Il figlio di Poseidone

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Capitolo 4

//domenica mattina ore 8:00am

Clary abitava a pochi passi dalla piscina, era alla finestra della sua camera quando vide percy passare e andare in piscina. Ribadisco che erano le 4 di mattina, la piscina era chiusa. Tra un'ora e mezza dovevo vedermi con percy.

-"Annie, hai da fare oggi?"
Chiese mio padre non appena scesi le scale, ancora in pigiama.

-"Esco con Percy, alle 9:30. Perché?"
A mio padre piaceva Percy, la mattina mentre lui mi aspettava mio padre, parlava spesso con lui. Andavano, stranamente, d'accordo.

-"D'accordo però non fare tardi, ah prima ti é arrivata, una lettera del campo."

-"okay, grazie pa" una lettera a dicembre? mancava ancora all'estate

la lessi, era Chirone che mi ha chiesto come procedeva la mia ricerca, mi disse che gli mancavo. Lui era come un secondo padre per me.
risposi che non lo avevo ancora trovato, d'altronde non ero sicura fosse Percy.

//9:00

-"Caspio, devo prepararmi"
La lettera mi aveva portato via troppo tempo.

Non sapevo cosa mettere, ma, essendo inverno, restai su quello che mi piaceva di più. Un pantalone blu scuro, e una maglia a maniche lunghe in pizzo di un rosa antico. Per le scarpe optai per un paio di converse nere.

//9:20

-"Annie" gridò mio padre dal salotto mentre guardava una partita di baseball. "É arrivato percy"

-"arrivo subito" guardai dalla finestra e non c'era. Perfetto, mio padre l'ha fatto entrare in casa.

Prendo la borsa, un libro e lego i capelli in una mezza coda, inutile dire che i miei capelli, anche se pettinati erano perennemente  in disordine.
Scesi le scale.

-"papà, noi andiamo" guardai percy, ma non riusci a sorridere e quello che ne venne fuori su un'occhiata prolungata.

-"Va bene, ma non fate troppo tardi"

Andammo verso la porta, percy usci seguito da me e da una porta che si chiuse subito dopo.

//Mezz'ora dopo

Mi portò in spiaggia. Ci sedemmo sulla spiaggia e lui si mise accanto a me.

-"Come mai in spiaggia?" Fissavo il vuoto, non avevo voglia di sopportare il suo sguardo un'altra volta.

-"Sto bene qui, riesco a pensare meglio" wow, percy sapeva pensare, da quando?.

io non dissi nulla, aspettavo e, infatti...

-"Annabeth, sono io. Sono il figlio di poseidone." Mi guardava, lo sentivo. Ma, io continuavo a fissare il vuoto.

-"Non volevo farmi trovare per non venir portato al campo, dove sarei dovuto essere al sicuro... non volevo lasciare mia madre, per 17 anni mi ha protetto e io non posso lasciarla da sola, spesso finisco in guai con i mostri e ci va di mezzo anche lei, non posso lasciarla sola"

Trovai finalmente il coraggio di guardarlo in faccia.

-"Percy, se tu venissi al campo. Tua mamma non sarebbe più in pericolo, devi capire che sei importante, sei il figlio di Poseidone, dopo la seconda guerra mondiale, Poseidone, dio del mare " lo guardai negli occhi"zeus, e Ade dio degli inferi. Fecero un patto, non dovevano più avere figli con i mortali, erano troppo forti, erano pericolosi. Per se stessi e per gli altri. Al campo sarai al sicuro, imparerai a combattere, tu sei stato riconosciuto da poseidone, questo non capita cosi spesso come credi. Accettalo, sei un semidio devi venire con me al campo l'estate prossima. Hai un'impresa" rabbrividii nel dirlo e abbassai lo sguardo "tu, devi, venire percy."

-"Ci penserò, ma non ti prometto nulla. Piuttosto, vorrei sapere cosa ti é successo quando hai accettato la mia impresa e beh..." mi guardava e attendeva una riposta.

Non mi piaceva parlarne, anzi, odiavo farlo. Senza rendermene conto afferai la sabbia con la mano e la strinsi in un pugno.
Lui se ne accorse e mi prese la mano, si avvicino a me e mi strinse e mi sussurò

-"Annabeth, cosa ti é successo."

-"Va bene va bene, basta che poi non fai più domande. Avevo 14 anni, l'impresa era stata affidata a me e a un ragazzo del campo...luke" sentivo gli occhi bruciare a poco mi sarei messa a piangere. "Venne affidata a noi l'impresa, ma non voglio entrare nel dettagli, eravamo su un'isola, stavamo combattendo contro una idra a sette teste, luke era distratto, successe tutto nell' arco di un secondo, aveva una spada infilzata nello stomaco." Non volevo dire come é successo. "Nel momento in cui cadde a terra, mi dimenticai dell'idra che presa dalla rabbia mi afferrò e mi provò un taglio profondo, rischiavo di morire per un'emorragia... tornata al campo da sola...beh da allora non ho più accettato imprese, mi ero promessa che avrei aiutato il figlio di poseidone se serviva, almeno non avrei fatto altri danni" stavo piangendo in un pianto silenzioso, solo lacrime che si rincorrevano una dietro l'altra. Percy mi strinse ancora di più a se, mi asciugò le lacrime.

-"É allora che ti sei procurata la cicatrice?" la toccò  con la mano.
Io annui semplicemente ancora soffocata dal pianto.

-"Scusa, scusa annabeth  é tutta colpa mia, se non mi fossi nascosto... "

-"Non fa niente, é successo ormai. Ma vorrei che tu venissi al campo, ti prego, abbiamo bisogno  di te, io ho bisogno di te."

Lui mi strinse a se, misi la testa nell'incavo del suo collo, ancora quel profumo di mare. Capii che la sua risposta era si, mi calmai poco dopo e io e percy andammo a mangiare.

La sera clary sarebbe venuta a dormire a casa mia. Quindi dovevo andare a casa tra due ore..

Passamo le due ore successive a parlare, diedi a percy un libro, tutte le storie degli dei, dissi a lui di leggerlo tornava sempre utile. Una cosa di cui mi accorsi solo verso fine giornata era che lui mi ha tenuto per mano tutto il tempo, la cosa non mi dava fastidio, anzi, mi faceva sentire al sicuro. Protetta. Lui mi riportò a casa e mi salutò con il suo solito bacio, bacio sulla guancia, ma sta volta era troppo, troppo vicino alla bocca. Arrossii ma non lo diedi a vedere, lo salutai e salii in casa.
Sentivo il rumore della sua moto allontanarsi.
Clary sarebbe arrivata tra meno di 30 minuti.
Le dovevo raccontare tutto, era quella persona che sapeva tutto, ma quando le raccontavi qualcosa sembrava in un'altro mondo. A volte dovevo ripetere perché  non mi ascoltava. Le piaceva tanto disegnare, ero piena di suoi disegni per la camera ci tenevo tanto, erano importanti.
Era mezzanotte clary non aveva sonno.. io feci lo sbaglio di addormentarmi.

Armonia (Percabeth)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora