Capitolo 2

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Capitolo 2:
Aponi si sentì scuotere leggermente e con non poca fatica aprì gli occhi. Sentì le palpebre pesanti e gonfie. Non aveva dormito molto quella notte. Si girò pigramente verso la figura che continuava a chiamarla e vide suo padre chino su di lei.
-Presto Aponi. La caccia sta per partire.- le disse. Quella si mise a sedere, strofinandosi gli occhi. Le scappò uno sbadiglio. Suo padre uscì dal tepee per permetterle di cambiarsi. La ragazza si mise una tunica piuttosto malmessa che usava di solito per le uscite di caccia, i suoi soliti stivaletti e si legò i capelli con un morbido nastro non prima di essersi spazzolata rigorosamente. Afferrò il suo arco e la sua faretra, poi uscì dalla tenda nella fosca e fredda luce dell'alba. Notò che sul terreno c'era solo un sottile strato di neve, non di più. Vide gran parte della comunità radunata nel centro dell'accampamento. Parlavano tutti animatamente con le loro armi in pugno, mentre Kangee cercava di acquetare gli spiriti. La giovane si avvicinò e notò che il gruppo era composto soprattutto da uomini. Questa volta sembrava che non molte donne avrebbero partecipato. Dopotutto serviva che qualcuno tenesse d'occhio il campo.
-I due esploratori che erano andati alla ricerca di bisonti sono tornati da poco e hanno detto di aver visto una mandria a mezzo giorno di cammino.- disse il capo. I cacciatori di quel giorno annuirono, felici che la mandria non fosse poi così lontana.
-Propongo di metterci subito in cammino. Andate a preparare le ultime cose.- li congedò l'uomo. Aponi scorse Maka dirigersi verso di lei.
-Pronta?- domandò la riccia.
-Assonnata.- rispose l'altra con "perfetta" coerenza. L'amica le sorrise.
-Non sai quanto ti capisco.-
-Vado a preparare le ultime cose.- disse poi Aponi.
-Ti accompagno.- le rispose la ragazza. -Tanto ho già tutto con me.- le indicò la sacca per la carne, la borraccia che aveva con sé, l'arco e la faretra.
-Va bene.- asserì l'amica. Si diressero velocemente alla tenda di Aponi, che ancora più in fretta raccolse il suo otre d'acqua, il tascapane e qualche provvista come carne essiccata e qualche frutto secco. Si voltò verso Maka.
-Pronta.- insieme tornarono verso il gruppo e si accorsero che al gruppo si era aggiunto anche Enapay che stava parlando e sorridendo a sua sorella. Erano davvero rare le volte in cui lo si vedeva così solare.
"Chissà se parteciperà anche lui alla battuta?" si chiese Aponi.

La sua curiosità fu presto saziata. Enapay avrebbe partecipato alla caccia. Era partito con loro quella mattina presto e tutti insieme stavano andando nel punto descritto dagli esploratori. Il sole era oramai alto quando intravidero il gruppo di bisonti nella valle poco sotto di loro. Kangee si rivolse al gruppo.
-Sarà bene separarci, creeremo coppie così da poter prendere di mira più animali.- il capo cominciò a spartire le varie persone fino a che non rimasero solo Maka, Enapay, Aponi e un altro ragazzo. La riccia fu messa con il giovane di cui non conosceva il nome mentre l'amica andò in coppia con il figlio del capo. Quello non disse una parola né alzò il sopracciglio. L'unica mossa che Aponi lo aveva visto fare con lei.
-Accerchieremo la mandria, ogni coppia prenda di mira un bisonte. Mi raccomando, desidero collaborazione e che lo Spirito della Terra sia con voi.- La gente cominciò a sparpagliarsi.
-Di qua.- le disse Enapay. Era la prima volta che le rivolgeva la parola in diciassette anni. La sua voce le parve calda e rassicurante. Non aveva un brutto timbro. Lo seguì, mentre scendevano verso la piccola pianura. Notò che il ragazzo si muoveva con molta sicurezza e la giovane decise che sicuramente cacciava da parecchi anni. Stavano attenti a restare sotto vento. Improvvisamente il giovane si fermò. Le fece un cenno con la mano per dirle di avvicinarsi e lei non poté fare a meno di obbedire.
-Quello laggiù.- mormorò, indicando un bisonte giovane, un po' più distante dal resto del gruppo. Aponi annuì in segno di consenso e poi fecero per avvicinarsi. Notarono che la loro preda si allontanava sempre di più dalla propria mandria e non poterono fare altro che rallegrarsi, almeno non si avrebbe spaventato il resto del branco se fossero saltati fuori all'improvviso. Si mossero nell'erba alta, accovacciati, attenti a non fare il minimo rumore. L'animale si fermò a brucare qualche pianta, abbastanza distante dal suo gruppo d'appartenenza. La ragazza guardò Enapay. Lui le diede il segnale e lei prese una freccia dalla sua faretra, la incoccò e aspettò che il giovane la imitasse. Quando lo vide pronto gli fece un gesto per dirgli che avrebbe attaccato e lui annuì. Aponi si preparò a lanciare il dardo, ma proprio mentre prendeva la mira l'animale alzò la testa dal suo pasto allarmato. Aponi cercò di capire cosa lo avesse spaventato. Lo vide fiutare l'aria, ma loro erano ancora sottovento. Chi poteva aver sentito? Lanciò uno sguardo al suo compagno e lo vide confuso quanto lei. Improvvisamente l'animale lanciò un muggito terrorizzato e cominciò a correre verso la ragazza, senza sapere che lei era nascosta lì. La giovane si spostò velocemente, schivando all'ultimo uno zoccolo vicino alla sua tempia. I due giovani si alzarono in piedi sempre più perplessi per quel comportamento mai visto. Notarono che anche il resto il resto della mandria si era data alla fuga. Cominciarono a spaventarsi e cercarono il resto dei cacciatori con gli occhi senza vederli. Probabilmente erano tornati sulla collinetta da dove erano venuti per non essere investiti dalla mandria in fuga.
-Torniamo sulla collina.- disse Aponi. Enapay annuì. Proprio mentre facevano per rimettersi in cammino un ringhio dietro di loro li trattenne. Si voltarono allarmati, pronti a scoccare una freccia già pronta al lancio. Si sarebbero aspettati di tutto. Lupi, linci, puma... invece non videro proprio nulla, ma il ringhio sommesso continuava. Qualcosa si mosse alla destra di Aponi e quello che le si mostrò la lascio inorridita e spaventata al tempo stesso. Un essere orribile, simile ad un uomo messo a carponi con arti sproporzionatamente lunghi, senza naso né occhi, ma con una bocca priva da labbra e con doppie file di denti affilati si stava avvicinando. Non aveva orecchie ma solo due minuscoli fori ai lati della tempie e la sua spina dorsale era in terrificante rilievo. Aveva un colore rosa pallido e sembrava viscido da come la luce correva sul suo corpo spoglio. La ragazza si fece istintivamente indietro rendendosi conto che un altro essere simile a quello davanti a lei si stava dirigendo verso il suo compagno. Tutta la radura era immersa nel più completo silenzio. Non un rumore si faceva vivo e tutto ciò era terrificante. Indietreggiò d'istinto. La mano tremava troppo per quella raccapricciante comparsa e non riusciva a prendere bene la mira. Si ritrovò con la schiena contro quella di Enapay, terrorizzato quanto lei. Si guardarono un attimo ed entrambi pensarono la stessa cosa. Cominciarono a correre velocemente verso la collinetta. Il verso che sentirono dopo andava oltre la loro umana ragione. Era un urlo acuto sopra ogni limite mai sentito e poi quelle... cose iniziarono ad inseguirli. Erano quasi arrivati alla collinetta, ma Aponi inciampò. Il ragazzo si voltò per soccorrerla ma uno di quei mostri li aveva già raggiunti e stava per saltare addosso alla ragazza. Quella gridò terrorizzata e, nello stesso istante, una potente luce bianca si sprigionò dal suo petto. Immediatamente dopo, un enorme lupo nero, si avventava contro quell'essere deforme. Aponi si rialzò e traballò. Non capiva più nulla di quello che stava accadendo. Sentì un grido e si girò verso Enapay, vedendo che era piuttosto in difficoltà con il secondo mostro. Svelta prese la freccia messa precedentemente via, la incoccò e tirò. Il dardo perforò la testa della cosa da parte a parte e quella cadde per terra senza nemmeno un lamento. In quel momento si accorse di non sentire nemmeno l'altra bestia. Si voltò fulminea con un'altra freccia pronta al lancio. Allora vide il lupo di prima che la fissava con i suoi profondi occhi gialli e dietro di lui, il mostro con la gola squarciata. L'animale spazzò la terra con la coda e fissò la ragazza, piegando la testa da un lato, come se fosse confuso. Non sembrava avesse cattive intenzioni, forse meglio andarsene adesso prima che gli venisse fame. Mise via le armi e, facendo segno al giovane che era ancora parecchio scosso, si avviò verso la collina con un passo veloce e sicuro seguita dal ragazzo che stava riprendendo contegno, o almeno così sembrava. Eppure quando furono sulla collina non videro nessuno e il lupo continuava a seguirli. Cercarono di ignorare l'animale e, quando videro un messaggio della tribù, si sentirono molto sollevati. Su un sasso, disegnato con il carboncino, vi erano dei disegni stilizzati dei tepee e un lineetta che indicava loro di essere tornati indietro verso l'accampamento.

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