Capitolo 7

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Capitolo 7:
Aponi si tirò a sedere di scatto. Il respiro correva veloce fuori dalla sua bocca. Non appena gli occhi si abituarono all'oscurità si lasciò avvolgere dal sollievo: era nel suo tepee. Era a casa. Si lasciò cadere all'indietro, accoccolandosi meglio nel suo sacco per dormire. Fae sonnecchiava accanto al fuoco che ormai non era che un cumulo di braci. Aponi rabbrividì. Il freddo si insinuava, subdolo, nella tenda, passando attraverso i panni pesanti. La ragazza strinse gli occhi. Ancora quell'assurdo incubo, o ricordo se proprio vogliamo essere precisi. Il querceto, i Demoni, lei ed Enapay in fuga. E poi la comparsa del suo totem, quell'enorme e bellissimo puma. Quella sera erano tornati insieme all'accampamento, ma nessuno dei due aveva aperto bocca. Poi si erano separati per andare ognuno nella sua abitazione e da quel momento non l'aveva più visto, ed erano passati due giorni. Ovviamente la notizia che il figlio del capo tribù avesse fatto uscire il suo totem dal cuore si era diffusa veloce, come se il vento, per dispetto avesse comunicato quella nuova a tutti senza chiedere il permesso a nessuno. Chissà come i suoi genitori e sua sorella avevano preso la notizia. Con il resto della tribù si comportavano come sempre, ma non potevano aver lasciato passare una cosa del genere senza battere ciglio. Stiamo parlando di un puma! Uno dei predatori più pericolosi di queste pianure! E anche se come Fae e Mapiya, probabilmente, non avrebbe fatto male a nessuno era comunque un animale piuttosto grande. Aveva saputo anche, da alcune voci, compresa Maka, che lo Sciamano aveva fatto visita al giovane, per sapere il nome del totem e tra due giorni si sarebbe tenuta la cerimonia. Magari per quell'occasione Aponi avrebbe potuto parlargli, ora che la profezia sulle tre luci era completa. Lui era l'ultimo tassello mancante. Forse era anche per questo che lo Sciamano voleva parlare con loro con urgenza l'indomani. Aponi si girò sul fianco destro, frustrata. Aveva troppi pensieri per dormire, troppe ansie. Forse avrebbe finalmente scoperto il suo ruolo in questa profezia, anche se non era così sicura di volerlo sapere.

