Introduzione

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<<Ti prego Mary, vorrei specchiarmi smettila>> disse Liam Payne spazientito allo specchio davanti a sé che non la smetteva un attimo di proiettare immagini. Mary era una ragazza ventenne, per meglio dire Mary fu una ragazza ventenne che venne intrappolata nello specchio per aver ucciso suo marito e sua sorella maggiore dopo averli trovati in una circostanza troppo intima per il loro grado di parentela. Ormai tutti dentro quella casa sapevano l’intera storia a memoria.

I primi tempi in cui Liam abitò in quella “casa” furono di sicuro i migliori della propria vita, amava ascoltare ogni singola storia ci fosse da raccontare, stuzzicava ogni singola persona finché quest’ultima non gli faceva vedere il motivo per cui era finita nell’oggetto in cui si trovava. Ovviamente non tutti vollero rendere Liam partecipe del proprio racconto, ma in tutti quegli anni aveva sentito la maggior parte delle storie. Payne sognava fin da bambino di essere il guardiano di quel leggendario carcere che a prima vista aveva l’aspetto di una normalissima abitazione  ma che al suo interno celava inconfessabili segreti. All’incirca tutte le cose lì dentro avevano  la funzione di cella per qualcuno che nel passato aveva usato i propri poteri per fare del male. Ogni persona che si trovava in ognuno di quegli oggetti aveva posseduto dei poteri straordinari, adesso il loro unico potere era quello di parlare e mostrare la propria storia nel modo che sembrava loro più opportuno a chi desideravano.

<<Mary vado di fretta tra mezz’ora il negozio chiuderà>> disse Liam  lanciandole un’ ultima occhiata.
<<E va bene, mi specchierò in qualche vetrina strada facendo>> Poco dopo che ebbe pronunciato queste parole le immagini sullo specchio cessarono e cedettero il posto al suo riflesso.
<<Si può sapere cosa devi comprare?>> Mary come al solito era bramosa d’ impicciarsi, ma come darle torto? Tutto il giorno chiusa dentro uno specchio in casa. Mary e tutti gli altri ricoprivano Liam di attenzioni e gli facevano milioni di domande su tutto, ed a lui non dispiaceva affatto anzi si sentiva un po’ una star.
<<Un dvd, che mia sorella vuole a tutti i costi ed ora che esce da scuola glielo vorrei portare>> rispose mettendosi apposto i capelli.
<<cos’è un dvd?>> chiese Mary che apparteneva ad un’altra epoca.
<<Un dischetto che mostra immagini, proprio come te ma al contrario tuo lo fa quando glielo chiedi e non ha mai ammazzato nessuno>> disse correndo fuori e salutando tutti con un veloce gesto della mano ricevendo un coro di saluti come risposta.

Mentre correva verso il negozio guardò l’ora sul suo orologio. Quel magnifico strumento su cui amava leggere l’ora era l’unico oggetto che Liam portava fuori dalla casa, si fidava profondamente di chiunque stesse al suo interno anche se non aveva mai parlato con lui e tantomeno visto la sua storia. L’uomo dentro quell’orologio stava lì dentro da circa un secolo e non aveva parlato neanche mezza volta anche se i precedenti guardiani giurerebbero di averlo sentito piangere qualche volta; il che affascinava profondamente  Liam insieme al fatto che sul lato sinistro era presente una piccola incisione in una scrittura ondeggiante.
                    
                       * * *

Liam era dell’idea che nella vita ci si potesse abituare a tutto tranne alla sporcizia nei bagni della scuola di sua sorella, quella lo stupiva ogni volta.

<<Come fanno queste bestie sottosviluppate ad attaccare la carta igienica al soffitto?>> sussurrò Liam avvicinandosi al lavandino in punta di piedi, soffrendo per le proprie scarpe che dovevano sopportare il pavimento bagnato di quella che sperava non fosse urina. Aprì l’acqua per lavarsi le mani ed un getto disordinato e potentissimo venne sparato fuori all’impazzata, avrebbe sicuramente bagnato l’orologio così se lo tolse e lo strinse  tra i denti.

Stava strofinando le mani tra loro con foga quando dal corridoio sentì un tonfo che gli fece fare istintivamente  un lieve saltello all’indietro per la paura e schiudere le labbra con in mezzo l’orologio che cadde nel lavandino.

<<Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo.>>

Lo riusciva ancora a vedere nel tubo sotto il lavello  ma la sua mano era troppo grande per prenderlo.

La mano di una ragazza l’avrebbe sicuramente preso. Doveva andare a chiamare sua sorella. Ma… no, non poteva lasciare lì incustodito l’ orologio. Pensò velocemente ad un piano B ed in fine non trovando altra soluzione, in preda al panico guardò nel corridoio. Via libera. Così decise d'andare a chiamarla e diede il via ad una corsa degna della pubblicità dell’adidas.

<<Grazie al cielo è andato dall’altra parte>> disse un ragazzo biondo steso a terra dietro una cattedra nel corridoio. Poco prima era caduto provocando un tonfo tremendo e per non fare la figura dell’idiota si era nascosto lì aspettando il momento giusto per andare a sciacquarsi il ginocchio sanguinante.

<<Solo io potevo fare una cosa del genere>> disse zoppicando verso il bagno.

Saltellò su una gamba fino al lavandino e poi ci si lasciò cadere sopra esausto come se avesse corso per kilometri. Ci si poggiò di peso dimenticandosi della penna nel taschino della sua camicia che gli si conficcò nel petto.

<<AIA>> urlò tirando la penna contro il muro del bagno per poi ripoggiarsi al lavandino.

<<e quello cos’è?>> disse vedendo qualcosa luccicare nel tubo di scolo.

<<No. Niall No. Oggi non è la tua giornata non fare altri casini>> distolse lo sguardo come per distrarsi e poi fece un rumoroso sospiro << tanto vale toccare il fondo… letteralmente.>>

Così mise una mano nel tubo ma gli si blocco poco prima di afferrare l’oggetto sconosciuto a cui stava dando la caccia. Fece altri due tentativi poi raccolse la penna  lanciata poco prima da terra e usò quella per arrivare dove non riusciva. Si spinse più che poteva giù nel tubo, mise la lingua tra i denti per la concentrazione e cominciò a smanettare e poco dopo tirò fuori dal lavandino un bellissimo orologio con una piccola incisione.

“Always in my heart”.

Between the clock hands // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora