CHAPTER FIFTEEN.

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L'ultimo commento non passò di certo inosservato a Hoseok, che interdetto, si chiese come mai il suo migliore amico avesse risposto al complimento di Yoongi.
Dopo la piccola discussione avvenuta un paio di giorni prima, cercò di mettete in chiaro alcune cose, come il limite e la distanza che doveva porre tra lui e Yoongi. Tutta quella confidenza non gli piaceva per niente, soprattutto se non aveva nessun rapporto con Jimin. Ma a quanto pare non lo ascoltò e, ovviamente, fece di testa sua. Come sempre, d'altronde.

Jimin sedeva su un sofà a pochi centimetri da lui, le sue labbra arricciate in un broncio. Hoseok fece con le mani il segno della croce, sperando di non cedere a quel visino innocente: era pronto per l'ennesima ramanzina.

Si avvicinò a lui, e con un gesto fluido gli tolse il cellulare dalle mani, lasciandolo sorpreso. Quando capì che era Hoseok, aggrottò le sopracciglia. "Yah! Ridammi il mio cellulare."

L'altro lo ignorò, infilandoselo nella tasca dei jeans. "Cosa ti avevo detto?"

"Uh? Che intendi?"

"Non fare finta di non capire, Jimin. Perché parli con Yoongi?"

Il piccolo si zittì immediatamente, cercando di trovare una scusa da raccontargli. Non era molto bravo a mentire, ma ci teneva a fare amicizia con qualcuno di diverso- non che Hoseok non gli bastasse, ma non gli sembrava una cattiva idea averne degli altri. Non capiva neanche perché quel ragazzo non gli andasse a genio, eppure non era male.

"I-io.. non gli parlo. Ho deciso semplicemente di rispondere al suo commento." Jimin pregò davvero che ai suoi occhi risultasse il più convincente possibile, ma Hoseok assottigliò gli occhi avvicinandosi al suo viso.

"Perché non ti credo? Mi stai mentendo, Jiminie?" domandò, scettico.

"No! No, non sto mentendo. Perché dovrei farlo?" Le sue dita iniziarono a graffiare il dorso dell'altra mano, quasi automaticamente. Hoseok infatti lo notò.

Quest'ultimo si inumidì le labbra, annuendo. "Allora fammi vedere la vostra chat." Estrasse di nuovo il cellulare, e glielo porse.

A Jimin veniva da piangere, quando sapeva di stare nel torto, diventava frustrato e le sue emozioni diventavano ingestibili persino per lui, ma non poteva cedere così facilmente. Se gli avesse detto la verità, Hoseok si sarebbe infuriato e avrebbe di sicuro dato di matto, e Jimin non aveva intenzione di accendere la sua parte cattiva, soprattutto durante la festa e in mezzo ad una folla spropositata. Era sicuro che non si sarebbe trattenuto dall'alzare la voce, fregandosene dei presenti.

Jimin fece un profondo respiro, afferrando tra le mani il suo cellulare. Doveva sembrare determinato, non poteva permettersi il lusso di balbettare o di arrendersi al suo sguardo indagatorio.

"Perché devo? Non ti fidi di me?" Lo fissò negli occhi, curioso di ciò che la sua bocca avrebbe detto.

Hoseok sussultò, era rimasto decisamente a corto di parole. Non poteva di certo rispondergli: "In questo momento non lo sto facendo, sono sicuro che tu mi menta."
L'avrebbe sicuramente ferito.

L'unica cosa che gli rimase da fare, era negare. Perciò scosse la testa e si passò una mano tra i capelli, irritato da quella spiacevole situazione creatasi. Era soprattutto arrabbiato per il fatto di non aver concluso nulla, ma non avrebbe demorso. Non sarebbe stato Hoseok, in quel caso.

"Va bene, hai vinto. Ma sappi che non lascerò perdere. Se vedrò soltanto un vostro passo falso, Park Jimin, non la passerai liscia." affermò, duro.

Jimin rabbrividì. "O-okay.."

❝ Time out ❞  ━ YOONMIN. [HIATUS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora