Nuova amicizia

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<Che dolci che siete!> Esclamò Azzurra una volta scesi dal palco.
<Dite che abbiamo dato spettacolo con quel bacio?> Chiesi d'un tratto preoccupata.
<No! Ma che dici! Non ti
preoccupare!> Esclamò Marika.
<Ora, se non vi dispiace, vorrei portare a cena fuori questa bellissima ragazza.> Disse Benjamin indicandomi. Io sorrisi. Ora sarebbe diventato un appuntamento "normale".

Credevo mi volesse portare in pizzeria o in una trattoria. Invece mi portò in un ristorante, pure abbastanza caro.
<Perché questo appuntamento così...galante e speciale?> Chiesi sedendomi al tavolo. Il ristorante non era pieno ma camerieri di classe vagavano per i tavoli a prendere gli ordini o a portare ai clienti piatti dall'aspetto delizioso. Il locale tendeva al colore bianco. Tovaglie bianche, tende bianche e luci bianche. Il tutto coordinato dalle pareti rosa antico.
<Per festeggiare la mia prima canzone dedicata a te.>
Disse afferrandomi la mano. Io sorrisi, cercando di non apparire lusingata.
<E poi questo è il nostro primo appuntamento come...>
<...una coppia?> Completai io.
<Una coppia.> Ripetè lui.
<Ti è piaciuta la canzone?>
Mi chiese.
<Tantissimo. >
Un brivido mi percorse la schiena quando ripensai a quel magnifico testo dedicato a me.
<Prendimi per mano e ti amerò un'ora>
Cominciò a cantare Benji.
<Se poi lo vorrai, ti amerò ancora> Continuò. Un altro brivido percorse tutto il mio corpo.
<Prendimi per mano e tutto avrà senso>
La sua voce. La sua mano che mi stringeva. Quel testo.
<Te lo prometto, sarà perfetto>
Stringevo la sua mano, come se avessi avuto timore di poterlo perdere, lasciarlo andare via in quel momento.
<Prendimi per mano, e non lasciarmi mai.>
Battei le mani, senza farmi sentire dalle persone attorno a noi.
<È stupenda.> Ripetei per la millesima volta.
Ad un tratto Benjamin si fece serio. Incrociò le braccia sul tavolo e mi guardò intensamente negli occhi.
<Mi sto innamorando di te, ogni giorno di più.>
Cercai di non emozionarmi. Lui si stava innamorando di me. Io mi stavo innamorando di lui. Eppure cercavo quasi di respingere questa sensazione. E se poi tutto finisse all'improvviso? Avevo paura di soffrire, di rimanere ferita da questa storia. Mi ero affezionata a Benjamin e mi stavo innamorando di lui. L'idea che mi potesse lasciare mi torturava.
<Anche io mi sto innamorando di te.> Sussurrai infine.

Passammo una serata fantastica, non avevo mai riso così tanto e non avevo mai parlato così tanto vivamente con una persona.
Quando aprimmo la porta del casale stavamo ancora ridendo.
Le luci dentro erano spente e il divano letto era occupato da due corpi sotto un ammasso di coperte.
<Dormono giá tutti?> Sibilai.
Ben si guardò attorno ed annuì. Poi mi prese per mano e mi trascinò dentro la nostra stanza.
Mi sedetti sul letto e aprii il cassetto di Ben, estraendo una sua maglietta. Adoravo dormirci.
Ben intanto si era già levato i pantaloni e la maglietta.
Io incominciai ad incamminarmi verso il bagno. Benji mi afferrò per un polso e mi disse: <Ancora non ti vuoi spogliare in mia presenza?> Mi chiese.
Ben alzò le mani. <Non guardo. Può essere un primo passo.> Disse poi mettendosi a pancia in sotto sul letto e schiaffò la faccia sul cuscino.
<Va bene.> Dissi alzando gli occhi al cielo. Non è che non mi fidassi di lui. È solo che non avevo mai avuto una relazione prima e mi sembrava troppo presto per una come me.
Una volta spogliata ed infilata la maglietta di Ben mi infilai sotto le coperte e mi lasciai accogliere dalle sue braccia, rannicchiandomi in posizione fetale.
<Ti amo.> Mi sussurrò.
<Anche io.> Risposi.
<Anche tu cosa?> Chiese divertito.
Sbuffai sorridendo ed alzai gli occhi al cielo. <Anche io ti amo.>

Sbarrai gli occhi. Fuori era mattina. Il letto era vuoto. Mi guardai intorno nella stanza. Benji non c'era. L'unica cosa che trovai fu un biglietto. "Sono uscito con Azzurra, Marco e Marika. Torniamo presto. Ciao. P.S. Ti amo."
Sorrisi leggendo le poche parole scritte a penna. Piegai il post-it e lo misi dentro una delle mie pochette.
Mi vestii di fretta ed uscii dalla stanza.
Il salotto era vuoto ed ordinato. Mi chiesi dove fosse Federico. Presi il telefono e mi buttai sul divano. Scrollai Instagram e altri social, ma a quanto pare nel mondo non era successo nulla di interessante. Quando entrai su Twitter andai a vedere alcuni tweet di qualche fan dei ragazzi. Molte erano sconcertate dal bacio che ho dato a Benji sul palco. Altre erano serene, felici per lui. Preferivo più la seconda categoria.
Mi annoiavo a stare da sola perciò decisi di verificare la presenza di Federico in casa.
<Fede!!!> Urlai.
<Sono qui!> Sentii la voce attutita dalla porta, proveniente dalla sua stanza. Mi precipitai verso il corridoio e quando arrivai davanti la sua porta bussai due volte. <Posso entrare?> Chiesi. Per una volta nella vita avevo bisogno di compagnia e non c'era praticamente nessuno!
<Entra.>
Aprii la porta e rimasi quasi pietrificata nel vederlo. Aveva gli occhi umidi, realizzai solo dopo che stava piangendo.
Mi avvicinai a lui.
Teneva un quaderno tra le mani, ma decisi di non impicciarmi.
<Che succede?> Gli chiesi con tono dolce.
Lui sorrise. <No, niente. Leggendo questo ogni tanto mi viene da piangere.> Mi spiegò indicando il quaderno che teneva in mano.
<Cos'è?> Chiesi.
<Era il diario di mia sorella Yara, è morta un po' di anni fa.> Spiegò.
<Oh, mi dispiace molto, non ne avevo idea.>
<Oh, no non ti preoccupare. Mi piace rileggere quello che ha scritto qui.>
Sembrava essere quasi felice quando raccontava di lei.
<Dove sono andati gli altri?> Chiesi per cambiare argomento, magari non voleva parlare di lei con me.
Fede mise il diario dentro un cassetto.
<Non ne ho idea. Dormivo quando sono usciti. Comunque credo siano usciti molto presto.>
Mi sedetti sul letto affianco a lui. In quel preciso istante il mio cellulare iniziò a squillare. Sul display apparve la foto di mia madre.
Decisi di rispondere.
<Pronto?>
<Hey, Maya!>
<Cosa c'è?>
<Tanto tempo fa non mi avevi chiesto di andare ad Amsterdam?>
Sgranai gli occhi. <Bè sì, è una delle mie città preferite. Perché?>
<In Agosto ci andremo!> Esclamò.
Quasi non potevo crederci!
Sarei andata ad Amsterdam!
Stavo per esultare ma poi cercai di ragionare. <Mamma, non posso venire.>
<Perché?>
<Perché sto qui, ho i miei amici e poi ad Agosto Benji e Fede si esibiranno ad un importante festival. Non posso andarmene.>
<Come vuoi. Noi lo facciamo per te. Ne riparleremo.>
<Come vuoi.> Dissi agganciando la telefonata.
<Chi era?> Chiese Federico.
<Mia madre. Vuole andare ad Amsterdam, io non verrò.>

Passarono circa due ore. I ragazzi ancora non erano tornati. Io e Fede ci inventammo nuovi passatempi e devo dire che ci divertimmo molto. Mi trovavo bene con Federico, potevamo essere davvero ottimi amici.

Scappiamo a New York? |BENJAMIN MASCOLO CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora