Parte 8

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"Non so chi sia." Ripeté Alec per quella che gli sembrò la milionesima volta.
Iniziava a chiedersi perché aveva deciso di portarsi dietro quella rossa isterica.

Se non lo avesse fatto a quest'ora sarebbe stato sdraiato su un divano, a godersi tutta la calma che in quegli ultimi mesi aveva tanto sognato.
Invece eccolo lì, seduto su una scomoda sedia di legno a osservare foto di un volto che a lui era proprio sconosciuto.

"Ti dico che lo conosci bene invece!" Ripeté Clarissa mostrandogli nuovamente la foto che l'uomo aveva come profilo di Facebook.

"Te lo ripeto..." disse ancora Alec raccogliendo tutta la calma che riuscì a trovare "non ho la minima idea di chi sia!"

"E INVECE SI!" Urlò la ragazza perdendo la pazienza, si alzò dalla sedia e si sporse verso Alec da sopra il tavolo appoggiando saldamente le mani al legno lavorato del mobile.

"TU SAI PERFETTAMENTE CHI È!" Clary si fermò nuovamente prendendo fiato e cercando di calmarsi. "Magnus Bane è la persona più egocentrica, vanitosa e piena di se che io conosca. È in assoluto la prima donna delle prime donne. Però è anche gentile, buono e generoso più di chiunque altro. E ha dato tutto per te, anche la sua vita. Questo cerca di ricordartelo."

Alec deglutì per un attimo... sentiva che qualcosa cercava di raggiungere la sua mente. Strisciava tra il tornado di ricordi che aveva in testa cercando disperatamente di venire fuori. E Alec si impegnò davvero, cercò di afferrarlo, ma poi quello cadde giù disperdendosi in quel casino che era la su vita.

"Nessuno gli ha chiesto di farlo..." disse cercando di sopprimere quello strano sentimento che lo stava inondando.
Era forse senso di colpa? Nostalgia per un amico perduto? O qualcosa di più?

"LUI TI AMAVA!" Strillò la ragazza scioccata dalle parole del più grande. Nonostante la sua piccola stazza Clary era perfettamente in grado di mettere in soggezione le persone.

Alec fece un piccolo sbuffo, soffiando verso l'alto per cercare di mandare via un ciuffo di capelli corvini che gli era ricaduto sugli occhi. "Si certo..." disse con sarcasmo poi.

"È così!" Ribatté lei "lo so perché io e lui parlavamo spesso quando aveva il turno al mio piano! E nell'ultimo periodo eri l'argomento principale! Ti descriveva come una persona speciale... devo ammettere che sono delusa da quello che sei in realtà..."

"forse se mi sono dimenticato di lui è perché non sono il solo ad essere deludente..."

Alec fece un sorriso maligno "forse se mi sono dimenticato di lui è perché non sono il solo ad essere deludente..."

Non voleva ripeterlo... lui non era così.
Riprenditi! Si disse dandosi uno schiaffo mentale.
Non ascoltarle! Non ascoltarle!

Nell'ultimo periodo le voci si erano fatte sentire di rado -forse erano stanche della sua vita noiosa- ma quando si facevano vive o gli facevano fare una cosa completamente giusta o una orrendamente sbagliata.
Alec iniziava a chiedersi da che parte stessero.

"STAI SCHERZANDO VERO?" Urlò la ragazza e Alec rimase impietrito. Ne aveva tutte le ragioni. Anche lui si odiava in quel momento. Certo era una persona scontrosa, silenziosa e molto poco socievole. Spesso faceva battute cattive per nascondere la sua insicurezza, ma non era una persona cattiva.

Abbassò lo sguardo osservando le sue scarpe logore che mai gli erano sembrate così interessanti.
"Io me ne vado." Fece alla fine alzandosi dalla sedia. Se doveva ricordarsi di quel Magnus -che evidentemente era stato molto legato a lui- quello sicuramente non era il modo migliore per farlo.

"Cosa?" Esclamò Clary "Alexander Gideon Lightwood torna subito qui!"
Alec si stupì... quel Magnus doveva sapere molte cose su di lui, o almeno credeva che fosse stato lui a dire alla rossa il suo secondo nome e il suo cognome.

Ignorò la ragazza e continuò per la sua strada ritrovandosi, però, Simon appoggiato alla porta, le braccia incrociate e un sorrisetto sulle labbra.

"E così... sei un Lightwood..." disse continuando a sorridere.

