capitolo 2

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Dope è da sempre una delle mie canzoni preferite. Forse perché è stata la prima in assoluto che io abbia mai ascoltato. Fu tanto tempo fa, ero su facebook e guardai un video dove dei cosplayer ballavano su questa base. A quel tempo non sapevo chi fossero i cantanti e sinceramente non me ne curai. Quando però iniziai ad ascoltarli sapendo chi fossero, non riuscivo proprio a ricordarmi dove avevo sentito quella canzone, e solo dopo parecchio tempo mi venne in mente.

La coreografia non è complicatissima ma è molto rapida e richiede un grande dispendio di energie.

Ci divertiamo sempre molto a ballarla, cercando di imitare il meglio possibile il membro a noi assegnato, con un accurata scelta di espressioni facciali e, ovviamente, cantando in playback al massimo del sincronismo.

Noto che iniziano ad arrivare i primi "spettatori". Sembrano tutti molto sorpresi dalla nostra danza, e penso sia una cosa positiva. Anche il gruppo di turisti che poco prima erano difianco a noi si sono spostati davanti per guardarci meglio.

Questa canzone è davvero stancante, i movimenti cosi rapidi non fanno per me.

Quando sento la musica rallentare per far iniziare l'ultimo ritornello tiro un sospiro di sollievo.

Le ultime note, la posa finale.

Abbiamo tutte il fiatone, sono accaldata ma fortunatamente tira un vento fresco che mi fa star meglio.

Il pubblico applaude entusiasta e noi ringraziamo inchinandoci ripetutamente. Non ho mai perso questa abitudine quando sono tornata in Italia, quindi per me è una cosa naturale, mentre le mie amiche hanno voluto imitarmi.

-Ragazze, forza, prepariamoci per save me.- urlo, e in quel preciso istante tutte si sistemano.

Save me. Una delle prime canzoni che mi sono rimaste dentro. Non saprei bene spiegare il perché, ma ogni volta che la ascolto mi sento improvvisamente bene.

Questa è una canzone con una coreografia più lenta rispetto alla prima, ma ha una quantità di passi maggiore. In più qui bisogna avere una espressività molto più elevata.

Arriva sempre più gente, e qualcuno riprende la nostra prova con il cellulare.

Sento l'adrenalina scorrermi dentro, la musica e le parole della canzone entrare e insidiarsi nei miei muscoli per farli muovere.

Sento il mio corpo andare a tempo in un modo cosi naturale che mi spaventa. Non riesco a controllarmi, come se fosse la musica a dirigere i miei movimenti, come se fossi un burattino nelle sue mani.

Quando finisce la canzone, crollo per terra. Oggi sono particolarmente affaticata e non ho la resistenza che di solito mi contraddistingue.

-Jin! Jin, ti senti bene?- tutte le mie compagne mi hanno circondata e Greta mi aiuta a mettermi in piedi.

-ragazze, sto bene non preoccupatevi. Continuiamo. Fate partire boy in luv- dico cercando di far capire alle altre che le prove devono continuare. Il fatto è che io sto davvero bene, non so perché il mio corpo si stia comportando cosi.

Dopo diversi tentativi di convincermi a riposarmi, le ragazze si arrendono e tornano nelle loro posizioni, pronte per ballare, allarmate per un possibile nuovo mio crollo.

Boy in luv è stata la prima coreografia che imparai. Non avevo ancora il gruppo, ma già c'era l'idea di farlo, concordata con la mia socia Cam.

Era agosto, e mi ricordo come mi impegnavo a seguire tutti i passi e a copiarli il meglio che potevo.

Ero un disastro. Davvero, un disastro fatto e finito.

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