Amore difficile da gestire

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Era passata una settimana da quando mi ero chiarita con Ben, e tutto sembrava essere tornato alla normalità. Eccetto una cosa, Benji non sapeva ancora niente di quel che era successo tra me e Fede. In realtá non era successo nulla di che, eravamo usciti qualche volta e ci eravamo dati un bacio, però dovevo dirglielo, ma non trovavo mai il momento giusto per farlo. In quel periodo viveva immerso nella musica, cercava di comporre le canzoni adatte al Festival. Azzurra aveva buttato giù qualcosa e secondo Ben funzionava. Anche Ben ogni tanto scriveva qualcosa, ma ne parlava vagamente. Chissà se aveva una canzone ben precisa in testa.
Del resto sembrava andare tutto alla perfezione.
Come ogni pomeriggio ce ne stavamo a mollo nella piscina, tutto insieme.
<Sono seriamente preoccupato per il Festival, dovremmo già provare, ma ci manca ancora una canzone.> Disse Benjamin mentre se ne stava appoggiato al bordo della piscina. Federico lo guardò interrogativo. <Ma che dici? Non abbiamo finito ancora nessuna canzone. Ce ne mancano due.>
Benjamin fece un sorriso malizioso, era tremendamente sexy quando sorrideva in quel modo.
<Questo lo dici tu. Dopo ti farò sentire quello che ho composto e dimmi che ne pensi.>
Fede annuì.
<Faccelo sentire ora.> Esclamai io avvicinandomi ancora di più a lui, in modo tale da sentire la sua pelle a contatto con la mia.
<Magari un'altra volta. Prima vorrei farla sentire in privato a Federico, se non ti dispiace.>
<No, ma figurati.>
<Squilla un telefono.> Disse Azzurra indicando il casale.
Ben si voltò e dopo uscì dall'acqua.
<È mio.> Disse correndo dentro.
Lo guardammo andarsene. Appena superò il corridoio, ben visibile dalla piscina, Marika si avvicinò a me.
<Ancora non gli hai detto nulla di quel che è successo fra te e Fede.> Disse guardando prima me e poi Federico.
Io mi immersi di più facendomi piccola piccola sotto il suo sguardo.
<Non ho trovato il momento giusto.>
<Non ci sarà mai il momento giusto!>
Ammutolii. Aveva ragione, però non volevo metterlo di cattivo umore in un periodo come quello che stava passando. Era sereno, pensava al Festival, era felice. Però se fosse stato triste non avrei mai lasciato farlo soffrire ulteriormente. Marika aveva ragione, non c'era un momento giusto.
A distogliermi dai miei pensieri fu Benjamin, che fece capolino dal finestrone.
<Vuoi sentire la canzone?> Chiese a Federico, il quale uscì dalla piscina ed entrò dentro casa.
Eravamo rimaste io, Azzurra e Marika. Marco era a lavoro, come sempre. All'inizio dell'estate anche io volevo procurami un lavoro, bè, come si può notare non ho avuto alcuna voglia di farlo. Benjamin e Federico stettero per molto tempo chiusi dentro. Tanto che il sole incominciò a tramontare e noi uscimmo dall'acqua.
Mi feci una doccia e mi  vestii in bagno. Quando tornai in camera per mettere a posto le mie cose, vidi Benjamin seduto al bordo del letto. Guardava fuori dalla finestra, forse non mi aveva nemmeno sentita entrare.
<Tutto bene?> Gli chiesi.
<No.>Rispose lui serio.
Mi avvicinai per vederlo in faccia.
<Che succede?>
<Succede che tu mi hai lasciato perché non ti ho detto di un bacio che c'é stato secoli fa. E io che mi sono pure dispiaciuto. Mi hai fatto la predica perché dobbiamo essere sinceri tra di noi, però poi tu non mi dici che hai baciato il mio migliore amico. E non solo, sei uscita con lui. Più di una volta.>
Chiusi gli occhi e guardai a terra. Federico doveva averglielo detto. Non lo biasimo, Benji era il suo migliore amico.
<Mi dispiace tanto.> Dissi con voce spezzata. <Devi sapere che tra me e Federico non c'è assolutamente niente, io...>
<So che tra di voi non c'è niente! Non sono arrabbiato perché vi siete baciati. Lo sono perché tu non me lo hai detto.>
Fece una pausa, <Dopo quello che mi hai fatto solo perché ho baciato Azzurra mesi fa, tu hai avuto il coraggio di nascondermi questo.> Disse con gli occhi umidi di lacrime.
<Io te lo avrei detto.>
<Non mi interessa!> Urlò.
Si rese conto di aver alzato troppo il tono e subito dopo lo abbassò dicendomi: <Forse non siamo fatti per andare d'accordo.>
Io scoppiai a piangere davanti a quelle parole. <Io ti amo.>
Ben guardò altrove. <Anche io ti amo, ma non facciamo altro che farci del male. Io non voglio soffrire. E neanche tu meriti di star male.> Disse con aria triste.
Annuii. Forse aveva ragione, non eravamo fatti poi l'uno per l'altra. Perché doveva essere tutto così difficile? Quando stavo con lui mi sembrava che il mondo fosse un posto perfetto, ma ogni volta che ci allontanavamo, attimi brutti e problemi irrisolvibili mi si presentavano davanti e il mondo diventava tutt'a un tratto un inferno.

Scappiamo a New York? |BENJAMIN MASCOLO CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora