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Vedo i volti di Sam e Luis trasformarsi da un sorriso beffardo in un'espressione di preoccupata sorpresa.
"Il mio nome è Tresy" urlo facendo riferimento al nomignolo poco carino che mi ha rivolto quel stupido fanatico del mio coinquilino. "E non me ne andrò da qui" sbotto ancora super arrabbiata, infondo non posso lasciare questa casa per un stupido capriccio, non posso perché ho firmato un contratto, ed questa casa è per esattezza già metà mia; quindi quelli che dovranno andare via saranno loro.

Sbatto la porta e vado verso la mia stanza, parlando da sola e vomitando parole. "Ma chi si crede di essere quella testa gonfiata? Ma come si permette!" Poi mi butto sul letto, tiro fuori il mio diario e iniziò a piangere. Non è giusto che mi tratti in quel modo, non è giusto, non è giusto.
Riempio le pagine, ma non serve a calmarmi. Devo uscire.
Tira un vento freddo e la porta sul retro continua a sbattere, ma non importa. Meglio prendere dell'aria fresca e lasciare sbollire la rabbia come vapore nel cielo. La terra è secca e sta diventando fredda; infilo le mie dita in profondità. Avverto il calore della giornata, che invece sulla superficie è già volata via. C'è bisogno di acqua. Vado velocemente verso il rubinetto con un secchio e continuo a borbottare mentre la riempio. Il peso è la forza tirano fuori ancor di più la rabbia.
La rovescio sulle mie piante, ma con gentilezza, non voglio fare del male loro. E poi mi metto a sedere, leggera e stanca, aggrappandomi al freddo.
-Lo sapevo che eri qui- sussurra ormai la voce familiare di Luis. Me lo sarei aspettata, da lui, che sarebbe venuto a cercarmi per scusarsi da parte dell'altro, alla fine, da quanto li ho conosciuti non hanno fatto altro. È ogni caso non preferì parola, silenzio. Soltanto silenzio.

Sgranò gli occhi stupita a fissare chi avevo davanti. Giubbotto di pelle, camicia blu notte, jeans... sexy da svenire. No, non era Sam , Luis non parlo. I due si guardavano con occhi gelidi e improvvisamente ostili.
Rimasero a guardarsi senza fiatare. Senza dubbio, avevano litigato anche loro, forse per quello successo tra noi tre? La mia curiosità allontano la rabbia.
<Hey tesoro! Avevo ragione, Tresy era fuori!> la voce di Sam volutamente inclinata. Ruppe il silenzio. Mi voltai per guardarlo male, avrei voluto alzargli la manina e fargli segno che ero proprio lì di fronte a lui.

Lui si paralizzò. Il suo cuore parve fermarsi, si liberò dal giubbotto di pelle. Sam osservo lesile figura di Tresy, i capelli raccolti in una coda, una maglietta di cotone blu, i jeans chiari, gli occhi fissi su di lui, impietrita, incapace di parlare. Abbasso lo sguardo per un attimo, poi lo alzò, nei suoi occhi blu, dolore, rabbia.
<Sono arrivato tardi, troppo tardi> senza che lei avesse il tempo di replicare e capire, scese i scalini e scomparve nel buio.

Luis mi si avvicinò preoccupato -Tresy- urlò scuotendo per un braccio. Lo guardo senza vederlo realmente.
"Tardi per cosa?" Gli urlò avvicinandomi. Lui si volta verso di me, senza rispondermi.
"Ti ho chiesto" grido ancora, anche se Luis c'entra ben poco con quello che ha detto il suo compagno.
"Tardi per cosa?" Non si tratta di una semplice domanda, e tutto un po' confuso, ho bisogno di capirci qualcosa. Ne ho diretto.
Luis rimane un attimo in silenzio, abbassa lo sguardo, gioca nervosamente con i piedi nella terra umida, poi torna a guadarmi.
-Non è tanto facile.. parlarne!- Dopo questa sua affermazione, un silenzio imbarazzante si impossessa del momento; ma non sono assolutamente intenzionata a cambiare discorso. Ho curiosità, voglia e bisogno di capirci qualcosa.. e niente Luis avrebbe parlato con le buone o con le cattive .


Teresyna_
Immagino che mi odierete per aver lasciato il capitolo in questo punto.. proprio a un passo dal sapere cosa succede. 😂😂😂
Ma dai credo che vale la pena aspettare un altro po.
Tanti baci

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