bulli (pt2)

229 20 10
                                    

«si chiamano: Richard e Leonard...» rispose la bambina.
«e da quanto ti danno fastidio?» chiese lo zio.
«all'incirca tre mesi, prima mi spintonavano un po', poi hanno cominciato a farmi i dispetti... E in fine a prendermi in giro» rispose torturandosi le fragili manine.
«mh... Capisco, non preoccupati, ci penserò io a loro» disse lui.
«mi hai promesso che non gli avresti fatto del male» gli ricordò la nipote.
«infatti non li torcerò un capello» ribattè lui «voglio solo scambiare quattro chiacchiere con loro» aggiunse.
Angel annuì, anche se titubante, non guardando lo zio negli occhi.
Lui, accorgendosene, le alzò di poco la testa, obbligandola a guardarlo e le sorrise con dolcezza.
«io mantengo le promesse» gli disse lo zio «se ti ho promesso che non gli farò del male; non gli farò del male» aggiunse.
«okay... Mi fido di te» disse la bambina.

Dopo circa venti minuti; Angel aveva completato i suoi compiti.
Nel mentre lo zio era rimasto a fargli compagnia.

«zio» lo chiamò la bambina scendendo dalla sedia.
«si Angel?» chiese lo zio.
«andiamo al parco giochi?» chiese la bambina.
«mh... Non so» disse lo zio trattenendosi nel ridere.
«Daaaii!» lo supplicò la bambina.
«okay, se proprio ci tieni...» sbuffò lo zio ridacchiando.

Uscirono dalla stanza, mentre Black Hat teneva la mano della nipotina dirigendosi verso la porta.
Ad un tratto la bambina si fermò davanti alla porta del laboratorio di Flug.
Lo zio la guardò.
«vuoi chiamare Flug?» chiese lui.
Angel annuì e appena le fu lasciata la manina corse nel laboratorio.

Poco dopo la piccola uscì dalla stanza tenendo per mano Flug.

Nel mentre, fuori aveva già smesso di piovere, e il sole era tornato a splendere.

Si incamminarono fuori casa, per poi raggiungere il parco giochi.
«Flug! Mi spingi sull'altalena?» chiese la piccola guardandolo.
«certamente» rispose Flug.
Angel gli dedicò un dolce e gentile sorriso per poi andare verso le altalene.

Black Hat si sedette su una panchina all'ombra, poco lontano da lì, osservando la nipotina e Flug spingere la bimba sull'altalena, facendola ridere e sorridere.

Di natura, lui odiava la gioia e la felicità.
Ma, non sarebbe mai stato in grado di vedere o peggio, far soffrire, la sua nipotina, una creaturina che lo aveva colpito nel profondo, dalla prima volta che l'aveva tenuta in braccio e l'aveva guardata nei suoi grandi occhi ed ella gli aveva sorriso.

Immerso nei suoi pensieri non si era accorto che Flug lo aveva raggiunto e seduto abbastanza distante da lui.

«Flug» lo chiamò Black Hat, con un tono, tutt'altro che rassicurante.
«s-si capo?» chiese lo scienziato.
«sono sufficientemente sicuro, di non avertelo mai detto... Ma, hai fatto un ottimo lavoro» disse il super cattivo non staccando gli occhi dalla nipote, che si era avvicinata a uno scoiattolo.

Flug si pietrificato, fissando il capo incredulo.

Gli aveva fatto un complimento? Sul serio?
Non ci poteva credere.

«G-grazie capo» disse emozionato lo scienziato.

Passò all'incirca una/due ore.
Era tutto tranquillo e si era fatta ora di andare.
Ma quando Black Hat guardò Angel pronto a richiamarla, vide nipote essere spintonata a terra da due ragazzini, non ci mettè molto a capire che erano i due bulletti che infastidevano Angel anche a scuola.

Si alzò di scatto e andò velocemente vicino aiutandola ad alzarsi.
Nel frattempo i due bulletti si erano allontanati, sghignazzando e ridendo.

Dagli occhi della bambina scesero delle piccole lacrime dagli angoli degli occhi.
Black Hat gli si inginocchiò davanti.

Le manine della bimba erano tutte graffiate.
Black Hat le prese con delicatezza e gli lasciò un piccolo bacetto su di esse.
In poco tempo, i graffi, scomparvero.
La piccola lo guardò meravigliata.

Lo zio l'abbracciò e nel mentre, guardò i bulletti. Gli salì una grande rabbia...

La piccola lo guardò e lo strinse.
Black Hat la guardò prendendo un profondo respiro, alzandosi.

«Flug, prendi Angel e andate a casa» disse.
Flug fece come ordinato, prendendo in braccio la bambina e allontanandosi.

Black Hat si avvicinò ai bambini, nel mentre alcune parti del suo corpo cominciavano a mutare.
Appena loro se ne accorsero, cominciarono a tremare, rimanendo paralizzati dalla paura.
«VoI vI DIverTiTe A bUllIZZaRe AnGeL, RiCHarD E LeONard, Non è CosÌ?» disse in tono instabile.

Lentamente intorno a loro, tutto diventò scuro.

I ragazzini caddero a terra spaventati.
«NON VI AZZARDATE MAI PIÙ A BULLIZZARE MIA NIPOTE CHIARO?! O FARETE MEGLIO A FUGGIRE! PERCHÉ IO VI DARÒ LA CACCIA!!! CHIARO?!» aggiunse gridando il cattivo.
I bambini ormai in lacrime annuirono tremanti; al che lui fece tornare tutto normale in un schiocca di dita.
«Molto bene, vi auguro una buona giornata» disse allontanandosi.

I bambini, a quel punto, si alzarono correndo via gridando spaventati.

Arrivò a casa ed appena attraversò l'uscio di casa, Angel lo abbracciò in lacrime.
«ehy Angel, va tutto bene, non gli ho fatto male, come mi hai chiesto tu» gli lo zio prendendola in braccio.
«l-lo so...» disse asciugandosi le lacrime «grazie, per avermi difeso» aggiunse la bambina.
Al super cattivo sfuggì un sorriso; le baciò la fronte e gli sorrise.
«te sei il mio angioletto, non permetterò mai a nessuno di farti del male» disse stringendola a lui.

Angel sorrise e si lasciò cullare da quel abbraccio che la riscaldava nel profondo.

«Grazie zio»

un angelo all'inferno •| Villainous |•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora