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<< Cos'è stato?>>
Daniel si sporge per guardare giù e capire da chi provengono quelle urla.
Quella posizione quasi mi spaventa.
<< Merda..>>
Dice rimettendosi a sedere.
<< Cosa? Che succede?!>>
Chiedo ansiosa.
Daniel pensieroso non fa caso alla mia domanda.
Qualcuno si sarà fatto male? Immagino che per tutto l'alcool che hanno bevuto, qualcuno sarà finito in coma etilico.
Bonnie starà bene?
E se si fosse sentita male lei?
Faccio per alzarmi senza indugio e calarmi nella scala.
Daniel, furioso dal mio movimento, mi blocca per un braccio con prestanza.
<< Sei impazzita?! >>
Parla sottovoce ma è come se volesse sgridarmi.
<< Vuoi dirmi che succede?!>>
Il mio braccio è ancora incastrato nella sua grande mano.
<< C'è la polizia. Abbassati e sta zitta.>>
Oddio.. Bonnie, Alex e tutti gli altri..
Faccio come detto anche se il mio istinto è quello di scendere da questa maledetta giostra mezza rotta.
Io e Daniel ci accovacciamo in modo da non farci vedere ne sentire.
Sono così vicina al suo petto..
Se lui non fosse così alto, c'entreremo ancora meglio.
<< Perfetto. Ora mi spieghi come ce ne andremo via?>>
Si. Sono irritata.
Lo dovevo immaginare.
Solo mi chiedo, chi mai avrà chiamato la polizia? Qui intorno non c'è un'anima e dubito che sia stato uno dei ragazzi.
Daniel mi fa segno di non fiatare mentre sporge un occhio per vedere cosa sta accadendo.
Soffoco in una risatina isterica..
Aaahh.
Sono scomodissima.
Mi sistemo ancora più giù appoggiando la testa sul suolo di questa cabina.
Il suo odore si fa strada nelle mie narici. Com'è buono..
<< Aspetteremo finché non andranno via. Dopodiché scenderemo. Non ti preoccupare, va tutto bene.>>
Ah bene. Ora chissà per quanto dovremmo restare qui.
<< Oh si, va tutto alla grande. I nostri genitori sono a miglia da qui, la mia macchina è chissà dove, io mi sono ridotta a giocare alla bambina al parco giochi e ora sono con te sulla ruota panoramica a nasconderci dalla polizia, in procinto di farci arrestare.>>
Daniel è sull'orlo di ridere nel vedermi irritata.
<< Hai finito?>> Fa con un sopracciglio alzato.
Sbatto il gomito da qualche parte e sussulto per il dolore.
Mi sento come una claustrofobica incastrata in una di quelle macchine  per fare la risonanza magnetica.
<< Si. Ho finito la pazienza.>>
Rispondo scocciata.
Daniel senza smettere di ridere scuote la testa.
<< Secondo te chi ha chiamato la polizia? Insomma è tardi e poi mi hai detto che non viene mai nessuno qui.>>
Continuo cercando di mantenere la placidità.
Daniel dev'essere più scomodo di me.
Si mantiene, più o meno steso, poggiato su un lato del corpo, con un braccio che sorregge il capo e le gambe entrambe piegate: una a terra mentre l'altra con il ginocchio alto.
Si inclina leggermente per guardare il mio volto.
<< Non lo so Rosie. Come vedi non ho la sfera magica.>>
Alzo gli occhi al cielo e mi volto anche io poggiandomi su un lato del corpo mostrando le spalle a Daniel.
<< Sei impossibile.>>
Riesco a dire.
Avverto l'espressione divertita del ragazzo pazzo dietro di me.
<< Questo lo hai già detto.>>
Decido di non rispondere e chiudere gli occhi, nell'attesa che la polizia se ne vada.
Sento Daniel allontanarsi ,il più che riesce, da me.
????
<< Se fosse per me, ti terrei in questa posizione per il resto della serata. Però per la tua incolumità ti consiglierei di girarti.>>
L'imbarazzo mi invade.
Dietro di me sento..un rigonfiamento.
Se non lo sapessi già direi di essere arrossita più del normale.
Accetto senza indugio il consiglio di Daniel e mi ritrovo nuovamente il suo petto davanti i miei occhi.
<< Scusami.>>
Mi limito a dire. Per cosa mi sono scusata? Il..rigonfiamento -non saprei in che altro modo chiamarlo-  lo ha avuto lui, mica io.
Ma cosa sto dicendo..
E se fraintendesse? Potrebbe pensare che sono stata io a tentarlo.
<< Non devi scusarti.
È una cosa normale. Però di solito non succede così in fretta..>>
Cioè?
<< Cosa vuoi dire?>> Domando incuriosita.
Con tutte le volte con cui è stato insieme a Melissa o ad altre ragazze, dovrebbe essere abituato.
O forse non era poi così attratto da 'queste'?
<< Sei molto bella, dovresti saperlo già. Ma tralasciando questo particolare, ci sono altre cose che mi attirano a te.>>
Io bella? So di non essere una ragazza da buttare via, ma non "bella".
Il rossore delle mie guance non svanisce e ripenso incessantemente a quella frase.
Senza guardarlo, sorrido mantenendo gli occhi chiusi.
<< Se non fossi figlia di tuo padre...>>
Fa a voce bassa e rauca.
Lui teme mio padre. È questo il punto.
Non si tratta più di Melissa.
Non si tratta più del suo disturbo bipolare o del suo stile di vita oramai, e spero, abbandonato. E ne tanto meno della mia verginità, forse.
Ma i nostri genitori..
Daniel mi accarezza dolcemente la tempia, scostando quei pochi capelli che lo intralciano. Rabbrividisco e non faccio niente per impedirlo..
Potrei anche addormentarmi a questo punto.
Sento sciogliermi sotto le sue dita che si muovono leggere e lente.
Ormai non posso più nasconderlo a me stessa.
Amo quando è dolce, ma anche quando non lo è.
Amo il modo in cui con piccoli gesti mi fa sentire..donna.
Amo quando mi trova sexy, ma anche quando tenta di disprezzare il mio aspetto.
Non avrei mai e poi mai pensato che qui a New York avrei incontrato qualcuno da amare e odiare così profondamente allo stesso momento.
So che è sbagliato. So che dovrei solo, semplicemente, allontanarmi da lui.
Non ci riesco, non riesco a evitare quei.. sentimenti.
Per la prima volta nei miei lunghi 18 anni, sento di dirigermi verso qualcosa di diverso da ciò che ho sempre avuto e voluto.
Sono qui, ad almeno 25 metri di altezza con questo ragazzo volubile  che mi sfiora la guancia.
Una cosa, però, l'ho capita in questo mondo pazzo.
Ci sono persone che fumano fino a svenire, persone che fanno uso di droghe, altre che bevono fino allo sfinimento ed altre ancora che si innamorano.
Ognuno di queste persone fa cose distinte.
Ma sempre ognuno, si fa male a modo suo.
Ed io, consapevole e cosciente, decido di farmi del male, così.

Uncover.    #WATTYS2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora