capitolo 31

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Quando mi sveglio in questa maledetta stanza d'ospedale per la seconda volta, i ricordi di quelli che sono stati i 5 giorni di coma mi invadono la testa.

Inizio a tremare.
Mi tasto il corpo e parlo, e poi mi faccio male per capire se sono davvero sveglia o è un altro stupido sogno.

Sono davvero sveglia.
Posso muovermi.
Posso parlare.

Mi alzo da letto velocemente.
Mi hanno tolto le flebo quando mi sono svegliata ieri pomeriggio, e oggi sto meglio.

Il primo pensiero quando mi alzo si rivolge a Jin.
Dov'è?
Esco velocemente dalla stanza, o almeno ci provo, perché appena apro la porta vado a sbattere contro un petto.
Alzo lentamente la testa, e la visione che ho davanti non potrebbe essere più bella di così.

Non riesco a dire neanche una parola, perché Jin mi bacia senza esitazione.
Lentamente, senza mai staccarci, entriamo ancora nella stanza, e lui chiude la porta.
Mi fa sedere sul lettino cosi da essere un po' più alta.

È un bacio ricco di passione, paura, felicità, nostalgia.
È un bacio salato dalle lacrime che stanno rigando entrambi i nostri volti.
Mi tiene le mani sui fianchi, e io dietro il suo collo, come se non volessimo lasciarci mai più.

Purtroppo però, quel momento bellissimo non dura per sempre.
Veniamo interrotti dai miei genitori e mio fratello che entrano nella stanza senza alcun avviso.

Appena sentiamo la porta aprirsi ci ricomponiamo all'istante, facendo finta di nulla.
Un debole -ti amo.- uscì dalla bocca di Jin, due parole in quel momento ricche di tristezza.

Mi butto tra le braccia di Lorenzo, che mi stringe molto forte, e poi tra quelle di mamma e papà.
Jin rimane in disparte in silenzio, come se sapesse già cosa sarebbe accaduto da li a poco.

Quando mi stacco da papà, sorride dolcemente, per poi farsi più serio.
-dobbiamo parlare di una faccenda piuttosto importante.-

Io rabbrividisco e riesco a sentire che anche Jin è agitato.

-siamo davvero contenti che tu stia bene tesoro. Non sai quanto siamo stati preoccupati in questi giorni.-
A queste parole sono sollevata, ma questo sentimento non dura per molto.

-ora che finalmente sei sveglia, è giunto il momento di evitare che tutto questo accada nuovamente.
Torneremo in Italia Jessica. Cosi potrai stare bene.-

A queste ultima frase mi blocco istantaneamente. Le parole mi muoiono in gola, fisso i miei genitori senza emettere un suono.

-non potete farlo!- le parole in tono disperato di Jin riecheggiano per tutta la stanza.
Mia madre lo guarda truce.
-se non fosse stato per te lei starebbe bene. È tutta colpa tua.-

Jin indietreggia di un passo.
Quando elaboro le parole di mia madre mi sblocco.
-lui non c'entra nulla, mamma.-
La mia voce è fredda.
Mi avvicino a Jin e gli prendo una mano, ma lui la lascia.

Mi giro a guardarlo, e anche lui fa lo stesso.
Lacrime iniziano ancora a rigargli il viso.

-e invece hanno ragione, è tutta colpa mia. Jess, se tu non mi avessi mai conosciuto non saresti in questo stato. Mi dispiace... Hanno ragione, per stare bene dovresti starmi lontana.
Ma non voglio.
Sono un egoista lo so, ma non ci riesco a stare senza di te.-

Sono confusa.
Lo guardo senza riuscire a capire.
Mi ricordo che ha detto cose simili quando è venuto a trovarmi, ma non riesco a capirlo...

-non mi importa di quello che vuoi tu, Seokjin. Mi importa del bene di mia figlia. Quindi, se per farla stare meglio dovrà starti lontana, allora la terremo lontana da te.-
Le parole serie di mio padre mi fanno sentire male.
Mi accascio per terra, con la testa coperta dalle ginocchia.
-no...-

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