CAPITOLO 9

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IL SUONO DEL SILENZIO
CAPITOLO 9
Appena sveglia sento un leggero giramento di testa, c'è mia madre accanto al mio letto, mi guarda con occhi severi ha la bocca leggermenta tirata come una smorfia, la piccole rughe che ha in torno alle labbra adesso sembrano solchi ,ha assunto una posizione buffissima ,che mi fa lasciare un piccolo sorriso.
«Bea ti rendi conto che ore sono? sei in ritardo.» senza neanche rivolgermi un piccolo sguardo esce dalla stanza ,contrariata e lasciando la porta aperta. Io mi alzo lentamente come se avessi tutto il tempo del mondo,la testa mi continua a girare ma cerco di non farci caso. Dalla finestra entra una luce calda e delicata, la stanza sembra divisa in due, una parte piena di luce che fa risaltare tutti i colori più belli della mia camera come la scrivania che è in un angolino dalla stanza è di un lillà chiarissimo spezzato dal bianco. Dall'altra parte c'è solo ombra che fa sembrare tutto più cupo e triste. È bellissimo pensare che durante l'ora del giorno, silenziosamente i raggi del sole ricopriranno tutta la mia stanza, come un'enorme coperta di luce. «Beatrice ti decidi a scendere» la voce di mio padre rimbomba per tutta casa, spezzando i miei pensieri.
«si.pa' sto scendendo adesso»percorro le scale più velocemente che posso e mi preparo in meno di dieci minuti. Lego i capelli in una coda spettinata,mi vesto senza far caso ai particolari e scappo via dalla porta principale, senza neanche salutare.
Arrivata davanti la scuola sono già tutti dentro. Ovviamente non c'è più Andrea ad aspettarmi.
Entro in classe con la testa bassa, sono tutti già seduti e il professore di matematica mi fissa arrabbiato, ma io non lo guardo neanche negli occhi e vado a sedermi.
Mi stupisce sapere che Andrea oggi non è venuto è brutto pensarlo ma mi da sollievo non avere sempre quei occhi di ghiaccio adosso.
«Ciao Bea» lo dice  sussurrando e con un leggero sorriso che io ricambio «Ciao  Sebastian» « come mai così tardi?»  «Non mi andava di alzarmi» ride facendo una smorfia «E questa sarebbe una buona motivazione signorina?!» lo dice in modo buffissima, portando una mano ai fianchi e chiudendo gli occhi. Sono subito scoppiata a ridere «E certo che cosa c'è di più importante che dormire?» anch'io credo che sono stata molto buffa, perché lui è scoppiato in una risata fragorosa che ha sentito tutta la classe e ovviamente anche il professore, si sono subito girati verso di noi io sono tutta rossa per la vergogna. «Beatrice non solo entri tardi ma fai anche casino e soprattutto tu Sebastian Se non siete interessati alla mia lezione uscite di corsa!» ho ancora tutti i sguardi adosso, mi incominciano  a sudare le mani e sentire un enorme ansia crescere piano piano. Mi alzo per prima seguita da Sebastian, le gambe sembrano non seguirmi più, una volta in corridoio tiro un sospiro di sollievo in tanto davanti a me Sebastian continua a ridere a crepapelle «ma lo hai visto è diventato tutto rosso per la rabbia sembrava un enorme pomodoro» stava ridendo così tanto che non riusciva a stare in piedi.
Più lo vedevo ridere  e più mi piaceva.
« Ma cosa ridi siamo nei guai,»lo dico con una risata trattenuta,lui si asciuga le lacrime venute per il troppo ridere « dai tranquilla non possono farci niente al massimo ci sospendono»
«Ah va benissimo  che importa. Ci vuole proprio una sospensione all'inizio dell'anno».
Lo dico andando verso un angolo del corridoio e sedendomi a terra con le gambe incrociate. Lui rimane vicino la porta. I suoi capelli color crema sono spettinati e tutti in disordine,gli occhi color smeraldo mi trasmettono tranquillità è come se lo conosco da sempre e il suo sorriso lo guarderei per ore intere.
«Ti va qualcosa della macchinetta?» «No,no grazie non ho fame» e scompare dietro l'angolo del muro. Il corridoio è freddo e silenzioso si sente solo qualche rumore di passi proveniente dal piano superiore, dalle finestre serrate filtra poca luce. Sembra un'atmosfera quasi spetrale.  Vedo Sebastian alla fine del corridoio con 6 pacchetti di patatine che tiene tra le braccia, e due coca cola ha così tante cose in mano che dondola,ogni volta sembra che farà cadere tutto. Mi alzo ridendo per aiutarlo,prendo tre pacchetti di patatine dalle sue braccia e una coca cola, insieme andiamo a risederci dove stavo prima. Mi porge davanti le gambe la coca cola e i pacchetti di patatine. «Grazie mille» lo dico un po' imbarazzata ,credo che sono diventata tutta rossa, mi fa un sorriso dolce che io ricambio subito. Si siede delicato vicino a me con le gambe incrociate  e con i suoi occhi di smeraldo mi guarda incuriosito ,quando vorrei essermi sistemata un pochino meglio i capelli.
«sei molto bella» un brivido mi attraversa il corpo l'ansia comincia a salire «io?»  fa sospiro, mi sorride come solo lui può fare «si proprio tu» delicatamente mi prende la mano e si avvicina piano sento il suo respiro che si intreccia con il mio. I suoi occhi sono caldi, le labbra sfiorano delicatamente le mie...
La porta della classe si apre di scatto, facendo un suono che rimbomba per tutto il corridoio e il professore di matematica rimane a guardarci stupito. Appena capiamo cosa succede Sebastian si allontana di scatto e io mi alzo velocemente, facendo cadere tutte le patatine e la coca cola a terra che di certo non ha migliorato la situazione « Ragazzi ma cosa fate? Guarda che hai combinato rientrate subito» lo dice urlando facendolo sentire a tutta la classe che ovviamente sono scoppiati a ridere. Sebastian raccoglie le patatine ancora chiuse ed  entra per prima anche lui è tutto rosso come me, in questo momento vorrei solo sparire per l'imbarazzo ovviamente tutti continuano a  fissarci...

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