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L'ansia è rovinare le relazioni ancor prima di iniziarle. Si salta subito alle conclusioni finendo di rovinare tutto.

-

"Luis.."
-Shh. Abbassa la voce- mi avverte.
-Non è un buon momento,Tresy- mi guardava con gli occhi chiari e non capisco perché. Se pensa che molli la presa si sbaglia di parecchio, due sono le cose o parla o parla non c'è via di uscita. C'è lo avrei anche detto se non fosse per il fatto che sembrava che scoppiasse quasi in lacrime. Oh cristo, questi sono matti.
"E quando sarebbe il momento? Perché tu e il tuo compagno vi comportate in questo strano modo? Insomma lui mi urla contro e tu ti scusi al posto suo.. cosa siete, una specie di setta.!" Dico in modo pacato con qualche inclinazione involontaria, io non sono una delle persone più calme che ci sono.
-Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?- risponde un bisbiglio. Per tenere le mani occupate prendo una fetta di pace, ne strappo un pezzo e lo mastico svogliatamente.
-Abbiamo subito avuto una certa scossa, è questo ha fatto in modo che noi venissimo attratti pericolosamente da te- continua con qualche esitazione. Spalancò gli occhi e lo fissò incredula, lui, invece non fa una piega. Anzi sì lascia scappare alla risata che stava trattenendo con difficoltà, minando del tutto il mio già preciso autocontrollo.
"Fammi sapere quando ti sarai divertito abbastanza" dico seccamente, voltandomi per andarmene. E sentendomi, a dire la verità, una perfetta idiota, conscia del fatto che lui si stava prendendo gioco di me.
La sua mano si serra sul mio braccio, mi tira indietro con forza verso di lui.
-Dove stai andando?- mi sussurra all'orecchio in tono minaccioso. Merda, io adoro il suo suo tono minaccioso, solo per questo potrei sciogliermi in una pozza gelatinosa di maledetto desidero. Non rispondo, perché per una volta non trovo niente di intelligente da dire.
-Mi deludi, Tresy, non sei il tipo da scappare difronte alle sfide-
"Ho deciso di attendere un momento migliore"
Il volto di lui si distende un po', ma rimane comunque risoluto. Troppo.
-Facciamo così- mi propone pensieroso. -Avrai quello che vuoi, ma devi darmi qualcosa in cambio. È una questione di equilibrio-
Il suono del citofono ci distrae dalla nostra conversazione. E dopo poco sbuca, Sam in ottima forma.
Io rimasi li ferma, ad aspettare che continuasse la conversazione interrotta; mi incuriosiva molto. Se si fosse chiusa li, sarei morta di curiosità. Dopodiché si risiede al posto dov'era poco prima con espressione indecifrabile, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo, contenta che sia intenzionato a continuare.
"Sentiamo, cosa vorresti da me, a parte quello che sarei ben lieta di darti?" Sam prese posto al suo fianco, incuriosito quanto me dalla proposta del suo compagno, anche se un cigno sul suo volto lo tradì poco dopo, palese che lui ne era già a conoscenza. Me lo sarei dovuta aspettare, nessuno dei due faceva qualcosa senza il consenso del altro.
Lui sorride, di nuovo tranquillo. Poi si china su di me e mormora qualcosa al mio orecchio. Spalancò la bocca, superfatta.
"Dici sul serio?"
Non riesco a credere a quello che mi ha chiesto, non perché non voglia darglielo, ma perché lo voglio troppo. Tanto che mi sento bagnata, come se mi avesse infilato una mano sotto la gonna e mi stesse toccando, lì.
Lui annuisce, confermandomi che non sto sognando. Il mio predatore non vuole qualche pegno d'amore noioso tipo una passeggiata romantica. Vuole le mie mutandine. Nella sua tasca. Subito. Ha detto proprio così, parola per parola.
Sam è Luis si lanciano uno sguardo furtivo, poi entrambi posano il loro sguardo su di me. Come se fossi una prenda da mangiare a momenti. Non sapevo esattamente cosa mi prendesse, io li odiavo, ma allo stesso tempo c'era una scossa d'energia potente,che non potevi far finita che non esistesse; proprio come mi stava dicendo Luis poco prima.
Senza lasciare i loro occhi, che mi guardavano con uno sguardo oscuro, socchiudo le labbra e ci passo la lingua, pregustando ogni singolo momento che sta per succedere.
Muovendomi molto lentamente, mi volto per andare in bagno a fare quello che mi ha chiesto, ma lui sussurra il mio nome, fermandomi.
Mi giro verso di loro, vedo Sam prendere lo stecchino dentro al suo cocktail e tirar fuori la grossa uliva , mettendosela in bocca e succhiarla piano. Mentre l'altro afferra delicatamente il frutto tra i denti, lo sfila dallo stecchino, poi lo prende tra l'indice e il pollice, osservandolo attentamente.
<Non ne abbiamo voglia, adesso.> sussurra in modo soave, Sam. Bastardi.
Mi fermai di nuovo, tirò un respiro profondo.
"Ascoltatemi bene non posso lasciarmi trasportare dal sangue, mi è piaciuto, molto, ma non è ciò che cerco è per questo che stavo cercando casa altrove.
Non so gestire una relazione di coppia, figuriamoci contemporaneamente con due ragazzi." Per l'ennesima a volta, mi sono lasciata trasportare dall'eccitazione, ma non dovrà succedere più. Menomale che mi sono risvegliata dal stato di trance.
I due mi guardavano in silenzio, per qualche secondo, poi Sam disse con tono basso guardandomi negli occhi.
<Chiariamo il tutto, io e Luis vogliamo soltanto divertirci, non creare una coppia. Ci è piaciuto scoparti, e vorremmo rifarlo, senza promesse. Scopare noi tre, questo ti proponiamo>
Deglutisco a fatica perdendomi in quegli occhi, azzurri con schegge d'oro. Poi guardo in quelli nero come la pece di Luis, deciso quanto il suo compagno.
"Voi due, non siete gay?"
-No. Tutti sanno che siamo gay ma preferiamo non far sapere che in realtà non è proprio così- rispose Luis.
"Capisco"
<Facciamo così, stasera ti aspettiamo al Swami; se ci verrai vorrà dire che hai deciso di spassartela con noi, in ogni caso sarai libera di cambiare casa> propose Sam. -Pensaci-
Se ne andarono,lasciandomi senza parole.


Teresyna_
Lo so questo capitolo fa schifo, cercherò di fare di meglio al prossimo.
Se avete consigli da darmi, sapete che ne accolgo volentieri.

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