Non riesco ancora a realizzare tutto questo: mia madre è fuggita, i miei fratelli non sanno niente e mio padre è morto essendosi procurato una profonda ferita al petto, della quale non è arrivato a spiegarmi nulla.
Se non dovessi arrivarci io, lo scoprirai da sola.
Furono le sue ultime parole, e mi sento in colpa nel non averle nemmeno capite.
Sono passate dodici ore da quando mi sono sdraiata sul suo letto a piangere ininterrottamente, non ho nemmeno mangiato. Ultimamente non mangio molto, sono anche dimagrita un po', però, adesso ho davvero fame.
Mi alzo finalmente dal letto di mio padre e decido di uscire un po'. Mi asciugo quindi le guance umide e sospiro profonfamente prima di uscire.
Inutile provare a nasconderlo, i miei occhi si riempiono sempre di lacrime.
Ho un bisogno assurdo di parlare un po' con Robb. Da quando è venuto a trovarmi, abbiamo iniziato ad 'affezionarci' e a parlare molto più spesso. Anche se lo trovo un ragazzo parecchio lunatico: un attimo affettuoso e l'attimo dopo offeso o incazzato.
Qualcuno mi fa cadere accidentalmente.
«Scusami, davvero.» mi porge la mano per aiutarmi a rimettermi in piedi. Sollevo lo sguardo. C'è Jon Snow davanti a me. Mi fermo a guardarlo negli occhi per qualche secondo, non mi ero mai soffermata a vederlo così da vicino prima d'ora. Poi mi alzo, senza il suo aiuto.
«Scusami tu, non guardavo nemmeno dove andavo.» gli dico con tono freddo mentre sto per andarmene, non riesco assolutamente a reggere il suo sguardo.
«Voglio parlarti.»
Jon Snow che desidera parlarmi? Mi limito ad annuire.
«Seguimi.»
Mi porta in un posto chiuso. Inizialmente mi sono sentita un po' a disagio, poi questa mia sensazione svanì.
«Ho saputo della perdita...»
Il mio sguardo si posiziona subito sul terreno sotto i nostri piedi e mordo le mie labbra per trattenermi.
Sento la mano calda di Jon poggiarsi delicatamente sulla mia guancia, costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Mi dispiace, mi dispiace davvero ma la vita prosegue. Se dovessi avere qualche problema o anche bisogno di sfogo sappi che io ci sono sempre, non esitare a cercarmi. Non disturbi.»
Io continuo a guardarlo negli occhi, ma non oso parlare. Non saprei che dire e la mia voce tremerebbe a prescindere. Non avrei mai voluto sembrare una piagnucolona, ma non riesco a sembrare altro per adesso.
«Però devi promettermi una cosa. Non piangere, d'accordo?» mi sussurra accennandomi un sorriso.
È uno dei pochi sorrisi sinceri che mi ha rivolto in tutta la sua vita.
Trovo così assurdo pensare che sia Robb che Jon abbiano ricominciato a rivolgermi la parola soltanto dopo l'accaduto di mio padre.Lo ammetto: sono innamorata di Jon Snow, del bastardo del Nord. Mi piace molto da quando eravamo bambini, e quando per tutti quegli anni rimanemmo a casa, non facevo altro che pensare a lui e a quanto cavolo mi mancasse.
Ma la situazione della mia famiglia era molto critica. Dovrei pensare a tutto tranne che a lui.
Dovrei.
STAI LEGGENDO
A message from Dragonstone
FanfictionChantelle Glover era il suo nome, una bambina nata e cresciuta al Nord. Quello era il suo posto, Grande Inverno era la sua casa. Questo è quello che credeva lei, che credevano tutti, prima di venire a conoscenza dell'esistenza di una lettera dalla R...