Capitolo 5

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Capitolo 5:
La mattina dopo, Aponi si svegliò piuttosto tardi. A giudicare dai rumori fuori l'accampamento era tutto in fermento. Fae la osservava con i suoi enormi occhini gialli. Si chiese da quanto tempo fosse sveglio. Si sedette e si stiracchiò. Poi si spazzolò meticolosamente i capelli, infine si vestì e uscì. Appena mise i piedi fuori dal suo tepee suo padre spuntò dal nulla.
-Dove pensi di andare?-
-Volevo dare una mano.- disse. Sapeva che quella sera si sarebbe tenuta la festa per il nome di Fae e Mapiya.
-Mi spiace Aponi, ma sai che lo Sciamano ha detto che non puoi uscire.-
-Dall'accampamento.- precisò Aponi.
-Sarei più sicuro se stessi nella nostra abitazione. Almeno saprò dove sei e non dovrò preoccuparmi.- le rivolse un sorriso preoccupato. La ragazza era senza parole.
-Ma non mi allontanerei, darei una mano per il cibo o per l'organizzazione della serata.-
-Aponi.- la ammonì il padre. La ragazza fu costretta a smettere. Già era poco elegante rispondere ad un genitore. Perseverare avrebbe solo peggiorato la sua situazione. Sbuffando si ritirò nella sua tenda e si sedette arrabbiata sul proprio sacco per dormire. Sapere che tanta gente si dava da fare e lei non poteva fare nulla era frustrante. Passò gran parte del suo tempo a figurarsi la cerimonia di quella sera. L'altra metà della mattinata la occupò con i vari significati della duplice visita del gufo o di chi volesse la sua morte. Dopo pranzo, quando consumò un po' di carne secca e cipolline condite con un salsa di sangue e pomodori, della sua riserva, entrò come un tornado Maka.
-Ti hanno fatta uscire?- le chiese Aponi, speranzosa che la stessa sorte toccasse anche a lei. L'amica scosse la testa, spettinando i suoi riccioli ribelli.
-Sono uscita di nascosto. I miei genitori sono fuori a lavorare per la festa, così ne ho approfittato per farti una visita. Comunque non è difficile capire dove sono: Mapiya mi segue sempre e non è difficile individuare un'aquila sopra il tetto di un tepee .- ridacchiò. Aponi sollevò gli occhi al soffitto, cercando di intravedere l'ombra del maestoso uccello, senza successo. Le pelli delle tende invernali era piuttosto spessa per tenere dentro il calore.
-Devo dirti una cosa.- disse all'improvviso Aponi.
-Certo. Non sono mica venuta qui per stare in silenzio.- l'altra ragazza sorrise un pochino.
-È una cosa seria e un po' preoccupante.- Maka si fece attenta.
-Ieri notte Enapay mi ha portato a sentire una strana conversazione.-
-Aspetta... Enapay è venuto a chiamarti in piena notte?- Aponi annuì.
-Non è questo il punto, però.- fece per continuare, ma la sua amica la fermò di nuovo.
-Guarda che questo è una cosa importantissima! Quale ragazzo verrebbe a chiamare una ragazza di notte! È amore!- oramai era partita con le sue assurde congetture.
-Maka!- la richiamò Aponi. –Non dire sciocchezze! Mi ha portato a sentire una conversazione tra Kengee e lo Sciamano.- l'alta ragazza la guardò e spense del tutto entusiasmo.
-Stavano parlando di una certa profezia, riguardante tre luci. Penso che con quel termine si riferissero alle persone che possono tirare fuori i loro totem dal cuore. Secondo lo Stregone ne manca uno e forse è proprio Enapay il prossimo.- si fermò un attimo, per verificare che la sua amica la stesse seguendo.
-Il particolare più cupo, però, è il fatto è che qualcuno vuole ucciderci.-
-Cosa?!- Maka aveva allargato gli occhi dalla sorpresa. Aponi si limitò ad annuire in procinto di continuare.
-Non sappiamo chi sia, né il perché.- precedette le domande della sua amica, prevedendole abilmente.
-Quello che è certo è che ci ha mandato contro i Demoni per mandarci nel Mondo degli Spirti. Se ci pensi, quei mostri, hanno attaccato solo me, te ed Enapay. Gli altri sono stati ignorati.- sembrò che Maka ci stesse pensando su e, non trovando obiezioni non disse nulla.
-Quindi... queste persone ce l'hanno con noi...-
-In più...- riprese Aponi. -... ieri sera ho visto un gufo reale e poi un altro, se non lo stesso, è passato sopra la mia tenda lanciando il suo grido.- Maka fece una faccia storta, sapeva che rappresentava un brutto presagio.
-Chi l'avrebbe mai detto e avere i nostri totem sotto forma fisica ci avrebbe portato ad affrontare tutto questo.- Rimasero in silenzio per un po', ognuna prigioniera dei propri pensieri e schiava delle sue idee.

Enapay lasciò cadere per terra la legna per il fuoco di quella sera. Era tardo pomeriggio ormai, il sole era calato lasciando alle tenebre il compito di vegliare sul piccolo accampamento. Il freddo intenso gli aveva reso le mani quasi insensibile. Si strofinò con vigore le braccia, per scalarsi un po' e osservò il suo respiro mutare in una buffa nuvoletta di vapore. Sentì la vocina di sua sorella che giocava con una sua amica e sorrise, intenerito. Fece per voltarsi e tornare dentro il suo tepee, ma, mentre si dirigeva verso la sua abitazione fece scorrere lo sguardo verso la tenda della ragazza con il totem-lupo. Era stranamente curioso di che nome avrebbe dato al suo spirito. Poche ore prima aveva visto l'altra ragazza con il totem-aquila, lasciare quella abitazione. Le era parsa turbata ed Enapay si chiese se avesse saputo della profezia. Senza pensarci aveva cominciato a giocherellare con la collanina del suo totem. Strinse forte il puma intagliato, sentendosi un attimo più tranquillo. Non invidiava proprio quelle due. Sotto tiro da qualcuno che gli aizzava contro dei Demoni per ucciderle. Non ci teneva proprio a trovarsi in quella situazione. Ripensò a quel mostro che aveva attaccato lui e la ragazza nella valle, al suo corpo orrido, a quel verso terrificante. Rabbrividì e si convinse fosse per il freddo. Si diresse deciso verso la sua tenda.

Nonostante tenesse chiusi panni con un laccio e il fuoco all'interno del tepee Aponi aveva freddo. Si avvicinò di più al braciere con Fae, che con fare annoiato, spazzava il pavimento con la coda, lanciando ogni tanto occhiati impazienti all'uscita ed emettendo uggiolii e versetti che ricordavano il suo nome. Aponi sbuffò. Non ne poteva più di rimanere chiusa lì dentro, si sentiva quasi una prigioniera di guerra. In più da quando Maka se ne era andata era rimasta sola con Fae e, per tutto il pomeriggio non era stato di grande compagnia. Si sporse verso la sua cesta per gli abiti e ricerco una veste degna per quella cerimonia. Ne scartò qualcuna, lanciandole dietro di sé, colpendo Fae che si lamentava dimenandosi per liberarsi. Verso il fondo ne trovò una semplicemente fantastica. L'ordine cromatico dei colori ricamati sfumava dal blu profondo ad un verde giada. Le frange pendevano a centinaia, essendo anche doppia fila. Piume tinte e piccole conterie di un verde più chiaro, la addobbavano rendendola ancora più elegante. Era semplicemente perfetta per quella sera.    

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