Qualcuno bussa alla mia porta, e menomale. Non mi sarei svegliata facilmente se no. Mi alzo e vado ad aprire. È Erys con Gawen ed Erena, per mia fortuna. Sarebbe stato imbarazzante se fosse stato qualcun altro.
«Noi stiamo partendo.»
«Fammi vestire che vi accompagno fino alle mura.» Mi dirigo verso i miei cassetti.
«Ci metti troppo tu» Erena ed Erys ridono, ed io assieme a loro «e in più noi siamo in ritardo.»
Mi precipito ad abbracciare Erys senza dire nulla. Lei ricambia il mio abbraccio accarezzandomi i capelli. «Torneremo presto.»
Poi passo il mio sguardo a Gawen, che mi guarda con aria parecchio triste. Gli accarezzo il viso inginocchiandomi, per fare in modo che lui possa essere alto quanto me.
«Mi mancherai.» gli sussurro all'orecchio.
Lui mi salta addosso ed io lo stringo. Gawen è quel tipo di bambino che non si stanca mai di parlare, ma allo stesso tempo dice soltanto cose intelligenti. Lo adoro. Appena Gawen si stacca, quella a saltarmi addosso è Erena. Erena... che dire di lei. Una piccola guerriera. Mi ci rispecchio a volte, mi ricorda me stessa alla sua età. Abbiamo un carattere molto simile e questo ci unisce. Tutti e tre mi fanno un cenno con la mano e si allontanano. Dopo averli salutati per l'ennesima volta, chiudo la porta. Mi stiro per bene e... Aspetta un attimo.
La lettera di ieri. Dove diamine l'avrò messa.
Inizio a cercare ovunque, ovunque.
In tutti i miei cassetti, sotto il letto, nelle tasche di tutti i miei cappotti, sopra le mensole, sulla scrivania, sui comodini. Nessuna traccia di nessuna lettera. Decido di lavarmi e vestirmi in fretta, voglio andare a cercarla in qualche altro posto, nella speranza che nessuno l'abbia già trovata.
Mi soffermo a cercare in tutti i corridoi che portano alle stanze, sono arrivata addirittura a chiedere alle serve degli Stark se per puro caso avessero trovato una lettera, tutte le risposte, però, furono dei secchi No.
Mi avvio verso la biblioteca e non speravo altro che ritrovarla al più presto.
«Stai attenta a dove cammini, unica Glover rimasta in vita."
Chi potrebbe essere così odioso? O meglio, chi se non Jason Karstark?
«Guarda che non sono l'unica Glover rimasta in vita.» gli rispondo facendogli il verso, odio con tutta me stessa quel ragazzo.
«Ah, no? Intanto sei l'unica Glover rimasta a Grande Inverno.» ride beffardo.
«Questo non vuol dire che sia l'unica Glover viva. Tappati quella fogna ogni tanto, non sarà male.» Io salgo il primo scalino.
«Chi stai cercando?»
«Sto cercando una cosa in bibliotec-» mi blocco di scatto e lo osservo attentamente. «Non sono affari tuoi.» poi salgo altri tre scalini.
«Guarda che la biblioteca è chiusa adesso.» mi fermo per una seconda volta. «Chayle sta male oggi."»
Scendo un'altra volta le scale e me ne vado senza rivolgergli parola.
So benissimo che di quel ragazzo non bisogna mai fidarsi, lo so, ma sembrava così convinto... E comunque la biblioteca sarebbe stato il posto meno probabile.***
È ora di pranzo, o meglio, lo credo, visto che il mio stomaco brontola da minuti. Non ho ancora trovato la lettera. Continuo a credere di non aver cercato bene, ma ho troppa fame per adesso. Mentre passo dal cortile per tornare in stanza, il Lord di Grande Inverno mi ferma.
«Chantelle.» mi rivolge un sorriso affettuoso.
«Mio signore.» simulo un piccolo inchino.
«Sei rimasta l'unica Glover qui al castello, giusto?» Io annuisco lo guardo attentamente. «Beh, visto che vai molto d'accordo con i miei figli, ti abbiamo preparato una camera accanto alle nostre e abbiamo aggiunto un posto a tavola. Benvenuta nella famiglia, cara.»
Sono contentissima, mai stata più felice! Finalmente avrei potuto permettermi un tantino di felicità in più, ci voleva.
«Vi ringrazio, vi ringrazio con tutto il cuore.» Istintivamente lo abbraccio, come facevo sempre con mio padre. Poi, però, realizzo di aver compiuto un'azione poco formale e mi stacco subito.
«M-mi dispiace, mi sono lasciata trascinare.» sorrido imbarazzata. A quanto pare, Eddard non sembra nemmeno disturbato.
«Vuoi una mano per prendere tutte le tue cose?»
«Oh, nono. Posso fare da sola.» Potrei sul serio farcela da sola, ma ho avuto un tono poco convincente.
«Mh, lascia che ti mandi i miei due figli. Quelli sì che sono degli uomini forzuti.» Ride per poi allontanarsi.
Perdo un battito: i due suoi figli sarebbero Robb e Jon. Beh dai, in fondo dovranno solo aiutarmi, niente più. La cosa non mi dispiace mica, anzi...
Sono comunque davvero davvero davvero davvero felice. Gli Stark sono sempre stati accoglienti nei miei confronti e adesso a quanto ho capito lo saranno ancor di più. Non posso che non essere super contenta.Passano dieci minuti e ho già selezionato cosa portare, quando bussano alla porta. Vado ad aprire, davanti a me un paio di occhi azzurri come il mare e un paio di occhi scurissimi da cerbiatto mi guardano sorridenti.
«Ciao Chan.» mi dice Jon con tono dolce, come sempre. Io gli sorrido. «Ciao ragazzi.»
Robb mi squadra. «Tutto bene?»
«Sono solo un po', ehm, stanca... tutto qui.» In effetti sento che le palpebre si chiudano più lentamente del dovuto.
«Quindi starai con noi d'oggi in poi, eh?» Jon ride ed entra, mentre Robb è già entrato.
«Sono felicissima per questo!» sorrido come un'ebete e Robb ride alla vista della mia espressione.
«Comunque c'è un'altra nuova arrivata. Nostra...» si blocca per un attimo, poi prosegue «...la loro cugina Ghis. Ti starà simpatica come starai simpatica a lei, lo immagino. Ah, dimenticavo, dividerà la stanza con te.» Mi dice Jon, inziando a mettere sulle spalle due delle quattro borse che avevo già selezionato.
«Quindi d'ora in poi saremo in nove. Un po' tanti, lo so.» Ride proseguendo Robb, prendendo le ultime due borse rimaste.
«Ragazzi, non è giusto che le portiate solo voi. Datemene qualcuna.» hanno due borse uno e due borse l'altro, mentre io non ho nulla e ciò mi fa sentire parecchio in colpa.
Jon si gira: «Hai detto che eri stanca, o sbaglio?» mi sorride e prosegue. Quel suo dannatissimo sorriso è contagioso, almeno per me.
Li raggiungo e dopo un po' arriviamo davanti alla porta di quella che dovrebbe essere la mia nuova camera.
È molto più grande di quella vecchia, con letto a baldacchino e bagno, cosa che non avevo nella mia stanza.
Mi lascio scappare un Wow e Jon e Robb sorridono, entrando e posizionando le cose sul letto.
«Fai presto.» mi sussurra Jon, per poi ridere lievemente ed uscire assieme a Robb.
Mi do una sciacquata nella 'nuova' vasca e metto il lungo e pesante vestito nero che mi lasciò mia madre quando avevo cinque anni, è la prima volta che lo indosso. Devo fare un'ottima figura davanti a coloro che mi hanno ospitata.Busso alla porta della sala pranzo degli Stark, che mi accolgono calorosamente. Bran si alza in fretta e mi abbraccia, Arya mi fa un cenno con la mano in modo affettuoso, Rickon mi sorride e Sansa abbassa lo sguardo. Non mi ha mai sopportata.
Robb si alza: «Siamo lieti di farti conoscere nostra cugina Ghis. Spero andiate d'accordo.» mi rivolge un sorriso ed io poso lo sguardo sulla ragazza: Ha i capelli di un colore rosso intenso, un paio di occhi neri come la pece e molto molto chiara di carnagione. Le porgo una mano.
«Piacere di conoscerti, Ghis.»
«Piacere mio, Chantelle.»
«Oh, noto che conosci già il mio nome.» sorrido e la guardo incuriosita.
«Mi hanno già parlato di te.» la ragazza guarda per qualche secondo Jon e poi si rigira, sorridente.
Ho notato solo adesso che Jon è in un tavolo a parte, lontano da quello degli altri.
«Come mai Jon è lì?» Ecco, forse non avrei dovuto dirlo. Sapevo già che Jon fosse un bastardo ma non immaginavo che...
Improssivamente Lady Catelyn sembra essere turbata e a disagio. Nessuno mi risponde, così trascino la sedia verso di me e sto per sedermi. Jon abbassa lo sguardo e io lo guardo con aria triste. Lord Eddard capisce il mio senso di tristezza e comprensione e mi dice: «Siediti dove ti pare. Sei nostra ospite, fa come se fossi a casa tua.»
«Grazie infinite.» rimetto la sedia a posto e vado a sedermi al tavolo di Jon, sembra più felice.Passiamo il pranzo in fretta e, dopo mangiato, ho iniziato a conoscere Ghis. È tanto simpatica e divertente, non vedo l'ora di passare la prima notte in camera con lei. Aspetta, non è una frase da intendere male...
***
Per arrivare alla mia camera bisogna passare dal cortile del castello, e a sinistra si può notare la lunga scala di pietra che porta alla biblioteca.
Quando io e Ghis passiamo di lì, noto qualcuno con in mano qualcosa. Mi nascondo immediatamente per non farmi notare.
È una figura maschile, metto a fuoco: è Jason. Sta leggendo qualcosa. Un foglio? Nono, non è un foglio. Un momento, è una lettera. Ho visto il sigillo rosso. Oh dei, e se avesse trovato la mia lettera?
Beh, non è proprio la mia lettera ma... insomma, serve a me, e basta.
Jason si guarda intorno e mette quella lettera in una tasca del suo cappotto, per poi allontanarsi in fretta. Io seguo ogni suo movimento con lo sguardo, quando la voce di Ghis mi interrompe.
«Allora, Chan, andiamo?»
«S-sì, andiamo...»
ci avviamo verso la nostra camera, io sono ancora stranita per l'avvenuto di qualche minuto fa. Se quella dovesse essere la mia lettera, Jason non me la ritornerebbe mai. Oppure, conoscendolo, me la ritornerebbe soltando ricattandomi o chiedendomi robe quasi impossibili in cambio.
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A message from Dragonstone
FanfictionChantelle Glover era il suo nome, una bambina nata e cresciuta al Nord. Quello era il suo posto, Grande Inverno era la sua casa. Questo è quello che credeva lei, che credevano tutti, prima di venire a conoscenza dell'esistenza di una lettera dalla R...