Quella mattina il cielo era coperto da un sottile strato di nuvole biancastre che preannunciavano neve. Aponi si strofinò le mani sulle braccia per riscaldarsi un po', mentre con un sospiro formava una nuvoletta di vapore che salì, giocosa, verso il cielo. Con Fae al fianco, indugiava sulla soglia della sua abitazione. Ora, alla luce del giorno, aveva il timore di tornare nell'abitazione delle Sciamano. Era sempre meno sicura di voler sapere il compito al quale doveva far fronte. Il lupo uggiolò, riscuotendola dai suoi pensieri. Rivolse al suo totem, un sorriso teso e poi si incamminò verso l'abitazione dello Sciamano. Appena arrivata, chiese il permesso di entrare e scostò piano il panno. Dentro l'aria calda ed invitante. L'Uomo le rivolse un cenno e lei entrò, un po' titubante. Un odore dolciastro le solleticò le narici e vide un grande contenitore sopra il fuoco dove stava bollendo qualcosa, ma non osò chiedere di cosa si trattasse temendo fosse un intruglio magico o roba del genere. Si sedette di fronte allo Sciamano, continuando a stare in silenzio. Cominciò a torturarsi palmi con le unghie, mentre Fae stava comodamente steso al suo fianco, crogiolandosi in quel bel tepore che occupava il grande tepee. Poco dopo arrivò Maka, che, dopo aver ricevuto il permesso per entrare, si accomodò accanto ad Aponi, con Mapiya aggrappata alla sua spalla che lanciava occhiate penetranti a Fae, il quale non sembrava minimamente farci caso. Le due amiche si scambiarono un piccolo sorriso, nessuna delle due accennò ad aprire bocca. Le tensione era così spessa che sembrava avere un peso. Un peso che stava opprimendo il petto di Aponi e probabilmente anche quello di Maka. Parecchi minuti più tardi arrivò Enapay, accompagnato da quel bellissimo puma dorato. Aponi pensò che i riflessi sul suo pelo assomigliassero ai raggi del sole e quegli occhi giada erano così profondi. Il giovane si sedette accanto a Maka, con il totem i fianco. Finalmente lo Sciamano rivolse tutta la sua attenzione su di loro. Fece vagare il suo sguardo su ognuno di loro. Poi prese un bel respiro.
-Benvenuti ragazzi.- disse con la sua voce solenne che ad Aponi mise i brividi.
-Vi ho chiamato tutti e tre perché devo parlarvi di cose molto importanti e...- esitò un attimo. -... e pericolose.-. Nessuno fiatò.
-Dovete sapere che molto tempo fa, un potente Sciamano, ebbe in sogno una visione. Tre ragazzi che riuscivano a far uscire i loro spiriti totem dal cuore. Una cosa piuttosto inusuale quanto rara. Ebbene, questi tre ragazzi sono chiamati le tre luci.- si fermò giusto per verificare che lo stessero seguendo.
-Il compito di questi giovani è quello di fermare tre potenti stregoni dalla realizzazione del loro piano scellerato.- li fissò di nuovo uno ad uno.
-Cosa sapete dei Demoni?- chiese a bruciapelo. Nessuno parlò. Poi Maka si fece avanti.
-Sono creature orribili ed estremamente aggressive. Vivono nel Mondo di Sotto, insieme ai morti. In genere per evocarli occorre la magia nera.- disse con voce tremante. Lo sciamano annuì.
-Ma voi sapete cosa può succedere se si beve il loro sangue?- domandò di nuovo lo Sciamano. Tutti scossero la testa.
-È provato che bere il loro sangue renda immortali.-
-Ma chi sarebbe così pazzo da bere del sangue demoniaco?- chiese schifato Enapay.
-È rischioso e nemmeno tutti sono compatibili. E poi chi pratica magia nera in genere è allontanato dalla tribù, nessuno sopravvive da solo.- concluse il giovane.
-Quello che dici è vero.- il vecchio assentì con la testa.
-Ma queste tre persone ci sono riuscite e sono più determinate che mai a perseguire nel loro obbiettivo e non solo. Una volta raggiunta l'immortalità, questi vogliono riunire tutte le tribù sotto un unico grande clan, con loro tre al potere.-
-Non capisco.- disse però Aponi. –Se davvero avessero voluto bere il sangue demoniaco, perché non farlo ora, prima di essere trovati e uccisi. Come possono essere fermati se lo hanno già bevuto e non possono essere ammazzati.-
-Domanda intelligente Aponi.- le sorrise lo Sciamano. Poi tornò serio.
-Solo voi potete ucciderli dopo che il sangue demoniaco è già in circolo.- Tutti assunsero facce perplesse.
-Lo Spirito del Mondo vi ha conferito questo potere alla nascita. Ha bisogno di qualcuno che lotti per la sua causa, perchè queste persone sono uscite dal Sentiero e non vogliono più sottostare alle sue leggi.-
-Sta dicendo che con comunissimi armi e frecce potremmo rendere quelle persone immortali, di nuovo mortali?- chiese Enapay. Lo Sciamano scosse la testa.
-Con comunissimi archi e frecce voi potete ferire, anche gravemente, ma solo i vostri totem possono uccidere questi Stregoni. Loro sono rappresentazioni spirituali della vostra anima, non hanno nulla di mortale in loro e proprio per questo possono uccidere questi pazzi.-
-Vuole dire che i nostri totem non possono morire?- chiese Aponi. Lo Sciamano scosse di nuovo la testa.
-Sapete cosa sono i Wendigo?-
-Cacciatori che si sono nutriti di carne umana e che si sono tramutati in un essere orribile.- disse Maka. Tutti sapevano cosa fossero i Wendigo e di certo non erano figure felici da incontrare.
-Non è del tutto corretto. È vero, una delle prime cause che precede questa trasformazione è il cannibalismo, ma esiste anche un altro modo: la perdita della propria anima. I vostri totem possono essere benissimo uccisi e in questo caso, voi perdereste la vostra anima. La trasformazione sarebbe immediata.- Calò un silenzio pesante.
-Mi dispiace ragazzi.- disse dopo qualche secondo lo Sciamano.
-E se ci rifiutassimo?- chiese Enapay.
-Lo Spirito del Mondo ti ha affidato questa missione Enapay. In un modo o nell'altro ti ritroverai a far fronte a questo compito, non puoi tirarti indietro.- Fece un'enorme sospiro.
-Credo proprio che dopo la cerimonia per il nome del totem di Enapay dovremmo preparare tutto l'occorrente per farvi partire. Il tempo scorre e ora che la profezia è compiuta c'è il rischio che i Demoni diventino più aggressivi di prima. Dovete mettervi in cammino il prima possibile. Tutte le tribù contano su di voi, luci.-

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