Mi vergogno per la timidezza che sto provando ad ingoiare come fosse acqua. Le tue mani sono piccole, ma abbastanza forti e solide da riuscire ad alzarmi il viso in modo che possa guardarti. E dimmi che non c'è nessuno che sia in grado di giudicarti come faccio io. Mi trovi in continuazione. Non voglio scappare perché il tuo profumo inebrierebbe la mia pelle nude e secca. Non è pudore quello che sento. Percepisco la tua intenzione di amarmi, ma sono io la prima a fermarmi dinanzi al tuo inferno interiore. Incatenata nel ritmo delle tue labbra , piccoli morsi mi lasciano.
Non sto pensando a nulla, o forse sono troppo presa dal mio momento che non mi accorgo che mi stringi, come io facevo con la mia bambola di pezza.
Freddo e fuoco insieme, chissà cosa mi aspettavo; forse solo questo.
In balìa del mare che dà forma al mio essere poggio le mani sul tuo petto scolpito dal tempo. Continuiamo ad incastrare pezzi di storia e temo che puzzle sia troppo grande. Non voglio stare attenta, preferisco farmi amare.
La tua carne si fa viva nel momento del bisogno. Abbandono le braccia ed il corpo segue. Tienimi.
I tuoi baci si spostano lungo il viso fino al collo; mi manca il respiro, o forse sto andando in iper ventilazione.
Sorrido impercettibilmente al sentimento che ci attrae, come le cose belle. Il mio seno non è capace di ragionare quando arrivi tu.
Un leggero tremolìo mi invade le ossa.
Finiamo di passare attraverso un paradiso terrestre quando entrambe ci siamo completato con sguardi reciproci.
Un incanto è quello che stiamo vivendo nel pieno delle nostre vite.
Deglutisco la dolcezza dei fiori di lillà.
"Ti amo.", sussurro.