I SOVVERSIVI
Nael era felice di essere ancora viva. Doveva molto a quello strano ragazzo che girava con i topi in tasca. Aveva però paura di riporre in lui la sua fiducia senza prima avere le prove che non volesse farle del male. Era appena scappata da Mik e dai Nia-Za e l'ultima cosa che desiderava era finire tra le grinfie di qualcun altro che voleva ucciderla.
Si frugò nelle tasche dei larghi pantaloni e tirò fuori un coltellino svizzero. Fece scattare la lama in fuori e lo porse a Nael.
Lei prese il coltellino per il manico. ‹‹Un po' debole come prova, non credi? Potresti anche imbrogliare con qualche strano giochetto magico, potresti ingannarmi confondendomi la mente››.
‹‹Proviamo lo stesso, deciderai in seguito se ti basta o vorrai vedere altro››. Crocus le porse il palmo della mano sinistra. ‹‹Avanti, taglia››, la incitò.
Nael ebbe un'improvvisa vampata di calore. La sola idea di dover aprire una ferita, seppur leggera, sulla pelle di qualcun altro la faceva sudare freddo. Si tirò su le maniche della felpa, e con la mano sinistra prese il palmo di Crocus, aperto verso l'alto. Allungò l'altro braccio tremante e poggiò la lama sulla pelle liscia del ragazzo. Era talmente concentrata che non si accorse dell'espressione di stupore di Crocus.
Fece una leggera pressione col coltellino.
‹‹Ferma ferma ferma››, disse lui ritraendo la mano. ‹‹Cos'è questa cosa?››.
Nael non capì e cercò di seguire lo sguardo del ragazzo. Quando si accorse del simbolo inciso sul suo braccio tirò giù la manica della felpa di colpo e lo coprì.
‹‹Niente, lascia stare››.
‹‹C-credo... credo di poterti aiutare. Solo, devi farmi vedere il simbolo››. Con lo sguardo la implorò di fidarsi di lui.
Gli occhi verdi di Crocus sembravano sinceri e decise di dargli una possibilità. Alzò nuovamente la manica e gli porse l'avambraccio. Il ragazzo tracciò i contorni del simbolo con un dito. Lo accarezzava leggermente, come se stesse toccando una reliquia.
Quando passò sopra il nome MICHAEL, Nael ebbe una visione. Vide Crocus che la portava in salvo dentro i tunnel dei sistemi fognari e si prendeva cura di lei mentre giaceva priva di sensi. La considerò una prova valida a favore della sua buona fede. Diceva la verità, non era un demone che voleva ucciderla. Se lo fosse stato non avrebbe certo esitato a sbarazzarsi di lei mentre era incosciente.
‹‹Credo che tu non debba più provare nulla. Niente tagli, sangue e robe varie››, disse Nael sorridendo.
‹‹Cosa avrei fatto per meritarmi la sua fiducia, madame?››. Crocus parlò senza staccare gli occhi dal braccio della ragazza.
‹‹Ehm, non so come dirtelo, potresti scambiarmi per un demone o una pazza››.
‹‹Impossibile! Si vede lontano miglia che sei uno splendido esemplare di ragazza umana››, e le rivolse un sorriso timido. ‹‹E poi c'è un'altra cosa... ma prima parla tu, dai››.
‹‹Ecco... ok, sarò diretta. Ho avuto una visione, su come ti sei comportato con me ieri notte e mentre ero incosciente››.
Gli occhi verdi di Crocus si piantarono sui suoi. Le guance le andarono in fiamme, la stava guardando così intensamente che si sentiva quasi a disagio. Come se potesse leggerle dentro l'anima.
‹‹Una visione quindi... interessante. E hai concluso che...››
‹‹Che posso fidarmi di te››.

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L'ECO DELLE ANIME
FantasiMi chiamo Nael e vivo in un mondo post-apocalittico, in cui la vita procede tranquilla a stretto contatto con i demoni. Sì, perché un patto regola la nostra convivenza e tutti, umani e non, siamo tenuti a rispettare ciò che gli articoli in esso cont...