Capitolo 12

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“Ma sto bene ragazzi! Ormai non ho più la febbre da due giorni! Voglio uscire!” sto discutendo animatamente con i miei amici e il mio ragazzo perché non vogliono farmi uscire nonostante io mi sia ripresa alla grande.

“Non se ne parla neanche” mi risponde severa Shady.

“Io sono d’accordo con lei” mormora Riccardo abbassando lo sguardo e indicando leggermente Shady.

“Non hai neanche il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi!”

“Dai Fede non fare tragedie per niente, stai in casa ancora per oggi e poi domani esci” mi rassicura Vittoria.

“Ah sì? Hai detto la stessa cosa ieri e l’altro ieri eppure non ho ancora messo piede fuori da questa casa” incrocio le braccia al petto e sbuffo alzando gli occhi al cielo.

“Manca solo che sbatti i piedi per terra e diventa un perfetto capriccio da bambina di due anni” Andreas tenta di buttarla su ridere ma l’unica cosa che ottiene e di essere mandato a quel paese. Mike non ha ancora parlato quindi è la mia ultima opportunità. Mi giro verso di lui e sbatto un po’ le ciglia sporgendo il labbro inferiore.

“Non se ne parla neanche signorina, stai in casa e quando te lo diremo noi uscirai” dice conciso.

“Ma fate sul serio? Smettetela di trattarmi come una bambina! Soprattutto tu, Mike! Non sono né tua figlia né tua sorella né nient’altro!” a passo spedito vado in stanza e mi metto i primi vestiti che mi capitano, prendo il telefono e ritorno in cucina. So di aver esagerato, in particolar modo con Mike, e me ne rendo conto quando incontro il suo sguardo ferito, gli occhi leggermente arrossati. Stringe la mascella e i pugni distogliendo lo sguardo. Avanzo verso la porta ma qualcuno mi richiama, così mi fermo senza girarmi attendendo che quel qualcuno parli.

“Fefè…” non va avanti per cui apro la porta e la sbatto alle mie spalle. Scendo velocemente le scale del condominio e appena metto piede fuori dal portone prendo una boccata d’aria. Inizio a camminare verso la spiaggia dell’altra sera: è un posto isolato e tranquillo, sicuramente non ci sarà nessuno e potrò stare per conto mio. Appena arrivo mi siedo sulla sabbia a gambe incrociate e prendo il telefono. Fortunatamente frugando nelle tasche dei pantaloncini ho trovato delle cuffiette per la musica quindi posso ascoltarla tranquillamente.  Mentre scelgo la canzone mi arriva un messaggio, mi affido alla riproduzione casuale e apro il messaggio. Apro la bocca sorpresa e aggrotto le sopracciglia: è Michele.

Da Michelino♡: Paper scusami tantissimo per come mi sono comportato. Non avevo il diritto di dire quelle cose, anche perché non è assolutamente vero che mi ignori per Riccardo. Mi manchi tanto, mi ero abituato a vederti praticamente tutti i giorni…

Sorrido e mi mordo leggermente il labbro. Michele c’è sempre stato, sia nei momenti più belli sia in quelli tristi in cui avevo bisogno di qualcuno che mi supportasse.

A Michelino♡: Dimentichiamo tutto Michi, mi manchi un sacco anche tu ma non so come potremmo fare… e se venissi qua con noi per qualche giorno?

Invio il messaggio e spengo internet consapevole di aver appena fatto un torto enorme a Riccardo. Forse non avrei dovuto reagire così impulsivamente. Sbuffo infastidita e alzo il volume della musica cercando di non pensare più a niente e appoggiandomi con la schiena ad uno scoglio. Rabbrividisco e mi maledico mentalmente per non aver portato una felpa, non dovrei stare qua all’aria visto che mi è passata da poco la febbre ma sono troppo testarda e orgogliosa per tornare indietro. Chiudo gli occhi e mi abbraccio le gambe cercando di scaldarmi il più possibile. Rimango in quella posizione per un po’ finché non sento qualcosa posarsi sulle mie spalle e qualcuno sedersi al mio fianco. Il profumo familiare di Riccardo mi invade per cui non mi muovo di un millimetro mentre il mio corpo si scalda grazie alla sua felpa. Mi sfila delicatamente una cuffietta e mi fa girare verso di lui. Mi guarda con rimprovero ma non dice nulla e non so se è perché ha paura di una mia possibile reazione negativa o perché non vuole rompere il religioso silenzio.

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