Capitolo 8

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Under the moonlight I am picking up my scattered self

I call you moonchild

We are the children of the moon

We draw breath from the cold air of dawn







Taehyung si svegliò con un dolce profumo proveniente dalla cucina e si alzò dal letto, saltellando contento. Una visione angelica lo accolse quando entrò nella stanza. Il suo Jimin era davanti ai fornelli e canticchiava una melodia, muovendo il corpo sinuoso a tempo. Il cuore del giovane non resse a tutta quella bellezza. Lo abbracciò da dietro e stampò dei piccoli baci sul suo candido collo.

"Buongiorno Tae."

"Buongiorno tesoro."

Jimin si voltò e prendendo il viso di Taehyung tra le mani lo baciò. Quest'ultimo allungò il braccio per spegnere i fornelli e in seguito lo prese in braccio, trasportandolo verso la loro camera da letto. Lo posò delicatamente sul materasso e lo guardò. Era stupendo. Un sorriso idiota spuntò sulle sue labbra.

"Perché sorridi?" Sussurrò il ragazzo dai capelli argentati.

"Perché ho davanti ai miei occhi un essere meraviglioso."

Si chinò per baciarlo e le loro labbra si cercarono, affamate le une delle altre. Le loro lingue danzavano al ritmo dei battiti dei loro cuori, le mani esploravano i corpi accaldati. La bocca di Taehyung si spostò sul collo del ragazzo, mordendo la sua pelle, lasciando un marchio.

"Voglio che tutti sappiano che appartieni a me." Sussurrò al suo orecchio.












Era ormai passato un mese dalla separazione di Yoongi e Jimin e quest'ultimo aveva ripreso il lavoro e Jung-Su era al settimo cielo. Molto spesso il suo ex fidanzato tentava di entrare in contatto con il ragazzo ma egli non rispondeva mai alle sue chiamate. Non ne aveva più alcun motivo.

"Professor Park? Sono così contento che si sia ristabilito."

"Grazie Jung-Su."

"E soprattutto noto che mio zio è stato molto d'aiuto."

"Come?"

Il ragazzino indicò il collo dell'insegnante e Jimin divenne rosso come un peperone, portando la mano a nascondere il segno. Credeva di averlo coperto con del trucco. Intanto Taehyung li cercava tra la folla e quando li scorse gli andò incontro, avvolgendo tra le braccia il suo amato, incurante delle persone. Gli prese il viso tra le grandi mani e gli stampò un tenero bacio sulle labbra.

"Mi sei mancato tesoro."

"Anche tu." Rispose Jimin, il viso in fiamme.

"Ah! Lo sapevo io!" Esclamò Jung-Su.

Taehyung gli scompigliò i capelli, ridendo.

"Dai saltate su." Disse.

Accompagnarono il piccolo a casa e in seguito si diressero verso la loro abitazione. Jimin era impegnato ai fornelli quando Taehyung ricevette una telefonata e si chiuse in camera. Il ragazzo alzò le spalle, credendo che fosse il lavoro. Quando tornò aveva sul viso un'espressione strana.

"Va tutto bene, Tae?" Domandò.

"Certo tesoro." Rispose.

Pranzarono in silenzio, il biondo perso nei suoi pensieri mentre il maggiore lo osservava di sottecchi. Nel pomeriggio Jimin decise di comprare dei nuovi libri da leggere e salutò il suo fidanzato, il quale ricambiò il saluto con un cenno. Una spiacevole sensazione si fece strada nel giovane che passeggiava in centro diretto verso la sua libreria preferita. Forse era successo qualcosa a lavoro o nella sua famiglia? Jimin non lo sapeva ma quando sarebbe tornato a casa lo avrebbe affrontato. Un pensiero fugace si affacciò nella sua mente ma lo scacciò immediatamente. No, Taehyung non era Yoongi, non lo avrebbe mai tradito. Lo amava veramente.

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