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È venerdì mattina. Tre giorni sono trascorsi in fretta. Non ho fatto granché a parte andare all'università, tornare a casa e starmene in camera a studiare.
Ho cominciato ad usare la macchina che papà mi ha regalato, non dico di essere totalmente indipendente perché ad essere sinceri ho imparato solo la strada da qui alla C.U. e viceversa. Ma in fondo in soli tre giorni è già un traguardo.
La Columbia University mi piace, senza presunzione posso dire di essere la più preparata del mio corso di musica; sto riprendendo a suonare, ma non ancora come prima, bisogna fare un passo alla volta.
Ho sentito nonna due volte e a quanto pare sabato avrà un appuntamento con un suo coetaneo che fa volontariato insieme a lei. Non ho fatto a meno che essere entusiasta! Come non esserlo in fin dei conti.
Io speravo proprio tutto tranne che si rintanasse in casa.
Mio padre e Kelly sono partiti ieri per la Nuova Zelanda, a quanto ne so l'economia non va molto bene negli ultimi tempi perciò sono corsi al salvataggio per poter riprendere in mano la situazione. Torneranno tra circa due settimane, non mi turba stare a casa da sola, me la caverò sicuramente.
Daniel non l'ho più visto da quel giorno. Ho saputo quella sera stessa che si è appoggiato a casa dal suo amico per un po' penso, non so perché. Di certo non per causa mia, non ho tutta questa importanza.
Avrà i suoi motivi e a me sta bene così.
Ho pensato molto a quello che è accaduto, avrei voluto chiedergli scusa.
So per certo di quanto lui sia stato stronzo, ma anche io ci ho messo del mio. Spero ci sarà occasione di chiarire queste divergenze tra me e lui, non si può andare avanti così.
A farmi compagnia la mattina al bar è Bonnie, è dolce oltre che peperina, mi piace e sto benissimo con lei.
È una brava ragazza che vive qui a New York in un piccolo appartamento di Brooklyn. I suoi genitori sono venuti a mancare circa due anni fa in un incidente stradale, è evidente che abbiamo qualcosa in comune...
Con il rettore Clark non ho più avuto niente a che fare, non posso dire nemmeno di averlo visto all'università ultimamente, mi ha mandato solo un paio di lettere durante le lezioni per supplicarmi di accettare le sue scuse. È quello che ho fatto, sono nuova qui e non intendo essere espulsa da un momento all'altro solo per orgoglio. Ha sbagliato e sono felice che lo abbia riconosciuto.
A meno problemi vado incontro meglio è. Ma si da il caso che non mi va comunque a genio.
Mi trovo qui al Golden Coffee, il bar dove io e Bonnie ci diamo appuntamento la mattina alle 8.30 per prendere il caffe-latte e fare due chiacchiere tra amiche.
<< Giurami che non sei qui da tanto. La sveglia non ha suonato, e mi sono truccata e vestita al buio.>>
L'unica persona che mi fa ridere di prima mattina di siede di fronte a me.
È buffa, l'adoro.
<< Qualche volta capita anche a me e vado completamente in tilt. Tieni ho ordinato per te, caffelatte con una zolletta di zucchero e un po' di cacao>> Ormai ho imparato bene i suoi movimenti. Prende esattamente la stessa cosa ogni mattina.
<< Sei la migliore.>> Dice portando la tazza in bocca attenta a non sbavare il suo rossetto color rosso fuoco.
Resto pensierosa e mi chiedo davvero quando Daniel tornerà a casa. Ho come un mattone nel petto..
<< Terra chiama Rosie!>>
Bonnie mi sventola la mano davanti agli occhi ed io mi riprendo immediatamente.
<< Scusami ero immersa nei pensieri..dicevi?>>
<< Sta sera ti porto ad una festa e guai a te se rifiuti! Studi troppo ed io lavoro troppo, dobbiamo staccarci dal mondo reale almeno per una sera>>
Studio troppo? Sono qui da una sola settimana..
E una festa? Non sono stata a molte feste a Miami. Le poche a cui partecipavo erano tranquille e riservate. Dubito fortemente che voglia portarmi ad una festa pacata.
Ma perché no.
<< Va bene. Poi oggi è venerdì, non è una cattiva idea. Dov'è che andremo?>>Chiedo impazziente.
Dò un sorso alla mia bevenda: mi brucio la lingua. Ahi..
Aspetto che si raffreddi.
<< Non molto lontano da qui. Sono riuscita a farci invitare dal mio amico, è nella villa di una confraternita femminile, sai in una delle ville del campus. Si definiscono una sorellanza>>
Confraternita femminile?
Logicamente mi aspettavo più una di quelle maschili.
<< Davvero? Ma non erano proibite le feste nelle confraternite femminili? >>
Almeno a Miami non sono consentite.
Qui molte cose sono diverse.
<< Infatti no. Ma sorprendentemente Clark lo permette. Almeno quello stronzo qualcosa di buono lo fa>>
Dice in piena esplicitá e io acconsento la risposta ridendo e annuendo contemporaneamente.
Ci alziamo dal tavolo e io mi rimetto a posto il vestito. Paghiamo il conto e ci dirigiamo all'interno in più fretta che possiamo. Si gela! Dicembre si fa sentire.
<< Buongiorno Bonnie>>
Il preside si incammina con passo lento e deciso di fronte a noi.
<< Buongiorno signor preside!>> Dice Bonnie con sorriso ingannevole. È proprio vero che non si sopportano! Potrei capire più lei che lui a questo punto.
Mi chiedo se questa antipatia sia dovuta al fatto che anche con Bonnie non abbia tenuto le mani apposto.
Al momento opportuno glie lo chiederò.
<< Buongiorno signorina Price..>> Dice a me in tono preciso cercando i miei occhi.
Eh no.
<< Buongiorno.>> Rispondo senza guardarlo.
Calcolo freddo e distaccato.
Riprendo il discorso con la mia nuova amica senza rendergli conto.
<< Come ci organizziamo per questa sera? Facciamo che vieni a casa mia e ci prepariamo insieme? Non c'è bisogno che porti niente, credimi ho tutto.>>
Momenti così li passavo solo con Nonna e mi mancano.
<< Nella tua giga-casa? Beh a me va più che bene, andremo con la mia macchina e poi magari staremo da me e resterai a dormire ovviamente>>
Vuole in ogni modo ricambiare la gentilezza.
Devo solo che apprezzarlo.
<< Ma si dai, si può fare. Ci vediamo da me alle 7.00 allora?>>
Svolto a sinistra mantenendo il contatto visivo con lei.
<< Oh perfetto! A dopo Rosie!>>

Uncover.    #WATTYS2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora