Capitolo 6

45 8 3
                                    


Capitolo 6:
La sera era fredda e immobile. Era come se lo Spirito del Mondo stesse aspettando la cerimonia con trepidazione e costringesse tutte le sue creature ad assistere in silenzio e trattenendo il respiro. Aponi e Maka erano in piedi accanto al fuoco. Fae fedelmente a fianco della sua padrona e Mapiya aggrappata alla spalla della seconda ragazza. Il resto della tribù era radunata intorno a loro in cerchio e non un sibilo usciva dalle loro bocche. Sembrava che il loro stesso respiro non avesse rumore. Le stelle splendevano prepotenti e la luna illuminava il volto dei presenti. Il viso di Maka poteva sembrare sicuro, ma il suo spirito tremava. Aponi invece giocherellava nervosamente con le perline della sua veste, sfilacciandone alcune. Finalmente lo Sciamano si fece avanti, camminando con la sua solenne andatura facendo gravare il peso del Suo ruolo sulla folla di presenti. Aponi desiderò scomparire, fuggire. Stare vicino ad una persona con un potere così grande la rendeva semplicemente terrorizzata e essere al centro dell'attenzione non facilitava le cose. Sentì Maka emettere un sospiro strozzato e, con la coda dell'occhio vide la sua aquila arruffare il piumaggio e sistemarsi meglio sulla spalla della sua padrona.
-Siamo qui oggi...- proferì l'uomo, brandendo un lungo bastone nodoso per sostenersi, dopo essere arrivato davanti alle due giovani.
-Per donare l'identità di questi due Totem allo Spirito del Mondo, così che tutto torni alla Terra e che i loro Spiriti possano camminare sul Sentiero a fianco dello Spirito del Mondo.- superò il falò che li divideva e si inginocchiò davanti al lupo di Aponi. Quello lanciò un uggiolio e mosse nervosamente la coda. Fissò la sua ragazza che gli fece un sorriso rassicurante, desiderando che qualcuno lo facesse a lei. Lo Sciamano prese dell'ocra rossa dalla sacchetta appesa al suo collo e sputò sul proprio palmo, rendendola una pasta, proprio come aveva fatto per la cerimonia di Kateri, per il suo totem e proprio come avrebbe fatto per un nuovo nato, usando le stesse formule. Secondo le leggi della tribù, senza un rito appropriato non si potevano chiamare persone o, in questo caso, animali per nome. Lo Spirito del Mondo si sarebbe arrabbiato sapendo che le sue creature non erano onorate nel modo corretto. Il nome era un dono molto importante e come tale doveva essere trattato. L'uomo fece un cerchio sulla fronte di Fae e poi un punto esattamente al centro. Si rivolse poi ad Aponi, proprio come avrebbe fatto con la madre di un bambino.
-Si pronunci il nome.-
-Fae.- disse la mora, mentre la voce si incrinava per le troppe emozioni. Una serie di mormorii percorse la folla. Era normale, se lo aspettava. Quel nome, dopotutto non voleva dire nulla. Lo Sciamano non ci diede peso. Si rivolse al totem.
-Fae, sei libero di vagare nel mondo dei vivi finché lo Spirito del Mondo non ti richiamerà a se per camminare accanto a lui.- passò oltre, interessandosi ora a Maka. Fece lo stesso procedimento con l'aquila e nemmeno un sospiro passo sulla bocca di nessuno. Il nome era perfetto e aveva un significato. Alla fine del rituale Lui si allontanò e così la tensione di Aponi. Si sentiva così leggera. Finalmente il suo totem aveva un nome con il quale essere chiamato. Le due amiche si scambiarono un sorriso d'intesa. Quando ebbero il consenso di potersi riunire agli altri, per cena cerimoniale, Aponi notò Maka alzare il braccio e Mapiya volare leggera nel cielo buio. Era assolutamente bellissima. Quando riportò gli occhi a terra vide un sacco di altre persone con il naso per aria ad osservare i lunghi cerchi che lo spirito compiva, muovendo appena le ali. Avvicinandosi al banchetto rispose distrattamente ai complimenti della comunità mentre dubbi e preoccupazioni cominciavano ad assillarle la mente. Innanzi tutto: il compimento della cerimonia significava solo l'avvicinarsi dell'avverarsi della profezia. Mancava solo un ragazzo e poi... Già, cosa sarebbe successo poi? Avrebbero dovuto trovare chi voleva ucciderli? Lanciò uno sguardo in direzione di Maka. Non sembrava troppo preoccupata. Era seduta a gambe incrociate con una serie di bambini e bambine introno che volevano accarezzare Mapiya, che si trovava appoggiata al braccio steso di della ragazza. Vide Kateri allungare cautamente una manina e toccare la testa del grosso uccello. Quello non si mosse e un risolino lasciò la bocca della bambina, ora un po' meno tesa. Forse era solo lei che si stava facendo delle paranoie. Era anche la sua festa dopotutto, doveva godersela almeno un po'. Si avvicinò alla sua amica e alcuni bambini si allontanarono, spaventati da Fae. Il lupo non sembrò darci molto peso e si distese al fianco della sua padrona, che si era seduta di fianco a Maka. Kateri però la sorprese. Si avvicinò, quasi saltellando.
-Posso toccarlo?- chiese con un po' di timidezza, strisciando un stivaletto al suolo, simbolo del suo imbarazzo.
-Certo.- sorrise Aponi. La bambina si dimostrò raggiante. Con la coda dell'occhio, la mora notò Enapy, farsi subito molto attento, pronto ad intervenire, nel caso Fae diventasse improvvisamente aggressivo. Cosa che Aponi escludeva. Kateri allungò una mano e la giovane notò che tramava un pochino. Fae puntò i suoi occhi gialli e penetranti sulla bambina. Poi lentamente si alzò e tutto si fermò. Aponi avvertì la tensione che era calata tutt'intorno. La gente osservava con il fiato sospeso, pronta a vedere il corpo smembrato di una povera bambina. Persino Enapay si era irrigidito. Invece Fae allungò il capo sotto il palmo della bambina che, sbigottita, rimase un attimo immobile. Poi sorrise e cominciò ad accarezzare il lupo con simpatia. Fae le leccò la faccia e Kateri rise, facendo scemare tutta quell'ansia salita improvvisamente. Pian piano i bambini cominciarono a radunarsi intorno ad Aponi e al suo totem accarezzando a turno il grande lupo nero, che sopportava pazientemente tutte quella mani che lo toccavano ovunque. Man mano che il tempo passava l'interesse dei bambini si abbassò e andarono a giocare o, in questo caso le bambine, a partecipare alle danze cerimoniali. Maka e Aponi, essendo le festeggiate poterono evitare di partecipare, ricevendo comunque offerte da parte di molti ragazzi nonostante fossero sedute per terra a chiacchierare.
-Mi sembra un sogno.- disse ad un certo punto Maka, mentre osservava Mapiya fare giravolte tra le stelle. Poi il suo sguardo si incupì.
-Cosa pensi accadrà quando comparirà il terzo componente della profezia? Io... io ho paura.- l'ultima parte fu un sussurro. Aponi sentì qualcosa muoversi dentro di lei. Timore forse. O magari terrore. Non avrebbe saputo dirlo.
-Non lo so.- confessò. Fu felice però di non essere l'unica a essersi posta quelle domande.
-Io non so nemmeno combattere. Non so usare l'arco e se non fosse stato per Mapiya sarei morta due giorni fa. Se mi capitasse di essere di nuovo attaccata e fossi da sola io... io... non ce la farei.- Aponi notò le lacrime formarsi agli angoli degli occhi della sua amica. Si avvicinò a Maka e le cinse in collo con un braccio, per confortarla. Avrebbe voluto avere parole per consolarla, ma di fronte a quella paura ancestrale nulla avrebbe potuto fare la differenza. Lasciò che Maka si schiarisse un po' le idee.
-Non sarai da sola.- disse ad un certo punto, mostrando più sicurezza di quanta ne avesse in realtà.
-Io e l'altra persona staremo accanto a te.- si sorrisero timidamente. Quando ormai la festa era finita e gran parte della tribù era dentro i propri tepee, la questione della paura era finita. O meglio, fingevano di non pensarci e avrebbero dormito anche sogni più o meno tranquilli se non che, in quel momento, un grido lacerante spezzò il cielo. Un secondo urlo raccapricciante lo seguì a ruota. Non fu difficile per le due ragazze capirne la provenienza. Demoni. Demoni ovunque. Maka si alzò con impeto.
-Vado a dormire.- dichiarò con voce tremante. Richiamò il suo totem allungando un braccio. Mapiya si precipitò verso di lei, posizionandosi comodamente sul suo trespolo umano. Con stupore Aponi si rese conto di essere sola ora. Nessuno era più fuori con lei. Si abbracciò le ginocchia per riscaldarsi, mentre Fea spazzava pigramente il suolo con la coda. Un altro grido. Aponi strinse i denti per ricacciare indietro la paura. Senza pensare si alzò velocemente, entrò nella sua abitazione senza svegliare suo padre e prese arco e frecce. Poi uscì, con Fae che l'aspettava. Sapeva le intenzioni della sua padrona e nel suo sguardo si poteva leggere rimprovero e timore. La ragazza sgusciò fuori dall'accampamento, silenziosa come un insetto. Si lascio i tepee alle spalle con una determinazione suicida. La verità era che non ne poteva più. Non ne poteva più di avere paura e rimanere segregata nell'accampamento. Voleva darsi da fare. Se la profezia era vera lei doveva ripulire il Mondo di Sopra da quelle belve immonde e di certo non lo avrebbe fatto rimanendo lontana dal mondo. Il vento le muoveva i capelli, liberi, che lei non si era legata. Fae la seguiva con passo felpato, lanciando ogni tanto uggiolii preoccupati per far intendere ad Aponi di tornare indietro. Poi qualcosa. Di grosso e per niente silenzioso stava correndo verso di loro, provenendo dalla direzione da cui erano venuti. Vicino, sempre più vicino. Aponi si voltò in modo fulmineo, con una freccia incoccata e diretta alla fronte di... Enapay? Si fissarono spaventati un attimo.
-Cosa pensi di fare?- sbottò poi il ragazzo.
-Vado a caccia.- disse la ragazza ostentando una sicurezza che non aveva.
-Avevo capito che ti era vietato lasciare l'accampamento.-
-Ero stanca di essere reclusa.- sbuffò lei.
-Giusto, molto meglio farsi divorare da un Demone.-
-Fae mi proteggerà.-
-Il fatto che il tuo totem ti abbia salvato due volte, non vuol dire lo farà una terza. Sei semplicemente stata molto fortunata.- Aponi stava replicare quando un ululato allarmato di Fae la fece voltare. Qualcosa si muoveva tra l'erba ed era ciò che tutti e due si aspettavano di vedere. Un Demone, ringhiante, si avvicinava. Aponi cercò di prendere la mira, ma il tremore delle sue mani si rifiutava di collaborare. Il ragazzo dietro di lei indietreggiò, inorridito. Fae abbassò le orecchie, rizzò il pelo sul collo e ringhiò, sfoderando di nuovo quel suo aspetto feroce.
-Corri!- le gridò Enapay, ma lei rimase immobile. Le gambe rifiutavano il suo comando e non si muovevano. Il panico l'aveva abbracciata e non la lasciava andare. Fae scattò all'attacco e si lanciò contro quel mostro orribile, allora la ragazza tornò in se e sfrecciò più veloce di una freccia nella boscaglia, mentre rami e arbusti le graffiavano le braccia, le gambe e il viso. Correva senza sapere dove andare. Ma cose le era venuto in mente? Era andata a caccia di Demoni per quale motivo? Voleva camminare di fianco allo Spirito del Mondo prima del tempo? Inciampò e cadde lunga distesa, mentre una fitta lancinante le attraversava in ginocchio. Puntellandosi sui palmi si girò di schiena e si appoggiò ai gomiti. Si guardò intorno agitata e con sollievo capì esattamente in quale parte del querceto si trovava. Udì un profondo ululato. Fae! L'aveva lasciato solo! Ed Enapay dov'era? Sentì dei fruscii alla sua sinistra e all'armata si voltò. Cercò a tastoni arco e frecce, ma un'ombra emerse dalla boscaglia prima che lei avesse il tempo di incoccare il dardo e lanciarlo. L'enorme sagoma si avvicinò. Aponi strinse gli occhi, ma li spalancò non appena sentì una lingua rasposa leccarle felice la guancia. La ragazza di voltò piano e i suoi occhi incontrarono quelli gialli del suo lupo. Con un impeto di riconoscenza la ragazza gli gettò le braccia al collo, ignorando il sangue caldo del demone che il suo totem aveva sul muso e che ora le stava macchiando il collo. Poi un grido. Un urlo pieno di terrore. Enapay. Ma da dove veniva? Aponi non riusciva ad identificare la provenienza del suono. Guardo il lupo.
-Fae.- disse. Lui si fece attento drizzando le orecchie.
-Trova Enapay. Trova il ragazzo.- Il totem scattò e cominciò a correre in mezzo al bosco con Aponi alle calcagna che cercava di ignorare i lamenti della ferita al ginocchio che aveva cominciato a sanguinare. Quando lo raggiunsero, Enapay, stava cercando di arrampicarsi su una albero, ma un Demone con un balzò gli artigliò la veste riportandolo a terra. Il giovane cadde dolorosamente al suolo. Aponi stava per ordinare a Fae di attaccare. Il ragazzo era completamente circondato da quei mostri ed inoltre era disarmato. Un secondo Demone si lanciò su Enapy. La ragazza gridò al suo totem di attaccare quelle creature. Il lupo si lanciò verso il gruppo di mostri, mentre la sua padrona cercava di prendere la mira per salvare il figlio del capo della sua tribù, ma prima che Fae mordesse il collo di un Demone o Aponi trafiggesse la testa di uno di loro con una freccia, dal petto di Enapay esplose una potente luce. Un enorme puma si avventò sui mostri e Aponi non poté fare a meno di abbassare l'arco, priva di parole. Quell'enorme felino, dal manto dorato, dotato di una forza spaventosa, dagli occhi giada stava proteggendo il suo padrone. Per un attimo Aponi rimase confusa, poi capì. Quello era il totem di Enapay. Il ragazzo fissò, scosso, il grosso animale spezzare le colonne vertebrali e fracassare teste con una sola zampata. Poi il puma, una volta uccisi tutti gli aggressori, si sedette e si leccò le zampe per pulirle dal sangue, come se nulla fosse. Enapay fissò sconvolto Aponi. Lei gli sorrise.    

*** Angolo degli avvisi***
Per tutti quelli che mi seguono, vi volevo avvisare che domani partirò per una specie di Erasmus in Lituania lungo nove mesi. Mi capiterà di aggiornare meno frequentemente, anche se cercherò comunque di farlo ogni due settimane massimo. Grazie per la comprensione.

Under World- The EagleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora