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Ci fissiamo, lui inclina la testa di lato e fa scorrere le coperte a terra. I suoi occhi sono ardenti. Sembra che voglia divorarmi. Si lecca piano le labbra, e mi sento quasi svenire.
Sam e a qualche passo di distanza da noi quando si passa le mani nei capelli spettinati, dio è così incredibile.
<Cosa diavolo stai facendo Luis?> sussulto senza lasciarmi dalle braccia di Luis, che continua a divorarmi con gli occhi quasi sembra essere in un mondo a parte, tant'è che non si accorge dell'espressione sul viso di Sam.
<Luis> urla a pieni polmoni, e solo allora l'attenzione di Luis e su di lui. Sbatte gli occhi ripetutamente come se quella fosse la prima volta che lo vedesse. Incredibile come gli uomini si facciano raggirare dalle donne, pur non facendo nulla.
<Sei uno stronzo, e ne ho visti sai? Ma tu sei il numero uno> dopodiché si gira verso di me, cerca di dirmi qualcosa ma poi parve ripensarci e se ne va sbattendo la porta.
E mi è sembrato giusto, io non centro in tutta questa storia; se ha dei problemi con il suo fidanzato che ne parlasse con lui. Che non venisse da me a darmi colpe di cui non sono responsabile.

Luis si diede delle pacche sulle guance, e parve svegliarsi solo allora; si guardò attentamente nello specchio poi segui il suo compagno anche lui sbattendo la porta.
Mi chiedevo cosa avessero tutti con quella dannata porta, che povera stava quasi cadendo a pezzi. Non mi sembra giusto che le loro colpe, devono sfogarle su altre persone o cose.

Li sento urlare, ma le urla arrivano ovattate e non capisco bene cosa dicono, quindi presa in un stato di curiosità avanzata mi dirigo alla porta per origliare meglio; mi metto in una posizione che mi permette anche di osservarli senza farmi vedere.
Sam preso da un atto di ira, tira un pugno contro il muro. Ciò che ho appena visto mi agita parecchio, non avevo mai visto questo suo lato a dir la verità non ho mai visto un bel niente di loro due. Posso dire di conoscergli veramente poco; e a quanto vedo anche meno di quanto immaginavo.
<Cosa ti ha fatto cambiare idea così, di punto in bianco? non venirmi a raccontare di essere innamorato di lei. Ti conosco troppo bene, sei sempre stato allergico agli impegni>

-Evidentemente le cose sono cambiate- Non comprendo di cosa è soprattuto di chi parlino, e il che mi fa aumentare il mio strato di ansia.

<Perfetto, quindi io sono libero? Posso fare tutto ciò che voglio? Posso sbattermi anche uno così davanti ai tuoi occhi? Non proveresti nulla no? Bene allora starne certo che lo faro, eccome se lo faro> riprende Sam, sbraitavo.
Luis si passa una mano nei capelli, palesemente annebbiato dalle mille sensazioni che solo lui sa di star provando.
-No cazzo Sam, non ho detto questo- e con una mossa felina gli si butta addosso, gli tappa la bocca con entrambi le mani.
-Non devi neanche pensarle queste cose chiaro?- urla furioso, le nocche delle mani sono di un bianco ghiaccio. Il cuore mi sale in gola, se non lascia la prese sulla bocca di Sam credo che morirà soffocato.
-Sei mio- continua questa volta con tono più calmo, o almeno apparentemente. Sam si scruta di dosso le sue mani, e si alza incollerito.
<Non mi sembra che tu stia rispettando le nostre decisioni o mi sbaglio stupido Luis?> non so come faccia, ma riesce a mantenere un atteggiamento distaccato, quasi glaciale.
Luis solleva il naso, ovviamente rendendosi conto di quanto il compagno a detto.
-D'accordo, come vuoi tu- si arrende, lanciandogli uno sguardo inceneritore dalla soglia.

