Capitolo 8

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Asia

La mia risata trilla nel viale, sottile e semplice riecheggia nel buio della notte fondendosi con la sua, bassa e potente.

"È una vita che non mi diverto così!" esclama guardandomi con dolcezza.

"Anche io" rispondo sollevando lo sguardo per incontrare i suoi occhi.

Se sapessi quanto sia vera questa mia affermazione, forse ti spaventeresti. Magia nera, Vampiri, Maledetti e sogni nefasti, il tutto corredato sempre da una forte dose di paura! Penso con tristezza senza però mostrarlo sul viso.

"Sono davvero contento di essere uscito con te, questa sera."

"E io sono felice di aver accettato" ammetto avvicinandomi impercettibilmente a lui.

Continuiamo a camminare, abbastanza vicini da farmi sentire il suo profumo e desiderare ardentemente un contatto, ma troppo lontani perché il gesto risulti casuale. Intravedo in lontananza il mio palazzo e una strana e folle angoscia mi attanaglia lo stomaco.

E adesso cosa faccio? Mi chiedo in preda all'agitazione.

È stato talmente tanto gentile ed educato per tutta la sera, che adesso non so come comportarmi.

"Credi che potremmo replicare la serata?" domanda speranzoso.

Ok, vuole una seconda serata, quindi, vuol dire che per stasera gli va bene così. Analizzo confusa, non ho mai capito come funziona la storia, Sali a prenderti un caffè? Eppure nei film funziona benissimo. Penso, disconnettendomi completamente dalla discussione.

"Asia?" la sua voce riesce faticosamente a farsi largo tra i miei pensieri.

"Sì" rispondo quasi sussultando.

"Tutto bene?" chiede inclinando leggermente il capo per scrutarmi il viso.

"Scusami, ero soprappensiero" mi giustifico con voce fioca mentre ci fermiamo davanti al portone.

"Allora, ti va di uscire di nuovo con me?" chiede diretto, mentre un sorriso accentua le rughette intorno alla bocca.

"Certo" rispondo e, per evitare imbarazzi, inizio a salire i gradini.

La sua calda mano prende il mio polso in modo gentile. È passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui un uomo mi ha toccata con dolcezza, che credo sia inevitabile il desiderio che sento nascere nel mio corpo.

"Corri via?" chiede o afferma, non lo so dire con esattezza.

Il cuore inizia a battermi nel petto in modo furioso non appena capisco che sta per baciarmi.

Immobile, attendo che le sue labbra sottili si avvicinino e, finalmente, ecco il contatto tanto sperato. Le sue labbra si muovono sulle mie, prima con delicatezza e poi con passione, ma la mia reazione non è quella che mi aspettavo.

Non c'è magia in questo bacio. Niente farfalle nello stomaco, nessuna perdita di razionalità e nessuna brama impellente. Solo un lieve piacere per l'anima, come una brezza fresca che ti sfiora in piena estate.

"Posso salire?" chiede al mio orecchio con voce roca.

Possibile che non si sia accorto della mia poca partecipazione? Mi chiedo nello stesso istante.

Le sue mani continuano a muoversi sulla pelle nuda delle mie braccia provocandomi una gradevole sensazione d'importanza.

Gli sorrido, nonostante sappia che la storia finisce qui. Maliziosamente lo trascino in casa, l'odore di cera è ancora presente e, divertita, lo vedo storcere il naso.

"Faccio riti di magia nera" lo informo con un bel sorriso sulle labbra.

"Adesso capisco il perché" afferma togliendosi la giacca.

"Cosa?" chiedo togliendomi le scarpe.

"Perché sono così attratto da te, mi hai stregato" scherza, credendo che lo stessi facendo anche io.

"Forse" ironizzo portandomi davanti a lui e, soggiogata dal bisogno più che dal desiderio, lascio che le sue mani scorrano sul mio corpo, fino a bearmi del calore di un uomo, che mi fa sentire, almeno per un attimo, apprezzabile.

"Ci vediamo a lavoro" mi saluta dandomi un bacio sulle labbra e, voltandosi un'ultima volta dalla porta, esce dal mio appartamento.

Indolenzita, sposto le lenzuola e per un lungo attimo osservo il mio corpo arrossato.

Accidenti, non sono proprio più abituata! Penso, scendendo dal letto.

Con passi lenti vado in bagno, con un gesto quasi automatico apro il miscelatore, mi siedo sul bordo della vasca e, con la musica dell'acqua che scorre, continuo a pensare Tutto sommato non è andata male, speriamo solo che non si faccia strane idee. Non la voglio una storia seria, tantomeno con lui. Figuriamoci, una storia con il capo, non potrebbe mai funzionare. La corrente dei miei pensieri viene interrotta da uno strano rumore proveniente da fuori.

Rapidamente mi affaccio alla finestra, ma l'unica cosa che i miei occhi vedono è un'ombra, ed è un po' inutile come visione.

Un brivido ansioso mi corre lungo la schiena mentre mi volto a guardare la vasca.

"Adesso ti spaventi anche per niente" mi rimprovero ad alta voce, nella speranza di cacciare la pessima sensazione che si è impadronita di me.

Con la mano saggio la temperatura dell'acqua e, sospirando, entro nel liquido profumato, sperando che questa brutta sensazioni mi abbandoni all'istante.

Curse's Blood - Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora