Capitolo 1

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"Sono terribilmente in ritardo, dannazione" mormorò Lexa guardando l'orologio.

Si era preparata per quel giorno per mesi, ma come al solito non aveva sentito la sveglia quella mattina di febbraio e ovviamente la sua assistente, nonché migliore amica Anya- con cui aveva scritto e riscritto il discorso in modo quasi maniacale- non si era nemmeno degnata di chiamarla e ora la stava aspettando fuori dall'edificio dove si sarebbe tenuta l'intervista per entrare alle elezioni del senato.

Sicuramente ci sarebbero state centinaia di persone a guardarla, ma Lexa era quel tipo che adorava essere al centro dell'attenzione, gli applausi e le ovazioni erano il suo pane quotidiano e niente la eccitava più della politica.
Lei era nata per questo, e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

Fin da piccola a scuola voleva sempre fare i dibattiti, si eleggeva capoclasse o portavoce e Anya, anche se era una rompiscatole a volte, era sempre stata la sua spalla.

Ed eccola lì, appoggiata alla panchina con in mano due caffè e una espressione infastidita in faccia.

"Sei in ritardo Lexa" le dice porgendole uno dei due caffè.
Lexa, ignorandola, inizia subito a bere il caffè senza calcolare la temperatura bollente e inizia subito a fare smorfie di dolore.
"Non puoi ustionarti ora , hai un discorso da fare tra mezz'ora, e non sei neanche vestita adeguatamente!"
Dice Anya alzando il tono di voce forse un po' troppo.

"Cos'ha di sbagliato il mio vestito?"Lexa si guarda il completo pantalone e tailleur grigio
con uno sguardo confuso.
Anya alza lo sguardo al cielo e sbuffa disperata
"Non colpirai nessuno vestendoti come Margaret Thatcher."
"Era una grande donna" ribatte Lexa stizzita "e comunque non devo mica andare a uno spogliarello, vado benissimo così."
Anya sbuffa ancora, esasperata "come ti pare." Dice mentre si avviano verso l'edificio.

"Comunque, perché hai fatto così tardi? Dovevamo vederci un'ora fa per provare"chiede Anya.
"Proverò da sola nei bagni, non è un dramma."
"Non hai risposto alla mia domanda" dice Anya guardandola con un sorrisetto malizioso.

"C'era forse qualcuno ieri sera che ti ha fatto perdere il sonno?"Insiste.
Lexa la guarda allibita "Figurati! Non vedo nessuno da anni ormai" mormora l'ultima frase con un velo di tristezza.

Da tre anni ormai aveva rotto con Costia, la sua fidanzata. Lei non sopportava più il suo lavoro che le portava via tutto il tempo e se ne era andata, lasciandola sola con il cuore infranto.

Da quel momento si era dedicata esclusivamente al lavoro, evitando contatti a parte Anya, e non aveva dato alcuno spazio ai sentimenti.
La sua migliore amica ci aveva provato a farla uscire dal suo guscio, invitandola ad uscire e implorandola di vedere nuove persone, ma non c'era stato verso.
Lexa era troppo testarda e ormai Anya l'aveva capito.

"Ok ok, era solo per sapere..." Anya alza le braccia in segno di resa.

"Adesso comunque devi andare a prepararti. I bagni sono in fondo al corridoio e il salone dei congressi è al piano di sopra, vedrai il cartello davanti a una porta bianca. Hai esattamente 25 minuti, non fare tardi di nuovo o te la farò pagare!"
Strizza l'occhio e si avvia di sopra lasciando Lexa da sola nell'enorme atrio.

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