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Dopo varie frasi sentite in norveggiese, ognuno di noi si chiuse nelle proprie stanze e non uscimmo per un paio d'ore.

Mi si parò davanti Luis, appena girato
il corridoio. A gambe divaricate sorseggiava il suo tè con calma, e mi guardava. Forse si era pentito di essersi trovato faccia a faccia con me che gli avevo rovinato la sua serenità. Lo percepiva come tradimento, ma mi rendevo conto che non era giusto.

Lui non si stava comportando
come ero convinta che avrebbe fatto.

Inclinai il capo. ''Mi dispiace,di essermi comportata come un incosciente, di non averti considerato a sufficienza ma credici non volevamo escluderti.. Io ero così frastornata, stavo vivendo emozioni che non ho mai provato e provarle addirittura con due persone mi sembrava eccessivo e malato'' mi morsicai il labbro, ma era troppo tardi. La mia lingua lunga aveva tradito il mio segreto.

Gli occhi di Luis si spalancarono per l' incredulità. E poi sorrise.
-Eccessivo e malato? Tu sei una troia!- mi puntarono le lacrime nei occhi. Quel dolore fresco e acuto, penetrava fino alla mia anima.

Strano, come una parola potesse recarmi così tanto dolore.

Lo guardai, e il suo sguardo era pieno soddisfazione come se avermi uccisa, avesse recato lui un piacere disarmante.

Avrei voluta satargli addosso per come mi stava guardando, avrei voluto prenderlo per la gola, strozzato, riempirlo di botte. Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Quando li riaprì, la collera aveva iniziato a diminuire. Se era una provocazione non ci sarei cascata.

Sento che mi scende una lacrima lungo il viso, mi resta in bilico sul mento.

Luis rimane dov'è, e mi osserva in un modo indecifrabile forse pentito delle parole che ha usato nei miei confronti.

-Tresy- dietro di me, la voce di Sam grida il mio nome.  Ho paura nel  voltarmi, non sapendo cosa mi aspetta.

Sembra quasi un imboscata. Come se la colpa di ciò che é accaduto fosse ricaduta solo e esclusivamente su di me.

Quando lentamente mi avvicino a lui, lo vedo irrigidirsi consapevole che sono sovrastata da emozioni negative.

-Si piangi-, dice, - Piangi-.

Sam affonda la faccia nei miei capelli, mi bacia il collo. Mi asciuga le lacrime dal viso amorevolmente. Sapendo che lui senta il mio corpo che sussulta, trascinato dal flusso delle emozioni.  Mi stringe  a se con tutta la forza che ha. L'abbraccio forte, accorgendomi solo ora che si e unito anche Luis, a quel abbraccio.

Li guardo confusa. - Era strattamente necessario arrivare a ciò-  comincia Sam.

È allora che mi fu tutto chiaro. Era una messa in scena.

Li guardo, infuocata d'ira si sono presi gioco di me.

-Per favore questa volta ascoltaci senza arrivare a conclusioni che non esistono per favore. - sposto il mio sguardo da uno all'altro, incredula e confusa.

-Noi eravamo esausti di questa situazione, del fatto che noi facessimo di tutto per inseguirti e tu a scapparci appositamente. Eravamo e siamo sicuri, che i tuoi sentimenti per noi sono sinceri e forti per questo abbiamo deciso di farti aprire a noi, di  metterti davanti al fatto compiuto. - il tono di voce di Luis dolce e lentivo, alleggerisce il peso che ho al petto.

-Noi ti amiamo, e desideriamo che tu non fuggi più da noi-  le sue grandi mani stringono le mie, lui mi abbraccia così e mi tiene così stretta al suo cuore per qualche minuto.

Sono travolta da una sensazione straziante che mi spezza e mi terrorizza, questo abbraccio sembra il preludio di addio che mi getta inesorabilmente in un abbiso di solitudine e disperazione.

Bullingdon club, nuova storia passate a dare un occhiata. Vi piacera!

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