Dal capitolo precedente:"Non è successo niente." affermo, cercando di sembrare il più convincente possibile.
"Farò finta di crederci.-" mormora, alzando entrambe le braccia. "-la cena è pronta tra dieci minuti. Non tardare." dice infine strizzando l'occhio destro.
Decido, però, di non ascoltarlo e di riaffondare la testa nel morbidissimo cuscino del letto, lasciandomi così cadere in un sonno profondo.
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Hope's pov
Mi sveglio di soprassalto a causa di una sostanza ghiacciata che si posa inevitabilmente sul mio volto. Apro gli occhi velocemente e mi guardo intorno completamente spaesata. Ci impiego un paio di secondi a realizzare di essere totalmente fradicia dalla vita in su. Spalanco gli occhi e mi alzo dal letto, non curandomi della maglia bagnata che sta gocciolando sul costosissimo pavimento di ceramica.
Sento delle risate proveniente da dietro di me. Mi giro di scatto ritrovandomi davanti agli occhi mio zio Kol. QUANTO AVREI VOGLIA DI TIRARGLI UNO SCHIAFFO IN QUESTO PRECISO ISTANTE."SEI IMPAZZITO?" urlo.
"Dolcezza, ti ho chiamato più volte ma non mi hai sentito. Evidentemente l'unico metodo per svegliarti sarebbe quello di tirarti una secchiata di ac-"
Non riesce a finire la frase che mi catapulto su di lui, inzuppandogli la maglietta nera.
Scoppia in una fragorisa risata e, senza che me ne accorga, circonda la mia vita con le sue braccia muscolose.
Con questo suo piccolo gesto, posso finalmente confermare di trovarmi a casa, la mia VERA casa.
Sorrido sulla sua spalla e mi sistemo meglio in quell'abbraccio che vorrei durasse secoli."Ehi ehi ehi, mi stai rovinando la maglia." dice, rovinando così questo momento tanto magico. Sbuffo alzando gli occhi al cielo, e mi stacco dall'abbraccio.
"È pronta la cena,-" dice, alzandosi dal letto. "-vai a farti una doccia e raggiungici in sala da pranzo." conclude, avvicinandosi alla porta.
Prima di uscire dalla stanza abbozza un sorriso, o forse me lo sono solo immaginata. Fatto sta che subito dopo sgattaiola fuori dalla camera, lasciandomi di nuovo completamente sola.(...)
Non appena avvolgo il mio corpo con l'accappatoio, mi accorgo del baccano che proviene dalla sala da pranzo al piano di sotto. Sento delle persone urlare, è normale?
Subito comincio ad impanicarmi.CHE COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO?
Asciugo il più velocemente possibile il mio corpo, mi infilo una maglia larga e dei pantaloncini da basket, e corro verso la sala da pranzo. I capelli gocciolanti bagnano il mio volto, appannandomi notevolmente la vista. Nonostante ciò riesco benissimo a riconoscere le figure davanti a me.
Stento a crederci.
"Elijah?" sussurro pietrificata.
Subito si stacca dalla donna che stava aggredendo. Il sangue cola dalla sua bocca e riesco benissimo a distinguere i canini molto più lunghi del normale.
Che razza di mostro è?
Sposto lo sguardo verso la donna alla sua sinistra. Sembra svenuta, deve aver perso troppo sangue.
Faccio un passo indietro."Hope." sento dire da una voce alle mie spalle. La riconoscerei tra mille: è la voce di Klaus.
"Allontanatevi." dico con voce ferma e decisa. Cerco in tutti i modi di non mostrarmi impaurita, fallendo però miseramente.
"Hope, ti prego..." mormora Elijah, tentando di avvicinarsi a me. Nonostante ciò cerco di afferrare il più velocemente possibile il coltello poggiato ordinatamente sul tavolo alla mia sinistra. Non faccio in tempo che Klaus mi precede, raggiungendomi con una velocità sovrannaturale.
Resto a bocca aperta. Come è possibile?"Hope, calmati.-" mi impone Elijah. "-Lascia che ti spieghiamo." conclude, poggiando una mano sulla mia spalla.
Lo fisso con un misto di paura e confusione, attendendo una sua "plausibile" spiegazione a ciò che è appena successo. Intanto anche Kol e Rebekah ci hanno raggiunto e si sono sistemati sul divano di fronte a noi.
Sbatto le palpebre un paio di volte, sperando che tutto ciò sia solo un incubo. Il cuore mi martella nel petto, ho terribilmente ansia per le parole che stanno per uscire dalla bocca di Elijah."Hope.-" incomincia, "-Riesco a sentire il tuo cuore battere all'impazzata da qui."
Emetto un profondo respiro per cercare di placare il senso di vomito che si sta creando dentro di me.
"Lo so che ti sembrerà strano e che farai fatica a crederci." dice Klaus guardandomi attentamente negli occhi.
Credo che mi stia consumando a forza di guardarmi, e tutto ciò mi mette ancora più inquietudine.
Mi tremano le gambe.
La paura sta aumentando sempre di più."Che cosa siete voi?" chiedo, con voce tremolante.
Ci sono attimi di silenzio.
Penso di star per svenire."Noi siamo dei vampiri."
E con quella frase cado a terra sotto lo sguardo di tutti.
Sento mio padre urlare, poi tutto nero.___________________________________________
Spazio autrice
Ehi!
Finalmente ce l'ho fatta ad aggiornareee. Scusate se il capitolo è corto, spero comunque che vi piaccia!
E niente, buona serata a tutti.-Carlotta :)
