Capitolo 5

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Passò la giornata in uno stato di grazia.
Sorrideva a tutti come un' ebete durante le riunioni, passando dall'essere energica e attiva nelle discussioni al fissare la finestra quasi rapita.
Pensava continuamente a Clarke, che bel nome Clarke, che begli occhi, che bel viso, e che fisico! La stava per baciare quella mattina, aveva anche sentito il suo inebriante profumo invaderle le narici. La sua vicinanza sull'autobus le aveva fatto sentire un calore incredibile. L'immagine della ragazza che alzava lo sguardo su di lei le rimbalzava davanti agli occhi: i capelli che le ricadevano dolcemente sul viso, quelle labbra... Dio quelle labbra erano così invitanti...Se ne era andata in un batter d'occhio, aveva esitato... Chissà cosa stava facendo ora...

"Terra chiama Lexa, ripeto terra chiama Lexa" disse Anya con una voce fastidiosa schioccandole le dita davanti agli occhi.

Dopo un'interminabile giornata di lavoro erano andate a mangiare qualcosa in un bar, e dopo aver preso due birre ed essersi sedute ad un tavolo Lexa era tornata tra le nuvole.

"Che vuoi??" rispose Lexa un po' troppo brusca, facendo nascere il broncio all'amica.
"Sei assente, ti ho fatto una domanda comunque."
"Mh, dimmi." Borbottò Lexa.
"Ho detto, come si chiama la ragazza?"

Lexa arrossì in un batti baleno, distogliendo lo sguardo.

"Ohhhh, lo sapevo, lo sapevo che c'era sotto qualcosa, scommetto che è quella che hai incontrato nei bagni, la biondina! Ahhhh come sono felice per te!! Vi siete baciate? Daiii voglio dettagli!"

Anya iniziò a battere le mani felice come un bambino la mattina di natale.
Lexa la guardò trattenendo un sorriso, e sorseggiò la birra per prendere tempo.

"Si chiama Clarke... "
iniziò a raccontarle dell'incontro che avevano avuto quella mattina nel bagno, di come l'aveva toccata, la sua voce, tutto.
"ci siamo incontrate di nuovo sull'autobus stamattina e mi ha dato il suo numero..."

"L'hai chiamata??"
Lexa scosse il capo.

"Ma sei idiota?? Incontri una ragazza bellissima che ti dà pure il suo numero e non la chiami?? Sei un caso perso tesoro..." commentò Anya guardandola con rimprovero.
Lexa giocherellò con il bicchiere ormai vuoto, pensierosa.

E se fosse troppo presto? E se la disturbo?

"Facciamo una cosa: adesso tu le mandi un
messaggio, stai morendo dalla voglia di farlo te lo leggo in faccia!"

Lexa riflettè ancora un momento e poi rovistò nella borsetta alla ricerca del foglietto con il numero.

Lo tirò fuori trionfante, e nel momento in cui lo posò sul tavolo un uomo di colore ci rovesciò sopra un intero bicchiere di vino rosso.

Lexa guardò prima inorridita il foglietto ormai illeggibile nella pozza, guardò la sua unica possibilità d'incontrare Clarke svanire tra il vino. Fissò poi l'uomo.

Una rabbia crescente la invase, si alzò e fulminea gli strinse il braccio in una morsa.

"Hai appena distrutto il mio biglietto, stronzo!! Fai più attenzione mentre cammini, o da piccolo non hai imparato a stare in piedi??"

Strattonò il braccio del ragazzo che la guardava con sguardo colpevole e molto impaurito.
Lexa quando si arrabbiava faceva paura a chiunque.

"M-mi scusi, ho preso una storta..." balbettò imbarazzato.

Spostò lo sguardo su Anya, che lo stava guardando con odio.

"P-posso offrirvi da bere per sdebitarmi, se volete..."

"Ma col cazzo che accetto la tua fottuta offerta, vattene." Lexa lo liberò dalla stretta e si risedette, mettendosi le mani sulle tempie.

Mentre il ragazzo se ne andava con la coda tra le gambe, Anya le accarezzò comprensiva il braccio.
"Mi dispiace tantissimo, Lex."
La rabbia di Lexa si trasformò in disperazione.
Iniziò a piangere silenziosamente.

"Non la troverò più... è andata. Era la mia unica possibilità, non so dove vive, dove lavora.
Ci sono zero possibilità nell'incontrarla di nuovo, questa città è immensa."
Disse con voce tremante.

Non la vedrò mai più.


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