già una base in questa disciplina, quindi prendere il ritmo non è stato molto complesso.
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Bangtan Dream
Fanfiction-------------------------------------------------------- Mi hai lasciato solo. Avevi detto che non l'avresti fatto, avevi detto che non mi avresti mai abbandonato. Ma alla fine, mi hai mentito anche tu. Come tutti gli altri. Sapevo che non avrei do...