Tutto il popolo di Grande Inverno sta in ogni angolo del castello. Sono tutti preoccupati e vogliono sapere dell'infausto incidente accaduto: Bran Stark è caduto dalle mura e non si è più svegliato. Me l'ha riferito Robb qualche minuto fa e sono rimasta sconvolta. Mi avvio nelle stanze del piccolo. Sull'orlo della porta trovo Jon, che inizia a squadrarmi, ma io lo ignoro. Sì, sono ancora furiosa per ieri, sì. Appena entrata, mi sento avvolta da un senso d'inadeguata tristezza.
Lady Catelyn Stark, che è seduta accanto al figlio, si gira di scatto verso di me. Poi si alza e, accompagnata dal maestro Luwin, si reca fuori dalla camera, chiudendo la porta alle sue spalle.
Bran giace sul suo letto apparentemente addormentato con aria tranquilla e ingenua, che solo un bambino della sua età può mai possedere.
«Non è morto, ma è grave: ha perso l'uso delle gambe.» mi si avvicina Jon.
«È strano che sia caduto, non è mai successo. E poi è sempre stato attento...»
«Tutto può succedere.» risponde lui. Poi aggiunge: «Devo parlarti.»
Ma io non voglio parlare, né con lui né con nessun altro nel castello.
Mi sento tremendamente esclusa, estranea a tutto questo, non voglio più star qui non fare nulla.
«Non abbiamo niente da dirci.» dico freddamente e faccio per uscire dalla camera.
«Chantelle.» Jon mi prende dal braccio, mi impedisce di andarmene e mi guarda dritta negli occhi, per la prima volta. È anche la prima volta che mi chiama per nome in modo così serio.
Mi fermo e lo guardo in silenzio, dopo un po' gli rispondo. «Ti ho detto che non abbiamo niente da dirci, Jon. Lasciami adesso.»
Così finalmente riesco a liberarmi e ad uscire.
Mi dirigo in libreria e riscopro il libro delle casate aperto dove lo avevo lasciato, non lo riprendevo da giorni. L'ultima informazione che ho raccolto è che i Targaryen si sposavano tra loro per mantenere il loro sangue "puro" e generare figli con le stesse potenzialità dei genitori, fra cui l'addestramento dei draghi.
Macabro.
Ma nonostante questo, desidero ancora superare il Mare Stretto.
Avevo anche scoperto che gli ultimi due Targaryen in vita, Viserys III e Daenerys I, si trovano a Pentos, sotto protezione di Illyrio Mopatis. Illyrio Mopatis, proprio il mittente del messaggio dalla Roccia del Drago, proprio lui.
Strano come tutto si ricolleghi, eh?Appena rientro nelle stanze, Ghis mi abbraccia.
«Mi mancherai.» le sussurro mentre la stringo. Adesso lei, lord Eddard e le sue figlie partiranno per Approdo del Re.
Ma Ghis si stacca e inarca le sopracciglia. «Dobbiamo partire fra poco.»
Realizzo quello che ha appena detto: cosa vuol dire dobbiamo?
«Dobbiamo? Devo venire anch'io?»
«Certo che devi! Ieri zio Ned - è così che chiama lord Eddard - l'ha detto chiaro e tondo: le due figlie degli Stark, la nipote e persino Chantelle Glover verranno con lui ad Approdo del Re.»
Non posso andare ad Approdo del Re, proprio no! Quella non è casa mia, casa mia è al di là del Mare Stretto. Aspetta, cos'ho appena detto? Nonono, Chan smettila di dire idiozie, casa tua è qui, a Grande Inverno... cosa mi sta prendendo?
Mentre io mi preparo in fretta e furia, noto che Ghis è davvero ecciata.
«Non vedo l'ora di arrivare nella capitale, ci pensi Chan? Dicono che i tramonti di Approdo del Re siano i secondi più belli di tutto il mondo!»
«Ah davvero?» chiedo distrattamente mentre sistemo i capelli. «E al primo posto?»
«Questo non lo so...» risponde confusa Ghis. Io accenno un mezzo sorriso e infilo il cappotto. Ghis continua a parlarmi fantasticando su Approdo del Re. Ogni tanto annuisco e assumo un'espressione sorpresa per farle capire che sto ascoltando, anche se non è così.
Ah, quasi dimenticavo! Accanto alla mia parte del letto avevo lasciato una sacca con all'interno la lettera scritta da Illyrio Meopatis e la pagina del libro strappata. La metto in spalla e fortunatamente Ghis non fa domande.
Quando siamo finalmente pronte, scendiamo nel cortile del castello. Sono presenti soltanto lord Eddard assieme al suo primogenito.
«Allora, fai buon viaggio.» Mi sorride Robb.
«Stammi bene, Robb.» Mi precipito ad abbracciarlo, mi mancherà davvero tanto.
Dopo che Robb saluta la cugina Ghis, io mi riavvicino.
«Hai visto Jon?» sussurro, sperando che nessun altro abbia sentito.
«È già partito per la Barriera.»
