Dal capitolo precedente:Mi bastano pochi passi per entrare nella villa e conoscere la mia vera famiglia.
Sento che sto letteralmente per vomitare.
Trattengo il fiato.
Questo è l'inizio di un nuovo mondo.
Una nuova vita.___________________________________________________
Hope's pov
Busso ininterrottamente al portone di quella maestosissima villa. Non appena realizzo che non ci sarà nessuno disposto a farmi entrare, sbuffo e mi appoggio bruscamente allo stipite della porta. Chiudo gli occhi e lascio che una brezza fresca e leggera mi punzecchi delicatamente il naso e le guance.
"Cerchi qualcosa?"
Improvvisamente vengo spaventata da una ragazza dai capelli biondi che, con fare beffardo, mi squadra incessamente dalla testa ai piedi.
"Sto cercando la famiglia Mikaelson, lor-" tento di dire.
"Eccomi, faccio parte della famiglia Mikaelson. Ora dimmi cosa vuoi o giuro che ti stacco la testa a morsi." mi interrompe la stessa ragazza, intimorendomi con i suoi sgarbatissimi modi di fare.
La osservo per qualche secondo e noto che sembra spaventata da qualcosa o, ancora peggio, da qualcuno. Si guarda nervosamente intorno, e gioca costantemente con un lembo del suo maglione di un fucsia molto intenso.
Alla fine metto da parte questa idea, autoconvincendomi del fatto che deve avere solo una grandissima fretta."Sono Hope, Hope Mikaelson. E sono qui per vedere la mia famiglia." non so dove trovo il coraggio, ma sputo fuori questa frase quasi con rabbia.
La rabbia di essere stata all'oscuro di tutto. Di non aver vissuto con la mia vera famiglia. Di essere stata per quindici anni sola, senza rendermene neanche conto. Di essere stata presa in giro da persone che si sono divertite a mentirmi. O, ancora peggio, da persone che non mi hanno mai voluto con sé. Forse ancora oggi non mi vogliono. Forse mi rispediranno nella mia vecchia casa, mi rispediranno nella mia vecchia vita.
Non dovrei essere qui. Avrei dovuto lasciare perdere. Avrei dovuto continuare la mia vita senza pensare egoisticamente a loro.
Perché, in fin dei conti, è tutto vero: sono solo un'egoista."Tu sei Hope?" sussurra la ragazza di prima con voce tremante.
Mi guarda con gli occhi strabuzzati e la bocca semi aperta. Ha smesso di giocherellare con il maglione e di guardarsi intorno agitatamente. Ora tutte le sue attenzioni sono focalizzate su di me, e la cosa mi mette terribilmente in soggezione. Si avvicina a me lentamente e, senza pensarci due volte, mi racchiude tra le sue esili braccia, che in quel momento emanano affetto e protezione. I suoi morbidissimi capelli biondi mi solleticano il collo e il viso, e il suo buonissimo odore alla ciliegia mi invade le narici. La sento sorridere sulla mia spalla e una sua lacrima cade involontariamente sulla mia felpa.
"Io sono tua zia Rebekah-" dice, staccandosi dall'abbraccio. "-Non posso credere che tu sia qui! Sento che tuo padre andrà fuori di testa." ridacchia.
Le sorrido in risposta, cercando di placare il senso di disagio che si è formato tra di noi.
"Credo che sia ora di conoscere il resto della famiglia, Hope." suggerisce Rebekah, afferrando senza alcuna fatica la mia pesantissima valigia.
Rimango sbalordita da tutta la forza che possiede e aspetto pazientemente che apra la grande porta di quell'abitazione. Non appena varco la soglia di casa, un ragazzo moro si avvicina a me ed a Rebekah.
"Complimenti sorellina! Vedo che oggi ti sei superata nel scegliere la cena." dice il ragazzo, tirando una pacca sulla schiena della zia.
Si gira verso di me e, dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi, mi fa l'occhiolino. Che cosa significa 'ti sei superata nel scegliere la cena'? Sono per caso dei cannibali?
Dopo un tempo che a me è sembrato infinito, finalmente zia Rebekah si decide a parlare:"Ascoltami bene Kol. Lei non sarà la tua cena."
"E allora perché è qui? Per sturare il cesso del bagno privato di Elijah? No perché ce ne sarebbe davvero bisog-"
"VUOI STARE ZITTO PER UNA VOLTA NELLA TUA VITA?" urla esasperata zia Rebekah.
Nel mentre io poso lo sguardo sulle mie vans nere che, al momento, sono diventate molto interessanti. Mi fanno paura. Perché cavolo dovrei essere la cena di Kol? Spero vivamente che sia solo uno strano modo di dire di questo paese.
"Kol, la stai spaventando! Lei è Hope Mikaelson, figlia di nostro fratello Klaus nonché tua nipote.-" spiega zia Rebekah. "-Hope, lui invece è Kol, tuo zio." conclude rivolgendosi a me.
"Lei è Hope? Quella Hope?-" domanda Kol. "-Oddio non ci posso credere." continua, posando lo sguardo su di me.
Si avvicina rapidamente, aspettando che io mi catapulti tra le sue possenti braccia.
Però non lo faccio.
Lo lascio lì, come un completo idiota, con le braccia aperte.
Non me la sento di abbracciarlo. Non me la sento neanche di spiccicare parola con lui. Voglio solo tornarmene a casa, non sarei neanche dovuta essere qui.
Qualcuno, finalmente, interrompe il silenzio che si era creato, scendendo rumorosamente le scale. Sono due uomini molto giovani, alti e muscolosi."Che cosa sta succedendo?" chiede uno di loro.
Kol si avvicina ad un uomo dai capelli rossi e dagli occhi azzurri. Gli cinge le spalle con un braccio e gli tira amichevolmente una pacca sulla schiena.
"Klaus, ti presento Hope. Tua figlia."
Lo vedo irrigidirsi. Apre la bocca per dire qualcosa, ma senza risultato. Una lacrima gli cade sulla guancia pallida, e finisce sul maglione di lana blu notte. Lo sorprendo a sbattere ripetutamente le palpebre. Probabilmente penserà che sia tutto un sogno, o meglio ancora: un incubo. Trattengo il respiro per molto tempo. Non avrei mai pensato di poter avere paura di una possibile reazione di qualcuno.
Sento il mio cuore perdere un battito, non appena gli sento sussurrare:"Hope?"
___________________________________________________
Spazio autrice
Ciao a tutti!
Ho cercato di creare un capitolo decente ma, sinceramente, non ho per niente una mente fantasiosa e le idee che ho sono veramente poche. Non so davvero come fare per scrivere una storia che sia il meno noiosa possibile. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, e vi invito a lasciare un commento se trovate qualche errore o qualcosa che potrei tranquillamente migliorare.
E niente, grazie per tutto!-Carlotta :)