Senza origliare oltre, decido per una ritirata in sordina, direzione cucina, ma quando mi volto sbatto il piede contro il tavolino e dopo due secondi il vaso dal valore senza dubbio inestimabile si frantuma in mille pezzi davanti ai miei occhi.
-Prego entra pure- sento dall'altra stanza.
Non posso fingere più di non essere rannicchiata dietro la porta, così sbuco fuori con espressione colpevole.
"Luis" mormorò, cercandolo nella stanza. E ancora accanto a Sam. Sistema dei fogli dall'aspetto importante, senza degnarmi di uno sguardo.
-Tresy- ricambia senza il minimo entusiasmo.
"Per il vaso è stato un incidente, non volevo credimi. Sono così desolata" inizio a giustificarmi. "Pagherò i danni, dimmi solo di quanto si tratta"
-Non preoccuparti-
"No davvero.."
-Non c'è né bisogno- ribadisce seccato.
"Ma varrà un sacco di soldi, non mi sembra giusto"
Per un po' mi studia restandosene zitto, poi si gratta il meno e mi risponde con noncuranza: - Si tratta di vaso di scarso valore. Sapendo del tuo arrivo ho fatto sostituire suppellettili e argenteria-
"Mi credi una ladra?" Gli domandò sbigottita.
<Non vorremmo trovarci in una conversazione dai risvolti prevedibili a proposito della tua indole per non rispettare gli affari. Proveremo nel astenerci da qualsiasi commento offensivo nei tuoi riguardi, limitandoci nel informati che è inevitabile prendere questa tale precauzione è stata la ferma voglia di salvare il nostro appartamento dalla tua innata goffaggine. Con la quale hai distrutto un vaso sopravvissuto oltre cinquant'anni a incendi, traslochi.> Si intromette, Sam con con troppa insolenza.
"Resto sempre impressionata dalla quantità di aggettivi che riesci a insistere in una frase quando si tratta di offendermi" commento, incrociando le braccia. Mi odia da sempre, e non capisco perché ogni volta mi sorprendo nel sentire la quantità di parole che usa nei miei confronti.
<Sapessi quante altre parole tengo per me, saresti felice di sentirle. Ne sono sicuro> ribatte, incrinando le labbra in un sorriso colmo di sarcasmo.
"Smettila, la devi smettere di trattarmi in questo modo. Ti ricordo che anche io mi trovo nel tua stessa situazione, anche io sono qui ma vorrei stare altrove" sospiro esausta.
"Lasciamo perdere" taglio corto, non volendo andare oltre. Ho bisogno di una passeggiata all'aria aperta, lontano da questi due che assorbono tutto il mio ossigeno.

<Aspetta un attimo>, mi ferma sulla soglia. <Prima che tu vada via, voglio che prendi questo>, e mi passa uno dei documenti dalla valigetta.
"Cos'è?" Domando, strappandoglielo di mano.
-Nulla di particolare. Un elenco di cose a nostro avviso necessario affinché si possa stabilire un rapporto di convivenza che non sfoci nella rappresaglia. Ho ripreso gli obblighi che ti sei impegnata a rispettare firmando il contratto e aggiunto alcuni comportamenti da evitare nella permanenza qui. Ti consiglio di darci un'occhiata."
Scorro velocemente la lista e,oltre le già note, trovo: "Non mangiare i biscotti sul divano, non ascoltare musica ad alto volume, non disturbare i fidanzati quando sono in atteggiamenti intimi, non parlare con nessuno di ciò che succede in casa" Questa poi...sarò anche libera di dire quello che voglio.

"Ragazzi" mormorò,increspando le sopracciglia dubbiosa. "Questa lista e sbagliata".
-Che dice?- e riprende il foglio tra le mani per controllarlo. -Non mi pare, no, c'è tutto- conferma appena termina di verificare l'elenco.
"Ma no guarda.."ripeto indicandoglielo.
"Hai dimenticato non uccidere, non desiderare l'uomo d'altri, non avrai altro dio al di fuori di me".

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