Capitolo 5

51 7 0
                                    

Zayn aveva portato Harry in un’ immensa stanza arredata in modo impeccabile, per poi farlo salire su quella che doveva essere una pedana.

<<Parlami un po’ di questo cocchiere>> lo incoraggiò Zayn mescolando i colori e sistemando diversi pennelli, mentre Niall prendeva posto su un divanetto accanto ad Harry.

Zayn Malik detestava parlare mentre dipingeva, ma non poteva lasciare Harry in piedi, immobile su quella pedana per ore, senza proferire parola. Avrebbe fatto ciò che faceva sempre con tutti i suoi modelli: finto di conversare senza ascoltare neanche un quarto di parola. Non era cattiveria o egoismo, ma sapeva che doveva concentrare tutte le sue attenzioni a ciò che stava facendo. Dopo la pittura, il suo più grande talento era l’inscenare falsi dialoghi. Partiva da una domanda che sapeva avrebbe avuto una risposta ingombrante, per poi dire di rado frasi come “dimmi di più” o “davvero?” oppure “non me lo sarei mai aspettato”. Anche se dipingeva e le parole gli arrivavano come un lontano ronzio alle orecchie, era in grado di capire dal tono di voce se fosse il momento di ridere o d’esser seri, di mostrarsi dispiaciuti o sgomenti. Funzionava bene: i modelli si aprivano, a confessioni spesso segrete ed indicibili e lui dava alla luce un capolavoro senza aver realmente ascoltato i problemi di nessuno.  Era un po’ come il metodo delle associazioni libere freudiano in cui il paziente parla a ruota libera togliendosi pesi ormai marci.

Ma alla sua domanda non seguì alcuna risposta. Guardò Harry con la testa ancora piegata sui pennelli: il ragazzo se ne stava dritto sulla pedana a fissare incantato un punto in fondo alla stanza. Era completamente perso nel turbine dei suoi pensieri. Zayn pensò alla possibilità di lasciarlo così, se non altro aveva la certezza che non si sarebbe mai mosso, e soprattutto, per la prima volta avrebbe avuto il silenzio tanto desiderato; ma sapeva che avrebbe dovuto strapparlo dalle possenti mani dei suoi pensieri per riportarlo in quella stanza, anche perché non si trovava nella posizione più adatta ad un ritratto.

<<Harry?>>

Niente.

Uno straccio leggermente sporco di colori colpì Harry in faccia. Styles cominciò a ciondolare all’indietro come se stesse per perdere l’equilibrio, ed i riflessi di Niall avvertirono immediatamente il pericolo e lo costrinsero ad inginocchiarsi per prendere Harry al volo, nel caso fosse caduto, non pensando al fatto che gli sarebbe stato impossibile afferrarlo.

<<Harry ci sei?>>

Annuì.

<<Cos’hai tanto da pensare?>>

Ora gli occhi di Harry avevano lasciato il punto in fondo alla stanza che stavano fissando poco prima, per dedicarsi esclusivamente a Zayn.

<<Mi hai detto di parlarti del cocchiere. La verità? Non so che dirti. Nessuna parola sembra adatta a lui.>>

<<Provaci.>>

<<Ecco bè, sta mattina quando sono uscito, ho visto quest’uomo carezzare i cavalli che trainano il brougham. La cosa mi colpì. Di norma i cocchieri si fanno trovare già al loro posto, pronti per la corsa, fanno quello che devono fare con il solo scopo di guadagnare qualche soldo, come tutti del resto. Il fatto che lui fosse lì in piedi, con i cavalli, mi ha fatto pensare che probabilmente era… puro. Non pensare che io sia pazzo, ma secondo me quella è senza dubbio un’azione che compirebbe un bambino, non certo un uomo sporco.>> seguì qualche secondo di sguardo nel vuoto poi riprese a guardare Zayn che lo fissava attentamente, e continuò <<L’ho spiato per un po’, successivamente mi sono avvicinato piano. Arrivato alle sue spalle, ho sentito che stava parlando con gli animali. Era una così dolce creatura. Non vedevo il suo viso, solo la piccola statura minuta e sentivo la sua voce: leggermente acuta ma melodiosa. Impaziente di conoscerlo l’ho colto di sorpresa spaventandolo.>> Ci fu un'altra pausa, accompagnata da un veloce sorriso <<Poi si è girato. Dio. Ho visto questi due occhi azzurri che ti costringono all’apnea per la loro bellezza. Ho guardato il resto del volto. Immaginavo il mio cocchiere come un uomo sulla quarantina, invece è giovane. Credo abbia la mia età. Mi è venuto da ridere, non so perché, ma la situazione mi sembrava buffa, divertente.>>

Between the clock hands // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora