Capitolo 3

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Di nuovo la sensazione di vuoto. Niall precipitò nel buio e piombò sul suo letto. Aveva l'orologio al polso.

Che fosse stato tutto un sogno? Impossibile, la sua mente non era in grado di immaginare cose del genere, non così bene almeno. Ma era ancor più impossibile non si trattasse di un sogno.

<<Niall?>> 

La voce di Louis lo fece trasalire.

Era tutto reale. 

<<Quindi sono stato nell' orologio... per quanto?>>

<<Due giorni.>>

Niall sgranò gli occhi e si tirò su a sedere.

<<Due giorni nel passato, ma solo cinque secondi nel presente>> lo tranquillizzò Louis.

<<Sono confuso.>>

<<Potrei farti vedere tutta la storia in una sola volta, ma tu mancheresti solo cinque secondi dal presente.>>

<<Quindi mi stai allungando la vita, in pratica>> disse guardando l'orologio con un sorriso.

<<Non l'ho mai vista sotto questo punto di vista ma immagino di sì.>>

Niall si ristese sul letto. Nella sua testa piovevano domande a catinelle e prima che la sua sanità mentale affogasse doveva assolutamente avere qualche risposta.

<<Come mai non mi hai fatto vedere tutta la storia?>>

Ci furono alcuni secondi di silenzio a separare la voce di Niall da quella di Louis.

<<Tutti hanno dei ricordi. Ma io no. I miei non sono ricordi bloccati nel passato che posso richiamare solo grazie alla memoria. Loro sono qui, chiusi in quest' orologio con me. Si ripetono in continuazione, fanno parte del presente. Il dolore che provai all' ora lo provo ancora oggi e lo proverò domani e dopo domani, per sempre. Rivivere tutto è come... hai mai passato un brutto periodo?>>

Niall ripensò a quando sua nonna morì qualche anno prima. Era cresciuto con lei, e non era la classica nonna che chiama tutti 'tesoro', era una donna intelligente con una lingua tagliente, aveva la battuta sempre pronta ed una collezione infinita di consigli. Era la sua migliore amica.

Era un martedì sera, appena entrato in casa dopo un lungo allenamento di basket si era ritrovato davanti tutta la sua famiglia al completo. Era da quando aveva cinque anni che non vedeva più i suoi genitori nella stessa stanza, anche il periodo del divorzio dei suoi non era stato dei migliori, ma suo fratello si era comportato da vero eroe, un po' come nel film 'la vita è bella' ma invece della guerra, c' era il divorzio. I suoi genitori avrebbero voluto fargli il classico discorso da separazione che cominciava con 'la mamma e il papà non si amano più come una volta' ma suo fratello Greg disse che non era il caso e che ci avrebbe pensato lui. Fu comunque un brutto periodo ma mai come quello che iniziò con tutti gli Horan al completo che lo aspettavano dalla lezione di basket. Quella sera varcata la porta vide delle lacrime correre giù per le guance del fratello. E dopo qualche secondo di sbigottito nulla, glielo dirono. Sua nonna, la sua amatissima nonna non lo sarebbe andato a vedere alla partita di sabato. Né a nessun altra. Mai più. Cadde per terra, i singhiozzi cercavano di uscire fuori dalla cassa toracica con un grande boato che finiva nella gola, le sue lacrime al contrario di quelle di Greg cadevano direttamente sui suoi vestiti. Il cuore gli si ristrinse di qualche taglia. Per la sua famiglia il dolore più grande non fu la morte della nonna, ma il suono rimbombante del pianto di Niall, un suono che ti rimane in testa, che non cancelli mai. Dopo mesi e mesi di pianti Niall si guardò allo specchio con aria distrutta e notò che i suoi occhi erano più chiari, più azzurri. Forse le lacrime schiarivano gli occhi. E da lì, ogni mattina, dopo aver passato un' intensa notte di pianto, si aspettava, guardandosi allo specchio di fissare degli occhi bianchi.

Between the clock hands // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora