I postumi della sbornia

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Dopo molti sforzi le corde si allentarono e Adrien riuscì a liberarsi, Marinette dormiva ancora mezza nuda, odorava di alcool ed era pallida.

<<Che cosa hai combinato...>>

Un sospiro rumoroso, la spostò liberandosi anche le caviglie. Gli pungevano gli occhi per quello che era successo, forse un po' di rabbia, ma non sapeva diretta a chi. I polsi segnati, quasi lesionati, e il labbro gonfio, la testa gli doleva immensamente, ma non si sentiva autorizzato a prendersela con la ragazza.

Gli occhi verdi correvano lungo la stanza, un disastro tremendo, bottiglie sparse, macchie appiccicose sul pavimento...

Prese la corvina in braccio e la ripose sul matrimoniale dei genitori, l'unica stanza intatta.

Ignorando le sue condizioni fisiche diede una sistemata veloce all'abitazione assorto nei pensieri che gli martellavano la mente.

''Sono stato un egoista... L'ho fatta soffrire intenzionalmente per gelosia, di chi poi? Di me stesso. L'ho rifiutata io, quello che non la amava e si rompeva il cazzo a doverci badare come gatto da compagnia. Ho giocato con la sua persona e i suoi sentimenti, una ragazza fragile in pasto a una bestia feroce...''.

Il volto era rigato da una lacrima silenziosa, si sdraiò al suo fianco abbracciando stretta la corvina, domandandosi quando si sarebbe svegliata.

Passò qualche ora quando un conato di vomito svegliò la ragazza, Prontamente il biondo si scansò porgendole un cestino che aveva preparato, consapevole dell'evenienza.

<<Principessa, ben svegliata. >>
<<Cosa... è...>>

Un altro conato di vomito la interruppe.

<<Successo?>>

Concluse lei stravolta con gli occhi spenti e il volto pallido. Adrien sorrise, involontariamente, alla scena e rispose.

<<Mm, vediamo... Ti sei ubriacata e mi hai colpito con una padella, poi mi hai legato e, in fine, stuprato>>.

Lei lo guardava sbigottita mentre raccontava, si tolse una ciocca di capelli dalla bocca portandosela dietro l'orecchio.

<<Seriamente Adrien, che cosa è successo?>>.
<<Sono serissimo, guarda!>>

Chinò il capo mostrando il bernoccolo, le prese una mano portandosela al labbro.

<<Questa è una tua morsicata. >>

I polpastrelli accarezzavano la ferita.

<<M-mi dis-dispiace>>

Balbettò per risposta, si sentiva a disagio, ma la mente era vuota.

<<No, credo di essermelo meritato ora ti aiuto a darti una ripulita. >>

Lei annuì afferrando i suoi avambracci e alzandosi in piedi, traballante, sorretta dal ragazzo raggiunse il bagno.

<<Doccia gelata, così ti riprendi. Ti preparo dell'acqua e limone. >>

Con queste parole la lasciò nel bagno tornando in cucina.

La ragazza era stravolta, si reggeva a malapena sulle sue gambe, aprì l'acqua prima di accasciarsi nella doccia. Voleva chiamare Adrien per aiutarla, ma si vergognava e non sapeva come fare...

Fu lui ad arrivare senza preavviso con un asciugamano.

<<A-Adrien!>>
<<Cosa c'è? Credevi di farcela senza aiuto? Smettila, hai fatto sesso con me due volte, so com'è il tuo corpo nudo. >>

Il rossore si era impadronito delle sue gote, aveva ragione, ma questo non lo rendeva meno imbarazzante.

Lui la sollevò di scatto attorcigliandola nell'asciugamano, la strinse al suo petto per qualche secondo, pensando.

''Mi dispiace molto, principessa.''
<<A-Adrien? Ch-che cosa c'è?>>
<<Tranquilla non ho intenzione di ripetere l'esperienza>>.
<<Quale esperienza?>>
<<Una ragazza in preda all'alcool che mi stupra legato a una sedia, ovvio. >>

Disse ridendo divertito, lei si allontanò e con le poche forze rimaste gli tirò un pugno scherzoso al petto facendolo trasalire.

La aiutò a lavarsi i denti per poi sedersi sul letto, dopo che si mise una vestaglia, e asciugarle i capelli corvini mentre sorseggiava la bevanda che gli aveva preparato poco prima.

Fuori si era fatto buio, non era necessario, ma comunque avvertì a casa che non sarebbe tornato, il visualizzato senza risposta del padre, ormai, non gli faceva più effetto.

Lei gli si appoggiò al petto, spossata.

<<Mi ami?>>

La domanda lo colpì come una frustata, non si aspettava che Marinette gli porgesse quella domanda, non in quel momento, non sapeva che rispondere...

<<Io... Io non so più cosa provo, principessa>>.

Quella risposta era la più onesta da dargli, ma anche la più dolorosa, temeva di peggiorare ancora ulteriormente.

<<Grazie per essermi stato vicino, anche se, effettivamente, te lo sei meritato, non era affar tuo>>.
''Sì che lo era...''

Si limitò a pensarlo temendo che la prossima volta potesse tagliargli i testicoli, in fondo, gli stava bene che lei la pensasse in quel modo.

Assorto nei suoi pensieri, non si accorse che la ragazza gli aveva afferrato il volto regalandogli un timido bacio a farfalla sulle labbra. Tirò un angolo della bocca in un sorriso sghembo, più per facciata che per reale sorpresa. Lei fece lo stesso.

Si unirono in un bacio alla francese, i brividi invadevano il loro corpo, Adrien aveva come chiodo fisso le immagini della ragazza bendata che fremeva, con quello, che non sapeva essere lui.

Quel sentimento lo turbava al punto da sottrarsi al bacio, chinando la testa di lato e chiudendo gli occhi.

<<Cos'hai ?>>

Non rispose, indietreggiò poggiando la schiena alla testa del letto. Lei gli gattonò in mezzo alle gambe, neanche lei sapeva più cosa provava, Chat era diverso da Adrien, ma anche tremendamente simile. Probabilmente, la risposta più ovvia, era che li amava allo stesso modo come fossero un'unica persona, non se lo spiegava, era turbata e desiderosa di affetto.

Mancava una settimana al ricominciare delle lezioni e tre al rientro dei genitori, proprio vero che nella vita tutto si ribalta in pochi giorni.

Si accoccolò al petto caldo del ragazzo, cullata dal suo respiro, era distaccato e perso nei suoi pensieri, non ricambiava l'abbraccio, ma in quel momento non le importava.

<<Principessa...>>
<<Che cosa c'è, Adrien?>>
<<Se non fossi chi tu credi che io sia?>>

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spero sia di vostro gradimento, sta settimana ho aggiornato molto spesso, ne avevo voglia.

passate anche dalla nuova serie se vi va, l'ho postata ieri.

Amore BipolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora