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Arriviamo e Daniel si parcheggia proprio di fronte l'albergo.
<<Puoi scendere, siamo arrivati. >>
Fa togliendosi il casco.
Io non mi muovo di mezzo centimetro ancora aggrappata a lui. Avrei voluto che il giro durasse di più.
Daniel si volta ed io guizzo, scendo maldestra dalla moto e mi sfilo via il casco, senza il suo aiuto. Più facile slacciare che allacciare.
<< Com'è stato? Hai avuto paura?>>
Domanda restando seduto con le spalle incurvate.
Prima di rispondere faccio caso a come il suo abbigliamento elegante fa contrasto con la moto nera e rozza.
Un contrasto che mi piace però.
Lo avrei immaginato con una giacca di pelle come quelle che indossano i cattivi ragazzi del South Side ma così lo preferisco. Nonostante abbia modi scalmanati (a volte) nel suo modo di parlare e interagire, è affascinante. Non mi stupisce che le ragazze gli buttino addosso.
<< No, mi è piaciuto. Non lo credevo possibile..>>
Dico mentre mi tornano in mente frammenti di brutti ricordi.
<<Sei coraggiosa>>
Sorride e a mia sorpresa le sue dita afferrano una ciocca dei miei capelli e la sistemano dietro le orecchie.
Per istinto rimango con faccia nel suo palmo ma poi mi ritraggo subito.
Quando mi tiro indietro vedo che io suo sguardo è perso nel vuoto.
<< Cos'hai? >>
Domanda come se sembrasse preoccupato.
So che la cosa migliore da fare è ignorare ogni tipo di discorso e svignarsela in camera, ma è più forte di me.
<<Niente.. pensavo che.. adesso che la cosa è chiarita sarebbe meglio mantenere le distanze. Quindi.. Grazie del passaggio. >>
Faccio un sorrisetto forzato e mi decido a voltargli le spalle.
<< Ros aspetta.>>
A quelle parole mi immobilizzo e mi rigiro a guardarlo.
<<Ho....ho esagerato sta sera.>>
Dichiara con sforzo.
<<Ho esagerato con te non con il pianista che sia chiaro.>> Continua e vorrei scoppiare a ridere ma mi trattengo.
<<Non solo questa sera Daniel. È un continuo e quello dell'aeroporto è stato il culmine. Voglio solo sapere cosa diavolo hai fatto a Finn.>>
Meglio: voglio sapere se è finito all'ospedale o no.
Daniel scende dalla moto e con le mani in tasca scrolla le spalle.
<<Daniel. >>
Lo guardo preoccupata.
<< Non vuoi saperlo.
Ma se la cosa ti può sollevare ci ho rimesso anche io.
Di più lui comunque. >>
Non riesco a immaginare Daniel che possa essere picchiato da Finn, sarebbe innaturale per me. Non nascondo che mi da fastidio pensarlo.
<<Non è una gara!
Scommetto che Finn cercava di dirti come sono andate realmente le cose, ma sicuramente tu non hai voluto ascoltarlo perché sei testardo.
Ma più di tutto, saresti dovuto venire da me e risolvere 'con me' questa faccenda, dato che sono io la diretta interessata.>> Faccio recitando come se fossi una schizofrenica.
<< Lo so, hai ragione. Sono impazzito appena Lauren mi ha raccontato quelle stronzate e avrei dovuto parlare con te. Ma sai che ogni mia reazione corrisponde ad una azione compiuta non sempre con consapevolezza Rosie. Lo hai detto tu stessa.>>
È vero. Lo so bene. E non posso incolparlo più di tanto. Ma mi distruggerà così.
Ed io non penso di essere così forte come sembro.
Non ribatto con nulla. Piuttosto restiamo zitti entrambi per qualche minuto, fino a che non mi muovo verso la moto.
<<Senti, prendo la cena e me ne vado.>>
Attendo che lui venga ad alzare il sellino. Avanza e fa come chiesto un po' svaccato. Afferra il sacchetto ma non me lo porge.
Mi fissa negli occhi con desiderio.
Io non riesco a non guardarlo a sua volta, batto le palpebre alla velocità della luce e sospiro pesantemente.
Mi intimidisce, ci riesce sempre.
Se lui non me la dà, la prenderò io.
Alzo il braccio e cerco di afferrarla ma invece la schivo.
La schivo per disattenzione, per impedimento o che so io.
Daniel si comporta come se non mi avesse vista cercare di prendere la cena, perché è attento alle mie labbra.
<< Penso continuamente a quelle labbra sulle mie..
È stato difficile per me lasciarti partire da sola, sapendo che non ti avrei toccata, non ti avrei baciato, né sentito il tuo odore nei prossimi giorni. Pensavo di resistere e basta ma non riesco a starti lontano. Non ti sopporto.>>
Pronuncia queste parole sussurrando, con un pizzico di  irritazione.
Sentirmi dire che non riesce a stare senza di me è un peso allo stomaco che si sgretola piano piano. Non comprendo però l'essere irritato.
Come se gli desse fastidio questo potere che io ho su di lui, e premetto di essere a conoscenza solo ora, in quanto credevo che fosse lui ad esercitare del potere su di me.
Come se lui non riuscisse più ad avere quel minimo di controllo che aveva sulle sue emozioni.
Ma quali emozioni?
Daniel posa la mano libera sulla nuca e agitato cerca di guardare in alto inarcando il collo, e distogliere l'attenzione dalle mie calde labbra.
Vorrei potergli dire qualcosa ma non riesco.
Ho l'impressione che ogni volta che cerco di esprimere cosa provo per lui mi si ritorce contro.
Ringhia.
<< Fanculo. >>
Daniel lascia cadere il sacco con la cena a terra e percorre con soli due passi la distanza che ci separa.
Mi prende con entrambe le mani il volto e di prepotenza la sua bocca bacia la mia.
Io inizialmente mi ritraggo ma poi vedo i suoi occhi disperati colmi di desiderio e non resisto più. Mi lascio andare al sapore delle sue labbra e della sua dolce e calda lingua gettandogli le braccia intorno al collo.
Daniel mi sostiene in vita e intanto penso a quanto lo desideravo anche io, a quanto mi mancava poterlo sentire così vicino. Assaporare di nuovo la sua bocca.
<< Guarda che non ti sto perdonando>>
Faccio io tra un bacio ed un altro.
Mi succhia il labbro inferiore e lo lascia andare solo per potermi rispondere.
<<Si invece o non mi staresti baciando così>>
Bisbiglia ad occhi semi chiusi mentre mi lascia tanti piccoli morsi sul collo.
Sono così debole e vulnerabile da non riuscire a ribattere, sa che questo è il mio punto più debole. Punto che mi fa in qualche modo sentire delle vibrazioni qui sotto. Facendomi perdere le capacità motorie.
<< Hai..>> Provo respirando a fatica.
<<Ho cosa? >> Devo trovare la forza di parlare.
<< Prima, al ristorante, quando eravamo in bagno a discutere.
Hai detto che non posso essere innamorata di te. Voglio sapere cosa significa. Spero stessi scherzando.>>
Smettiamo di baciarci ma sono io a ritrarmi.
Che stiamo facendo? Cosa siamo davvero io e lui? Continuo solo a pensare quanta incoerenza c'è dietro tutto questo.
Daniel mi guarda come se avesse visto un fantasma.
<< Mi hai appena detto che è stato difficile lasciarmi partire da sola, che non riesci a starmi lontano.
Non puoi decidere cosa io debba provare o meno.
Ti ho già detto che sono disposta a lasciarmi alle spalle.. Insomma sai cosa, e affrontarlo con te.
Non ho mai negato che sarà difficile ma non mi interessa. Io non ho paura di te, e se..>>
Parlo con il sorriso sulle labbra ma Daniel mi interrompe e placa la mia frenesia.
<< No Rosie, non si tratta di questo.
È che.. Non lo so, forse si. Ma.. >>
Sembra in difficoltà a trovare le parole.
Non mi guarda più, solo a momenti.
<< Cosa? Non capisco cosa non va.>>
Ammetto che ho la sensazione di essere avvilita e il rimpianto di aver tirato in ballo questo discorso in un pessimo tempismo.
È strano che voglia piangere ancora prima di sapere cosa mi dirà?
<< Per me è una cosa grande, non è troppo parlare già di.. amore?
Non so nemmeno cosa sia.>>
Mi colpisce dritto nello stomaco.
<< Nemmeno io. Ma cosa c'entra questo?>>
È nuovo per entrambi. Non può pensare che sia di innamoramento facile, lui è l'unica persona con cui ho trascorso i momenti più intimi della mia vita. L'unico con cui riesco ad essere me stessa e che fa uscire il peggio e il meglio di me.
<< Ho letto quello che hai scritto Daniel. Non può essere diverso per te.>>
Continuo affogando nell'umiliazione.
Non so chi mi stia dando il coraggio di insistere ma so che anche Daniel prova qualcosa. O non starebbe qui a perdere tempo con me.
<< Cos.. Cosa avresti letto?>>
Domanda con la speranza di aver sentito male.
Deglutisco e ho paura che il signor Hamilton comincerà a dubitare della mia fiducia.
<< Il compito. So che lo hai fatto tu. E l'ho letto prima di capire che non saresti venuto a lezione. Ora che ci penso tu sapevi che mi avresti piantata in asso già molto prima. E io stupida che leggevo quella lettera come una totale idiota, ignara del fatto che tu e il tuo egocentrismo eravate già andati via.
Tutte le chiamate, i messaggi...>>
Ecco. L'amore è questo. L'amore è lui che mi fa male e io che lo amo lo stesso. Che schifo.
<< Ti ho già detto che hai ragione. Ho fatto una cazzata, l'ho capito. Ma ritorniamo alla lettera. Vuoi spiegarmi per quale cazzo di motivo è finita nelle tue mani? Hamilton non avrebbe dovuto fartela leggere, né a te né a nessuno.>>
Daniel parla con tono un po' aggressivo.
Posso capirlo in parte. In fondo quella lettera non doveva essere destinata a me, secondo il suo patto con l'insegnante.
<< Ok. Ora non importa, fatto sta che hai scritto cosa provi quando sei con me.
E non capisco perché lo hai scritto invece di dirmelo. Anzi ora neghi tutto..>>
Daniel a mio avviso sembra essere leggermente imbarazzato.
Cerca in ogni modo e maniera di divagare ma sa che non può farlo.
<< È solo una lettera Rosie. Un cavolo di compito e si, ho scritto come mi sento quando sto con te e allora? .. Non ha nulla a che vedere con l'amore.>>
<<Ti stai mettendo sulla difensiva, lo fai di continuo. >>
Gli faccio notare.
<<Non è vero.>>
Insiste. Basta è troppo.
<<Allora finiscila di prendermi in giro. Cos'e? È solo una cosa fisica Daniel? >>
Dico sull'orlo di singhiozzare.
Ma senza lacrime. Le sto terminando quelle. Credo che ognuno di noi abbia solo un certo numero di lacrime per ogni situazione.
Lui evita il mio sguardo e capisco che lo fa quando si sente ostacolato.
<< Si. Non lo so, forse.>>
Balbetta incerto.
<< È la tua ultima risposta?>>
Smetto di singhiozzare e passo ad un tono di voce più impetuoso.
Non dice nulla, ma mi sembra di averlo visto annuire con la mano davanti la bocca per strofinarsi il naso. Ma in realtà credo sia per cercare di nascondersi.
<< Buonanotte.>>
Lo oltrepasso e raccolgo da terra la busta con la cena, penso ormai ghiacciata.
Mi blocca per un braccio ed è come se mi attirasse a se, ma non è così. Era solo una mia stupida impressione.
<< Smettila di troncare i discorsi quando più ti conviene. Non mi sembra avessimo finito di parlare. Non mi hai nemmeno dato il tempo di risponderti. >>
Balle.
<< Il tuo silenzio è già una risposta.
Mi odio solo per averti baciato. Continuo a farmi male da sola e ne conosco le conseguenze.
Ma se ti senti in dovere di dirmi altro puoi venire dentro con me e continuiamo a parlare.>>
Mi guarda disorientato allentando la presa al braccio.
<< Non stai dicendo sul serio, vero..?>>
Domanda velocemente.
<<No. Vai a farti fottere.>>
Spintono via la sua mano su di me e me ne vado in camera senza guardarmi dietro. Mi domando come mi sia uscito..

Uncover.    #WATTYS2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora