Non sono sola

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Mia madre mi guardò stupefatta, come se avesse visto un fantasma davanti gli occhi. Io intanto stavo cercando di non piangere.
<Ti senti messa da parte da me e tuo padre?>
Finsi una risatina. <Messa da parte....quante volte vi siete dimenticati di me? Di venire a prendermi a scuola, venire ai miei saggi, farmi gli auguri il giorno del mio compleanno...>
<Ti abbiamo sempre detto che ci dispiace...>
<Quante volte vi è dispiaciuto veramente?>
<Maya, devi capire che la nostra vita è piena di impegni, può capitare avvolte che qualcuno si dimentichi alcune cose.>
<Però di Anastasia non vi dimenticate mai, senza offesa per lei, ovviamente.>
<Cosa dici?>
<Andiamo, vi ricordate anche il giorno nel quale le è caduto il primo dentino. Io il mio primo dente da latte lo misi sotto il cuscino e lì rimase per una settimana. Neanche vi eravate accorti che avevo una finestrella.> Forse avevo scelto un argomento banale, il primo
dente mancante. Ma era un esempio che valeva come gli altri episodi.
<Sono sempre stata inesistente per voi.>
Conclusi, poi tornai in camera. Avevo esagerato? Forse. Ma ero stufa di starmene all'angoletto, ignorata da tutti.
<Mi dispiace.> Disse Anastasia chiudendo la porta della nostra stanza.
<Non è colpa tua, tu non c'entri niente.>
<Lo so, però magari avrei potuto fare qualcosa.>
<Non fa niente.>
Mi guardai la punta dei piedi. Non sapevo come stavo, il mio stato d'animo. Non mi riconoscevo più. C'era qualcosa che stava cambiando in me, e magari era Benjamin che la stava cambiando.
<Che ne dici se ci distraiamo un po'?>
Propose Anastasia.
<L'ultima volta non è finita bene.> Dissi io.
<Magari possiamo andare al mare, che ne dici?>
Senza pensarci due volte accettai. Non perché avessi voglia di stare sotto un ombrellone a non far niente. Ma perché pensai che magari mia sorella aveva bisogno di distrarsi. Rimanere a casa a piangersi addosso non era bellissimo.
Entrambe indossammo il costume e i pantaloncini, poi con il suo motorino arrivammo in spiaggia.
Negli ultimi tempi ero stata sotto l'ombrellone dei miei amici. Mi fece uno strano effetto ritornare alla terza fila.
<Ti vieni a fare il bagno?>
Guardai il mare. Con poche persone avevo fatto il bagno nella mia vita. E tra quelle c'era Benjamin. Mi mancava. E tanto.
<Andiamo.> Risposi alzandomi.
Non restammo molto in acqua. Ci annoiavamo.
Mentre ci asciugavamo sotto il sole cuocente Anastasia decise di andare al bar per prendere un po' d'acqua.
Rimasi sola, a guardarmi intorno. La solita spiaggia, il solito mare. Con Ben era diverso. Era tutto più bello.
<Maya!> Una voce maschile mi chiamò alle mie spalle. No, non era Benjamin.
<Fede.> Risposi alzandomi in piedi.
Accanto a lui c'era Azzurra, con il suo solito sorriso impeccabile.
<Che ci fai qui?>
<Sono venuta con mia sorella. Voi?>
<Siamo noi con Marco e Marika.> Rispose Azzurra.
<Ben non c'è?>
Federico scosse la testa. <Sta molto male.>
<Anche io.>
<Se tu volessi ritornale al casale, noi non vediamo l'ora.> Mi disse Azzurra.
Mi avvicinai a lei e l'abbracciai. Lei c'era sempre stata per me, da quando ci eravamo conosciute. Sì, potevo considerarla amica. Vera amica.
<Maya!> Urlò Marika avvicinandosi a me mentre teneva la mano di Marco.
<Oh, ciao.> La salutai.
<Noi andiamo a farci il bagno. Vieni pure tu?>
Scossi la testa. <Sono appena uscita dall'acqua, grazie comunque.>
Marika e Marco iniziarono a correre verso la riva insieme ad Azzurra. Federico rimase di fronte a me. Lo guardai con aria interrogativa.
<Perché non sei andato con loro?>
Lui guardò i suoi amici e la sua ragazza immersi nell'acqua, poi tornò a voltarsi verso di me.
<Forse avevo voglia di parlarti.>
<Parlarmi di cosa?>
<Non lo so. Sai, al casale manchi a tutti.>
<Tutti tutti?>
<Ad Azzurra sicuro. E anche a me.>
Mancavo a Federico? Cos'eravamo diventati io e Fede nell'ultimo periodo? Ottimi amici? Migliori amici?
<Ti manco?>
<Sì. Ecco, vedi, nell'ultimo periodo abbiamo legato parecchio. Diciamo che non mi sarebbe dispiaciuto passare del tempo in più con te.>
Sorrisi divertita. <Vuoi per caso passare altro tempo con me?>
<Perché no?>
Guardai in basso senza smentire il sorriso che mi era apparso involontariamente sul volto.
<Okay. Non tornerò al casale per ora. Ma magari sta sera ci possiamo vedere.>
Lui rise. <Sì, forte. Ehm, lo sai che ho una ragazza, vero?>
Risi ed alzai gli occhi al cielo. <Bè, dille la verità. Un incontro tra amici. Se vuole può venire anche lei.>
<Riferirò.>
Guardai verso i ragazzi. <Raggiungili, ti staranno aspettando.>
<Sì, ciao.> Disse iniziando a correre verso i suoi amici.
<Fede!>
Lui si voltò.
<Grazie.>
Mi sorrise e proseguì. Potevo contare su Federico. Era un ragazzo dolce. Non mi stupiva il fatto che Azzurra fosse innamorata di lui.

Quando tornai a casa mi feci una doccia e mi preparai per uscire con Federico e Azzurra. Mi sarei distratta ancora, non avrei pensato a Benjamin.
Quando il citofono suonò mi sbrigai ad aprire. Sulla soglia della porta trovai Federico.
<Azzurra?>
<Non viene.>
<Perché?>
<Sua zia l'ha bloccata a casa, dovevano fare non so cosa.>
<Oh, quindi siamo solo noi due?>
Federico si guardò intorno in imbarazzo. <A quanto pare sì.>
Si stava creando un clima di tensione che non mi piaceva affatto. Non ero pronta a passare una serata da sola con Federico.
<Non sei obbligato a stare con me se non vuoi.>
<Oh no, io voglio farti compagnia. Solo che...non pensi che il cinema sia troppo...>
<Romantico?>
Lui annuì.
<Sì, lo penso anche io.>
<Che ne dici di una pizza?>
<Oh ehm, va bene.>

Entrammo in una pizzeria che io non avevo mai sentito. Aveva le pareti in pietra ed i tavoli in legno senza tovaglia, ma con delle tovagliette di carta. Aveva l'aria di una trattoria, un clima accogliente ed amichevole.Del tutto diverso dal ristorante nel quale mi aveva portata Benjamin. Il cameriere ci disse che potevamo sederci dove volevamo, così scegliemmo un tavolo in fondo alla sala. Ci sedemmo, e afferrammo i menù delle pizze.
Si respirava un clima teso. La prima volta che avevamo passato del tempo insieme solo noi due non era stato così. Sembravamo fratelli.
Non spiccicammo neanche una parola finchè non ordinammo.
<Come va con Azzurra?> Chiesi per rompere il ghiaccio.
<Bene, bene. Tu con Benjamin?> Subito dopo si rese conto di ciò che mi aveva chiesto, e si scusò, anche se io non ebbi nessuna reazione.
<Tranquillo.>
<Mi è sembrato di capire, l'altra sera, che fra te ed Anastasia i rapporti sono migliorati. Non è così?>
Annuii. <Sì. Forse senza di lei non sarei riuscita a superare questo momento.>
<Forse. Ma ricorda che c'è Azzurra, c'è Marika. E ci sono io.>
Sorrisi. Avevo degli amici. Aveva ragione. Ma non mi sarebbe mai venuto in mente di chiedere aiuto a loro.
<Perché non torni al casale?>
<Per ora non me la sento di stare lì. Preferisco starmene a casa.>
<Partirai per Amsterdam in agosto?>
Chiese deluso.
<Non lo so.>
Federico assunse un'aria ancor più delusa.
<Mi dispiace Fede, ma tra me e Benjamin le cose sono cambiate. Forse cambieranno ancora da qui ad Agosto, magari saremo di nuovo amici.>
<Francamente, io ti voglio al Festival Estivo.>
Rimasi in silenzio. Non c'era solo Benjamin a volermi lì, ma anche Federico ci teneva.  Mi sentivo egoista a  non andare. Però vedere Benjamin su quel palco mi avrebbe fatto troppo male.
Per cambiare argomento mi misi ad osservare i suoi tatuaggi. Ne indicai uno in particolare.
<Hai tatuato il nome di tua sorella?>
Fede girò il braccio per mostrarlo meglio. <Sì. L'ho fatto a due anni dalla sua morte.>
<Capisco.>
<Vorrei tatuarmi il nome di Azzurra, o una A. Una cosa simile.>
<Ma sei matto?> Chiesi divertita.
<Perché?> Chiese ridendo.
<Potreste rompere, magari non durerà per sempre. Insomma siete dei ragazzi.>
<Lo so, lo so. Però la amo.>
Guardai il mio polso pallido.
<Un giorno mi farò anche io un tatuaggio.>
<Sul serio? Azzurra non ci pensa nemmeno. E cosa vorresti tatuarti?>
Scrollai le spalle.
<Ci penserò su.>
D'un tratto mi venne una preoccupazione e mi guardai intorno.
<E se qualcuno ci vedesse qui e pensasse che stiamo insieme?>
<Lasciali pensare quel che vogliono. Noi due stiamo insieme?>
<No.>
<Allora non preoccuparti.>
Cercai di rilassarmi. Infondo c'erano poche persone in quella pizzeria, Federico doveva averla scelta apposta.

A fine cena constatai che io e Federico andavo davvero molto d'accordo. Il ghiaccio tra noi due si era rotto e alla fine ci eravamo divertiti un mondo. Era bello sapere che, nonostante tutto, non ero rimasta sola.

Scappiamo a New York? |BENJAMIN MASCOLO CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora