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Squillò il telefono mentre io ero mezza addormentata davanti alla tv.
Era Angela, un'amica di Tristan.
<< Ciao tesoro ti va di lavorare con me stasera in un locale qui vicino? Potrebbe esserti utile>> Ci pensai un po' su, poi accettai, infondo veramente mi sarebbe stato utile. Avrei messo da parte alcuni soldi, per me. L'aspettai nel solito bar, da dove provenivano altre ragazze e ragazzi che Avrebbero lavorato nei locali: Chi come ballerina, chi come ragazza immagine, spogliarellista, lap dance.

Indossavo una gonna di jeans ad altra vita, è un top corto fiorato, lei una mini cortissima conun body che le metteva in risalto il suo seno prosperoso. Non passavamo in osservate, tutte e due magre, capelli lunghi e folti, Lei Rossi, era molto provocante.
Piacevamo ai baristi, al tipo della edicola a fianco del bar, al farmacista. A tutti!

Ci sedemmo ad un tavolino per bere un caffè, lei mi informo su alcune cose essenziali che dovevo sapere del mestiere, dopodiché sentimmo suonare il clacson, erano arrivati gli altri a recuperarci. Con noi altre tre ragazze, e tre tipi sulla ventina di bell'aspetto.
<<Sono simpatici, a me lui non mi dispiace affatto, tu che ne pensi?>> mi disse Angela indicando uno dei tre. Intanto le altre, facevano le oce con gli altri due. Sempre la solita competizione tra ragazze.

In discoteca ci aspettavano parrucchieri e truccatori, pronti per prepararci alla festa. Eravamo in tantissime, una più carina dell'altra. Quando fui pronta mi posizionai sul cubo, vicino al tavolo dei tipi dell'agenzia.
Al tavolo nel frattempo erano arrivati alcuni di loro ospiti accompagnati da loro volta da un modello. Erano vestiti in modo elegante, talmente tanto che cominciai a provare quasi un senso di vergogna per come ero conciata.
Iniziò la musica è così la festa.

Guardai Angela e poi risi, quando a un tratto mi sento toccare alle caviglie. Era Sam.
Inizi a sudare le mani. I suoi occhi erano terrificanti, quasi surreali. Non capivo cosa ci facesse li, e cosa voleva da me in quel momento.
<Scendi> Mi mancò il respiro, sentii di impallidire e di cambiare espressione.
Se non fossi scesa, forse mi avrebbe fatta cadere. Non era affatto cambiato: indossava lo stesso impermeabile stretto alla cintura, aveva lo stesso guizzo meccanico alla mascella.
Chiusi gli occhi e per un momento cercai di riportare un po' d'ordine nei miei pensieri.
Era vero mi guardava sempre allo stesso modo, ma questa volta con maggiore durezza.
<Andiamo insieme a casa> mi impauriva o meglio mi affascinava. Sentivo che non potevo rifiutargli nulla, e che tra me e lui c'erano un legame.
È io senza esitare, risposi: "Come vuoi.."

Si avvicinò a un tizio dell'agenzia, Liberandosi a fatica dalla folla che lo circondava, una scossa di gente li getto uno contro l'altro, io cominciai a soffrire di vederli uno affianco all'altro, così vicini e ignari l'uno del altro, è tutta di un tratto dissi al modello al mio fianco, rivolgendomi con ostentazione.
"Ho sete, mi accompagni a bere?" Lui non credeva che gli parlavo, si vedeva dalla sua espressione così gli feci cenno che quella era la realtà.

E quando eravamo intenti a bere tra alcune battutine, Sam si avvicinò e mi prese per il braccio, stringendomi forte quasi sorreggendomi. Mio malgrado iniziai a tremare per tutto il corpo. Lui domandò: <Chi era quello?>
"Un amico." Dopodiché me lo scrollo di dosso e lo spingo al muro, non si aspettava un comportamento del genere tant'è che la sua testa va sbattere contro il muro. È così mi sento così forte da far invidia. E lo lascio lì, spiaccicato al muro.

Mentre torno al mio cubo, dove vedo alcune facce acide e altre lievemente confuse, lancio un'occhiata all'uomo appoggiato al palo. Pare congelato, mi osserva negli occhi. Aggrotto le sopracciglia. Se conosceva Sam, la sua presenza non denota probabilmente alcunché di positivo.
<<Non eri andata via?>> probabilmente è il responsabile dell'agenzia.
<Lei viene con me> Sam ritorna su i suoi passi, e mi tira con un braccio. Mi scruta in mal modo, e non capisco cosa voglia ancora.
<Perché ti comporti in questo modo, stupida?> oh, cosa gli potevo dire? Che mentre il suo ragazzo magari stava a casa che lo aspettava, lui stava..beh filtrando con uno.
"Ah e me lo chiedi pure, vieni qui pretendi che ti segua e poi stai lì a parlare con l'uccello con il tizio del agenzia.. il colmo" butto lì.
L'ultimo sguardo di Sam, verso di me, ha un che di minaccioso. Questa situazione mi sta scocciando.. ma
<Ero li per riferirgli che tornavi a casa. Lo spettacolo è finito! O no?> la sua espressione si fece cupa. Aggrottò la fronte scrutandomi interrogativo.

A un tratto sentivo il liquore ambrato che avevo inghiottito velocemente fare su e giù alla gola, e il che mi portò a ridere a crepapelle.
Ridevo, ridevo e ridevo come non mai.
Mentre me la ridevo mi diede un cazzotto sugli addominali; allora lo bloccai per i polsi, sbattendolo contro il muro. Mi diede anche il contentino, un bacio sulla guancia.
"Pff..che carino ti ringrazio" dissi ghignando, "ma non era la mia richiesta".
Guardai nei suoi occhi per riuscire a sorgere qualche frammento di emozione.
"Sono i che devo darti un bacio, non il contrario." Sibilai senza distogliere lo sguardo dal suo sguardo. Ero io che dettavo leggi. Si sapeva.
<Che differenza c'è?>
"Dannazione se c'è.." sussurrai, guardandogli ardentemente le labbra.
Mi sembro trattenere il respiro. Sorrisi lievemente, forse aveva capito le miei intenzioni.

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