~

Simon: vieni da me il prima possibile... c'è qualcuno che penso tu voglia vedere.
XOXO

~

Jace uscì dall'edifico esausto. Non aveva mai avuto un turno notturno più duro di quello. Neanche quando la corrente era saltata -proprio quando stavano restaurando il contatore di emergenza- e tutti i pazienti erano usciti dalle celle scatenando un pandemonio.

Camminò per le fredde strade di Brooklyn e -quando fu in procinto di attraversare il ponte che sovrastava il fiume- si prese un attimo per osservare il sole sorgere colorando tutto il cielo di un rosso fuoco.
Sarebbe rimasto lì ad ascoltare il silenzio regnare, per una volta, sulla città. Sarebbe rimasto lì parecchi minuti, se non avesse saputo che, a casa, avrebbe trovato una ragazza che aveva i capelli di un colore ancora più bello di quello dell'alba.

Si affrettò ad arrivare a casa sperando di poter finalmente passare un po' di tempo con la sua ragazza, peccato che quest'ultima fosse sopraffatta dall'ansia.

"Jace!" Disse forzando un sorriso e saltandogli tra le braccia.
"Abbiamo un problema..." disse subito dopo allontanandosi e indicandogli Alec.

"Oh... si, so che non possiamo tenerlo qui per sempre però-"
"Non è quello che intendevo." Lo interruppe lei. "Si è completamente dimenticato di Magnus."
"Ah... che grande seccatura..."
"Tutto qui?" Chiese Clary sorpresa dalla risposta disinvolta del suo ragazzo.

Jace rifletté un attimo cercando di ricordarsi i vari metodi usati da Valentine con le svariate creature -così le chiamava lui- che gli erano capitate in "cura".

"Banshee..." sussurrò pensieroso "forse so chi potrebbe aiutarci..." disse infine illuminandosi.
"Chi?" Chiesero in coro Clary e Simon -che li aveva da poco raggiunti.-
"Alec." Rispose il biondo indicando il ragazzo che se ne stava sul balcone a osservare la città svegliarsi.

~

"È una cosa ridicola." Disse Alec scuotendo la testa. Stavano solo perdendo tempo. Tempo che lui avrebbe potuto usare per salutare sua madre ed Izzy per poi scappare da quel posto.

"Questo lo dici perché non hai mai imparato ad usare davvero i tuoi poteri."
Jace aveva fatto chiudere tutte le tapparelle del soggiorno facendo in modo che la stanza diventasse completamente buia. Aveva acceso solo una piccola lampada, posizionata sul tavolo, e aveva appoggiato su quest'ultimo un foglio con pastelli e matite.

Non sapeva se avrebbe funzionato, ma doveva provare.
Alec osservava scettico il foglio bianco e i colori posizionati accanto.
"Non so neanche da dove devo partire." Disse poi scuotendo ancora la testa.

"Ascolta me." Jace si bloccò per un attimo cercando le parole per cominciare "concentrati e pensa al tempo che hai passato in manicomio. Pensa a cosa ti dava la spinta di continuare. Pensa alle emozioni contrastanti che provavi. Pensa ai momenti belli, felici, e a quelli brutti. al dolore che hai provato, alle ferite che ti sono state inflitte. Pensa a chi ti ha curato quelle ferite..."

E Alec lo ascoltò, lo ascoltò per davvero.
Non gli venne in mente una vera e propria persona però... quello che riusciva a percepire erano emozioni, ma neanche loro erano davvero chiare. Sembravano coperte da una pellicola trasparente. Lui sapeva che c'erano, sapeva che emozioni erano. Ma non riusciva a provarle.

Però questo bastò. Le sue mani presero a muoversi sul foglio, inizialmente tracciando linee con la matita e successivamente con i colori.
Stavano disegnando qualcosa che neanche Alec sapeva di conoscere.

Quando si risvegliò da quella specie di trance afferrò il foglio speranzoso di trovarci qualcosa di utile, ma non fu così.
Aveva deluso tutti, come sempre.

"Alec..." sussurrò Jace "allora?" Domandò visto che il moro non fece vedere a nessuno il risultato.

"Non è niente di utile." Rispose seccato "solo degli stupidi petali blu."

VA BEH, ORMAI LO SAPETE CHE IO AGGIORNO SEMPRE AD ORARI IMPROPONIBILI XD
COOOOMUNQUE, VOLEVO RINGRAZIARVI DAVVERO PER IL SUPPORTO CHE MI STATE DANDO, VI ADORO! FATEMI SAPERE SE IL CAPITOLO VI È PIACIUTO E COMMENTATE (mi diverto a leggere i vostri scleri 🙃)

XOXO CC⚡️

Trouble|| Malec Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora