CAPITOLO 5

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Arrivata a casa avevo la solita sensazione di vuoto, misto ad ansia. Da lontano sento il lieve suono del violino che riempie tutta la casa. Tolgo le scarpe, provo a non fare rumore, ma é quasi impossibile per il parquet che scricchiola ad ogni passo. Percorro tutto il lungo corridoio cercando di rimanere invisibile.
Mi chiudo nella mia stanza dove ormai é situato il mio mondo, é tutta  bianca, come il nulla spezzato dal nero di una frase che ho attaccato al centro della stanza: NOBODY'S PERFECT nessuno é perfetto. Quando la leggo, a volte mi sento meglio, ma oggi non é così. Mi viene alla mente di quando ero piccola ed ero sempre quella all'ultimo banco che reputavano stupida, la bambina che gli veniva sempre chiesto di fare tutto e lei era troppo buona e lo faceva ma ci rimaneva sempre  male. Apro l'armadio per prendere abiti asciutti.
Ero quella che faceva sempre complimenti a tutti sperando che ricambiavano  ma non succedeva mai. Forse ero troppo buona o gli altri troppo cattivi.
Mi avvio verso il bagno.
Dopo ho sempre cercato di essere indifferente ma quello che dicevano di me, mi faceva sempre troppo male. Apro l'acqua della doccia mi svesto buttando tutti miei vestiti. L'acqua calda mi scivola su tutto il corpo, mi piace pensare che lascia cadere tutti i miei difetti, che uscita da quella doccia sarò veramente perfetta, NOBODY'S PERFECT. Si nessuno é perfetto. L'acqua continua a scivolare sul mio corpo, pian piano sento che si fa sempre più fredda, un brivido percorre tutto il mio corpo, sono stanca di pensare a tutto questo, cerco di nascondere i miei pensieri sotto tutti gli altri. Esco dalla doccia cercando di non pensare a niente mi rivesto e corro in camera. Appena apro la porta mi ritrovo la frase NOBODY'S PERFECT, salgo sul letto e comincio a strapparla via. Nessuno é perfetto. Soprattutto io che tra mille difetti e mille pensieri non riesco mai a trovare la mia felicità.

Il Suono Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora