Capitolo 3:
La notte era fredda, con un vento tagliente che graffiava la pelle e nessuno avrebbe mai sospettato del colloquio notturno che si stava per tenere. Quella sera Enapay non riusciva a dormire. Le immagini di quella giornata gli scorrevano velocemente davanti agli occhi, inafferrabili, per poi ricominciare da capo. Quei mostri che avevano inseguito lui e l'altra ragazza. Il lupo-totem. Tutto era pieno di confusione. Strinse gli occhi, invocando il sonno che si allontanava sempre di più finché non sentì qualcuno alzarsi. Senza farsi notare sbirciò chi si stava aggirando per il grande tepee. Suo padre stava prendendo una pelle pesante e si stava accingendo ad uscire.
"Dove deve andare a quest'ora?" pensò, perplesso. Aspettò che suo padre uscisse e poi attese qualche altro secondo. Infine, cercando di fare meno rumore possibile, seguì suo padre da lontano. Cercava di nascondersi dietro le tende altrui per non farsi vedere. Quando suo padre arrivò alla tenda dello Sciamano entrò e allora Enapay si avvicinò il più possibile per sentire quello che avrebbero detto. Si acquattò vicino all'entrata del tepee dell'Uomo-che-parla-con-gli-spiriti e stette in silenzio, rabbrividendo. Il freddo era davvero pungente quella sera e il fatto che lui fosse uscito con una veste leggera e a piedi scalzi non era stata una mossa troppo intelligente, ma ora non poteva tornare indietro o non sarebbe riuscito a seguire il discorso tra suo padre e lo Sciamano.
-Volevi parlarmi?- domandò l'uomo. Enapay si figurò l'occupante dell'abitazione annuire.
-È successo.- disse solo. Kangee non capiva.
-Cosa?-
-Il totem della ragazza è uscito dal suo cuore, ma non sarà l'unica. Il fatto che un totem esca da qualcuno è un fatto raro, ma mancano ancora due ragazzi all'appello.- Enapay trattenne il fiato, cercando anche di smettere di tremare.
-Devi prepararti Grande Capo. Saranno tempi bui.-
-Parli della profezia riguardante le tre luci?- Enapay sentì la voce di suo padre vacillare e capì che quella profezia non doveva rappresentare qualcosa di bello se lui la temeva.
-Sì. Ma la situazione è più grave del previsto. Le porte del Mondo di Sotto sono già state aperte. I Demoni sono già fra noi, la caccia infruttuosa di oggi lo dimostra.- Il ragazzo strinse forte la collanina del suo totem. Il Mondo di Sotto? Quello dei morti e dei Demoni? Aperto? Rivolse una preghiera al suo spirito protettore. Quindi quelle cose che lui e l'altra ragazza aveva visto erano Demoni!
-I ragazzi che non si sono ancora manifestati... saranno di questa tribù?- domandò Kangee.
-Potrebbe come non potrebbe.- Il giovane guardò la figurina rudemente intagliata in suo possesso. Un puma. Pensò che condividere la sua vita con questo predatore poteva rivelarsi complicato, in più non era certo di voler centrare nella profezia di cui stavano parlando, anche se non sapeva bene che ruolo avrebbe avuto i tre ragazzi in tutto ciò.
-Per ora è meglio non allertare nessuno, nemmeno Aponi.- disse lo Sciamano.
-Preparati però ad un periodo pieno di sofferenze.- Enapay, capendo che la conversazione stava per concludersi, si alzò e, nonostante il freddo gli aveva reso insensibile i piedi privi di calzature, cercò di muoversi il più in fretta possibile per ritentare nel suo tepee prima di suo padre. Preso dall'agitazione, per poco non inciampò nel corpo addormentato di sua sorella. Si infilò svelto nel suo sacco per dormire e poco dopo sentì suo padre rientrare e poteva solo immaginare il turbamento che ora lo stava pervadendo.
La mattina dopo Aponi fu svegliata da qualcosa di umido e rasposo che le correva sulla faccia. Allontanò in malo il modo il fastidio senza aver voglia di identificarne la provenienza. All'improvviso, però, qualcosa di stramente pesante le si avventò contro e per un attimo la ragazza si ritrovò senza l'aria nei polmoni. Si tirò a sedere di scatto. I capelli tutti in disordine, ma gli occhi erano vigili e attenti, a causa di quel brusco risveglio. Alla sua destra Fae la guardava piuttosto soddisfatto. Capì fin da subito che era stato lui a tirarla fuori dal mondo dei sogni. Si asciugò maldestramente la faccia dalla saliva del lupo. Notò che suo padre era già uscito. Le sue cose erano riposte nel solito e solenne ordine. La prima cosa che venne in mente ad Aponi fu il fatto che oggi si sarebbe dovuta recare dallo Sciamano per comunicargli il nome del suo totem. Ma prima avrebbe dovuto vestirsi e, magari, mangiare qualcosa e nutrire anche Fae. Come la sera prima gli diede un pezzetto di carne secca e, come la volta precedente, il lupo sembrava non avere fame. La cosa risultò strana ad Aponi, che sapeva del famelico appetito di questi animali. Decise che avrebbe chiesto spiegazioni. Cominciò a prepararsi: si spazzolò i capelli e se li acconciò in una treccia alla buona, poi si infilò una veste non troppo elaborata, immaginando già i commenti di Maka e uscì dalla sua abitazione, seguita da Fae che non si accingeva a fare un passo senza di lei. Quando il resto della comunità la vide si beccò non poche occhiate timorose, ma le ignorò tutte e con passo sicuro si diresse verso la tenda dello Sciamano. Quando si trovò davanti alla grande tenda, prima che di spostare il grande panno che fungeva da porta, Lui in persona la invitò ad entrare. Allora fu assalita da un senso di disagio. Non le era mai piaciuta la magia, ne aveva paura ed entrare nel tepee dello Sciamano la faceva sentire troppo vicina agli Spiriti del Mondo e al loro potere. Si addentrò nella tenda prendendo un bel respiro. Il grande lupo nero al suo fianco, come un docile cagnolino.
-Volevi parlarmi, Aponi?- domandò lo Stregone, facendo passare gli occhi da lei al suo totem. La ragazza annuì piano, evitando di guardarlo negli occhi in segno di rispetto, con la testa leggermente china. Ad un gesto della sua mano , la ragazza si sedette, ma non fiatò finché non fu Lui stesso ad invitarla a farlo.
-Penso di aver scelto il nome del mio totem.- disse piano. Fece vagare gli occhi per la grande tenda e come ogni volta si sorprese di notare come fosse simile alla sua. Dalla parte opposta all'entrata c'era il sacco per dormire dove lo Sciamano era comodamente seduto a gambe incrociate. In mezzo c'era il braciere che riscaldava bene il grande tepee che era secondo solo a quello del capo tribù. A seguire il perimetro della tenda vi erano tutti gli utensili che potevano servire a Colui-che-serve-gli-spiriti: erbe aromatiche, strane radici dai colori scuri e bizzarri, recipienti per fare quelle strane sostanze che faceva bere alla gente per le più svariate ragioni. Ma anche oggetti di vita comune: le pietre per il fuoco e piccole riserve di cibo e acqua.
-E quale sarebbe?- chiese lo Sciamano.
-Fae.- rispose sicura la ragazza. Il lupo, sentendosi interpellato, alzò curioso il muso verso di lei. Stava sdraiato al suo fianco in modo fin troppo rilassato, in confronto alla ragazza che era tesa, seduta a gambe incrociate con la schiena dritta e le mani in grembo, torturandosi i palmi con le unghie. Non vedeva l'ora di uscire di lì.
-Fae?- ripeté l'uomo, stranito. -Non ha alcun significato. È un nome che appartiene ad un'altra tribù?- Aponi scosse la testa.
-È un suono. Ha fatto un verso strano, ieri sera. Mi è sembrato buffo e provandolo a ripetere mi è piaciuto. Trova sia poco adatto?- aveva il timore che non andasse bene e lei non voleva cambiarlo. Oramai per lei il suo totem aveva quel nome. Non lo vedeva in nessun altro modo.
-No.- rispose lo Sciamano. -Lo trovo solo... particolare.- le sorrise, mostrando la sua bocca praticamente priva di denti. Era molto vecchio e non aveva ancora scelto nessun accolito che seguisse le sue orme. La tribù era preoccupata di rimanere senza Stregone. Chiederlo ad un'altro clan si sarebbe rivelato deplorevole. Un enorme gesto di sottomissione, ma a quanto pareva lo Sciamano non aveva fretta di andare a camminare con gli Spiriti. Aponi sentì un enorme peso sollevarsi dal suo petto e non poté evitare di sorridere apertamente.
-Penso che domani sera si potrà fare un bella cerimonia. Le condizioni saranno ideali.- disse lo Stregone tre sé e sé.
-Volevo chiederle un'altra cosa.- mormorò la ragazza. Lui annuì.
-Il mio totem sembra non avere molta fame, eppure i lupi di norma hanno buon appetito perciò...- fu fermata dalla roca e aspirata risata dello Sciamano.
-Aponi, lui è uno spirito sotto forma di animale è normale che non mangi. Finché tu sarai in buona salute lui lo sarà con te. È una parte della tua anima dopotutto.- la giovane sentì le guance imporporarsi. Si sentiva così stupida per aver posto quella domanda. Rimase in silenzio per qualche secondo, aspettando il solito gesto di congedo per andarsene. Ma l'uomo rimase immobile e allora si accorse dell'aria tesa che era calata nel tepee.
-Apoini cosa hai visto ieri perché il totem uscisse dal tuo cuore per proteggerti?- la voce non era più morbida. Era diventata dura. Quella di un uomo da un grande potere che sente una minaccia alla quale non può far fronte.
-Io... non lo so.- ammise. Effettivamente lei non sapeva cosa fossero quelle cose.
-Erano creature strane. Non ne avevo mai visto in vita mia e ho avuto paura. Io ed Enapay abbiamo cercato di fuggire, ma uno di quegli esseri mi aveva raggiunto e se Fae non fosse comparso, non so se mi troverei ancora qui.- senza volerlo accarezzò dolcemente il pelo del lupo. L'uomo annuì di nuovo.
-Mi ero ripromesso che avrei aspettato, ma...- prese un bel respiro.
-Devi prepararti. Tu e Fae avete un grande destino sulle spalle. È un fardello molto pesante, spero che tu sappia gestirlo bene.-
-Di che si tratta?- domandò Aponi, non certa di voler andare fino in fondo a quella ricerca.
-Lo scoprirai a tempo debito.- la ragazza fu sollevata da quel responso.
-Ma non dovrai aspettare molto per quella risposta.- Fissò il suo totem accanto a lei, senza sapere bene cosa dire. Poi lo Sciamano mosse la mano e lei capì che poteva andarsene. Si alzò e dopo un leggero inchino, voltò le spalle al proprietario del tepee ed uscì. Pensava che una volta fuori tutto sarebbe risultato più chiaro, invece era più confusa di prima. Fu riportata alla realtà dalla lingua di Fae sulla sua mano. Gli sorrise teneramente. Decise che sarebbe andata a cercare Maka. Voleva condividere con lei la notizia della cerimonia di Fae. Una volta raggiunto il tepee della sua amica, scostò il panno, chiedendo prima il permesso di entrare. La madre di Maka la invitò con un grande sorriso, per nulla intimorita dal suo totem, come invece si sarebbe aspettata. Notò però che la sua amica non era nella sua abitazione e chiese alla donna dove fosse.
-Ha detto che sarebbe andata a cercare delle erbe aromatiche per la cena di questa sera. Dovrebbe tornare a momenti, ma se devi parlare con urgenza è andata verso la fonte del fiume. Quella vicino al querceto.- Aponi sapeva a quale si riferiva. Spesso da piccole ci giocavano sempre, inventando mille avventure, mentre dovevano ricercare degli ingredienti per i loro genitori. Conosceva la prima parte della foresta come le sue mani. Salutando con il dovuto rispetto si recò nel luogo indicatole, con Fae alle calcagna. Non prese con se nulla. Non aveva intenzione di cacciare né raccogliere niente. Lei e suo padre avevano abbastanza scorte, acqua compresa. Il freddo era meno intenso e perciò camminare un po' sotto il sole fu piacevole per Aponi e in poco tempo raggiunse la sua amica. La vide chinata a raccogliere una spezia, che da lontano non riusciva bene ad identificare.
-Mi volevi abbandonare?- domandò la giovane, una volta raggiunta Maka. Quella sobbalzò, non avendola sentita arrivare.
-Ciao Aponi.- Salutò poi. Sorrise al lupo. -E ciao anche a te.- accarezzò Fae, che sentendo strani odori sulle mani della giovane cominciò subito ad annusarle. Aponi prese immediatamente a raccontarle del suo incontro con lo Sciamano e senza nemmeno rendersene contro si erano sedute su un masso poco lontano a chiacchierare.
-Sai... un po' ti invidio.- le confessò Maka.
-Anche io vorrei avere il mio totem sotto forma fisica. Insomma, sarebbe bellissimo avere un'aquila che mi vola intorno.- La sua amica rise, ma smise non appena le vennero in mente le raccomandazioni dello Sciamano. Si alzò.
-Torniamo indietro?- domandò. La ragazza guardò la sua sacca. Era abbastanza piena, così annuì convinta. Si girarono e fecero per andarsene. Aponi notò come Fae fosse agitato. Saltava da una parte all'altra e proprio quanto la sua padrona gli stesse per chiedere il motivo di quel comportamento, un urlo raccapricciante e disumano si levò nell'aria, proveniente dal querceto. Un grido che Aponi aveva già sentito.
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Under World- The Eagle
FantasyLe porte del Mondo di Sotto sono state aperte e creature orribili chiamati Demoni vagano liberi nel Mondo di Sopra, infestando le vaste pianure del Nord America, dove le tribù indiane vivevano nella pace e nella tranquillità. Tre ragazzi, le così de...