Mi sento cadere il mondo addosso.
Ieri notte si è comportato in un modo davvero strano con me, e oggi non mi ha neanche salutata. Sono davvero amareggiata e delusa, come vorrei buttare tutto in aria in questo momento.
Ma questo, naturalmente, evito di farlo notare. Così provo a sorridere, concludendo con un banalissimo «Okay.»Non passa molto tempo che partiamo. Sansa è davvero felicissima, Arya lo sembra un po' meno, e io non faccio altro che pensare a Erena, Gawen ed Erys, a mia madre, a... Jon. Penso anche a come poter arrivare a Pentos, dovrei fuggire? Dovrei confessarlo a lord Eddard? Forse dovrei soltanto fermarmi e rilassarmi qualche minuto. Poggio la testa sulla parete del carro e chiudo gli occhi.
***
Eccomi qui, un mese dopo, arrivata ad Approdo del Re, nella capitale dei Sette Regni, del Continente Occidentale, di Westeros. Abbiamo fatto diverse pause durante il viaggio, tuttavia è stato davvero faticoso. Lord Eddard è il primo a scendere dal carro, io scendo subito dopo di lui. Mi sgranchisco le gambe e le braccia e Arya fa come me. Mi guardo un attimo intorno: quanto cavolo è bella Approdo del Re? Anche l'aria che respiro è totalmente diversa da quella di Grande Inverno. Qui è tutto più colorato, allegro, profumato, e sì, il clima è decisamente fantastico. Sapete, nel Nord è tutto più grigio, cupo e freddo... è la prima volta che vedo un po' di colore in vita mia, ed è una sensazione a dire il vero stupenda. Sorrido spontaneamente: a primo impatto, Approdo del Re è decisamente promossa.
«Non trovi sia bellissima?» mi chiede Sansa. Oh, Sansa.... C'è da dire che sin da piccole c'è stato questa specie di 'perenne conflitto' tra di noi, per ogni cosa. Da quando, invece, mi sono trasferita dagli Stark, è come se ci stessimo avvicinando, o almeno, ci proviamo.
«Lo è.» le rispondo sospirando. Mi sento dannatamente libera. Colorato, è tutto colorato, movimentato, bello, tutto bello.
«Sarà quello il posto!» di fronte a noi si innalza un tempio alto, altissimo e anch'esso, naturalmente, colorato e bello.
Mi giro verso di lei e inclino leggermente la testa. «Il posto?»
«Il posto, il posto dove sposerò Joffrey!» mi guarda come se avessi pronunciato chissà quale tremenda parola.
Roteo gli occhi e proseguo il cammino.C'è questo castello immenso, è qui dove staremo? È qui, quindi, dove stanno i reali? È qui dove si trova il famosissimo trono fatto di spade? Entriamo e percorriamo uno stretto corridoio, privo di finestre. Due cavalieri del re aprono una porta situata alla fine del corridoio. Ci troviamo in una sala immensa, con molta, moltissima gente che ci fissa e sorride. Il re percorre lo spazio rimasto vuoto che lo conduce al Trono di Spade. Ho letto a riguardo: quel trono è da sempre stato motivo di battaglie, qui a Westeros, e continua ad esserlo.
Re Robert si siede sul trono, aspetta che il suo futuro Primo Cavaliere si metta accanto a lui e comincia a parlare. Io, Ghis, Sansa e Arya siamo in piedi, poco più distanti da lord Eddard.
«Bene bene bene» il re guarda soddisfatto tutti i presenti «sappiamo tutti com'è andata a finire al mio Primo Cavalier Jon Arryn.»
Ne avevo sentito vagamente parlare tra lady Carelyn e Eddard, o Ned, come lei lo chiamava.
«Dunque» Robert si alza in piedi e rivolge una mano al Lord di Grande Inverno «Io, Robert della Casa Baratheon, primo del mio nome, re degli andali e dei rhoynar e dei primi uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame, dichiaro Eddard della Casa Stark, Lord di Grande Inverno e Protettore del Reame Primo Cavaliere del re.»
Ned si inginocchia, giura fedeltà e nella grande sala si scatenano applausi e gioia. Peccato che io sembri non sentirli. Cosa ci faccio qui? Non dovrei stare qui. Forse nemmeno il Nord è il mio posto, ormai. O forse non lo è mai stato. Merda... inizio a dubitare di tutto adesso. E chissà Erys, Gawen ed Erena dove siano. Chissà mamma dove sia. E Jon, chissà se se ne sia pentito, chissà se mi pensa. Io lo penso, da un mese, ininterrottamente, e mi manca, mi manca tanto. E Camerys, che c'entra con i Glover? Che c'entra con me? C'entra con me?
Scapperò, scoprirò.
STAI LEGGENDO
A message from Dragonstone
FanfictionChantelle Glover era il suo nome, una bambina nata e cresciuta al Nord. Quello era il suo posto, Grande Inverno era la sua casa. Questo è quello che credeva lei, che credevano tutti, prima di venire a conoscenza dell'esistenza di una lettera dalla R...