Il silenzio era caduto su tutti i presenti. Un silenzio che portava stanchezza, delusione e pensieri negativi.
Nessuno di loro voleva lasciare dei poveretti in quell'edificio malandato, pieno di crudeltà e dolore.Però -Simon, Clary e Jace- non erano nessuno senza Alec. E Alec non era nessuno senza una motivazione.
Certo, la possibilità di salvare centinaia di vite, da delle atrocità che aveva subito in prima persona, era già una motivazione più che valida. Ma tutti sapevano che non era sufficiente.Come -quando doveva spaccare quell'enorme portone di vetro- non lo era stato la possibilità di salvare la sua vita. C'era riuscito solo quando Regina gli aveva nominato Magnus.
Solo che ora non c'era nessun Magnus da nominare. Non per Alec almeno.Il sole era già sorto da qualche ora e nessuno aveva aperto bocca per dire più di una parola. Ad interrompere quel silenzio eterno ci pensò il citofono che squillò, facendo saltare in aria tutti i presenti, che avevano già i nervi tesi come delle corde di violino.
Simon si riprese da quella strana sensazione di panico che gli aveva stretto lo stomaco in una presa mortale, come se avesse paura che qualcuno fosse arrivato per portare di nuovo via la sua amica.
Si alzò dalla poltrona, quando si ricordò del messaggio che aveva inviato, e andò ad aprire.Dopo neanche due minuti la porta si spalancò e sulla soglia comparve Isabelle Lightwood, perfettamente meravigliosa stretta nei suoi jeans neri e nel suo giubbotto di pelle del medesimo colore.
Riesce ad emanare luce anche vestita di quel colore... pensò Simon prendendosi un attimo per ammirarla.
"Allora..." disse sorridente entrando nell'appartamento "cosa volevi mostr-" Izzy si interruppe appena vide Alec alzarsi dal divano. Il sorriso scomparve dal suo viso lasciando il posto ad un' espressione stupita.
Alec d'altronde non era da meno: la bocca leggermente aperta e le sopracciglia alte sulla fronte. Sembrava soprappensiero, come se stesse cercando di capire come Isabelle avesse fatto a scoprire dove fosse.
Certo, lei riusciva sempre -in qualche modo ad Alec sconosciuto- a spuntare sorprendendo tutti.Fece per dire qualcosa ad Izzy, ma poi sembrò illuminarsi.
"Tu sei quel maledetto nerd che si fa mia sorella!" Disse voltandosi di scatto verso il vampiro.Simon arrossì, ma prontamente rispose "beh lei non sembra molto contraria generalmente."
"Le hai mangiucchiato il collo!" Lo accusò ricordandosi del morso che mesi prima aveva notato sulla pelle di lei.
"Avevo bisogno di sangue!"
"Questo non ti da il permesso di sgranocchiarla!"
"Non l'ho... sgranocchiata... e poi si è offerta lei!""RAGAZZI!" Esclamò la ragazza sentendosi chiamata in causa. "Primo... non mi va che voi due parliate di certe cose... Secondo... non mi ha sgranocchiata" disse mimando delle virgolette con le dita "mi ha morsa. Terzo... mi vuoi spiegare che cavolo ci fai qui????" Concluse non riuscendo più a trattenersi e andando ad abbracciarlo.
"Sono scappato." Fece lui scrollando le spalle.
"Da solo?"
"Con un piccolo aiuto..."
"Mh e chi sarebbe questo piccolo aiuto?" Chiese la ragazza con una faccia maliziosa che ad Alec proprio non piaceva "per caso un certo strafigo, alto, magro, con la pelle ambrata e uno stile pazzesco?""Se ti stai riferendo a questo Magnus che tutti continuano a nominare ti avverto che non mi ricordo chi sia."
Isabelle fece una faccia che sembrava dire "sono finita in un universo parallelo dove mio fratello è diventato un rincoglionito che non conosce la persona di cui in realtà è completamente innamorato, rovinando così la mia otp. Oh mio dio uccidetemi che è meglio."E in effetti era proprio quello che stava pensando.
Clary e Jace -che fino a quel momento erano rimasti in disparte- spiegarono ad Isabelle cos'era successo mentre svariate emozioni -concentrate maggiormente tra la rabbia e l'odio- passavano sul viso della ragazza.
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Trouble|| Malec
Fanfiction"È che... Sono un mostro." Disse, la voce ridotta a un sussurro. "Non tutti i mostri fanno cose mostruose." Sorrise dolce Magnus. "Secondo mio padre si." Ribatté Alec rimettendosi a piangere "secondo lui sono matto, sono folle..." Magnus si sedette...