Capitolo 1

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".... Oh, baby, baby
Oh, baby, baby

(Si sente una voce in lontananza in casa Silvestri, ma Max era troppo immerso nel suo mondo per udirla... MAX... MAX... MAX)

Oh, baby, baby
How was I supposed to know
That something wasn't right here?
Oh, baby, baby
I shouldn't have let you go
And now you're out of sight, yeah.."

-"MAX!!"

Max si sentì strappare violentemente le sue cuffie rosso fuoco ed la musica subito smise di suonare nella sua testa. Notò suo fratello Carlo di fianco a lui, pronto a rimproverarlo con le sue ciglia aggrottate, tenendo stretto tra le mani l'oggetto che poco fa gli aveva sequestrato.

-"Ti muovi a venire a tavola? Ti sto chiamando da mezz'ora, e tu con queste maledette cuffie a tutto volume non riesci a sentire un cavolo!"

Disse il fratello con tono irritato, agitando le cuffie con la mano verso la sua direzione, per poi lanciarle sul lettino di una piazza e mezza, posto di fianco a loro.

Fece come per uscire, ma si fermò sull'uscio della porta e rivolse uno sguardo fugace al fratello.

-"Muoviti... non sto scherzando, o mamma si arrabbia, sai quanto ci tiene a dire tutti insieme la preghiera di ringraziamento."

Uscì finalmente dalla stanza con quella sua camminata sempre fiera e leggera.
Carlo un ragazzo pieno di autostima e un po' scorbutico negli atteggiamenti, ma in fondo era un fratello molto premuroso e responsabile, si comportava in tal modo solo perché si sentiva addosso il peso della famiglia, poiché il padre li aveva abbandonati che erano solo dei bambini.

Max, quando arrivò in cucina, vide sua madre e suo fratello già seduti a tavola davanti al loro piatto di pasta al forno fumante. Si avvicinò anche lui verso di loro; il suo posto era apparecchiato alla perfezione. Prese l'ultima sedia rimasta, di fronte alla mamma e di fianco al fratello, e si sedette senza dire nemmeno una parola. Sapeva benissimo che a breve sarebbe iniziato il solito rituale religioso.

-"Ragazzi, anche oggi siamo riuniti vicino a questa tavola, tutti insieme, pronti a consumare questo pasto, e ciò lo dobbiamo solo al nostro Signore."

Disse la madre con tono serio e devoto, con le mani giunte e la testa chinata verso il basso.

Anche i ragazzi avevano assunto la stessa posizione, ma nella testa di Max c'era una sola parola che rimbombava:
(CAZZATE, CAZZATE..CAZZATE).

La madre rivolse uno sguardo felino ai ragazzi e li invitò a recitare con lei queste parole :

-"Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra...."

Lucia si bloccò, e insieme a lei anche i due ragazzi.
Sentirono bussare alla porta di casa, con vemenza e in modo insistente.

La madre disse sottovoce ai figli:
-"Non muovetevi da qui, vado a controllare io."

Preoccupata avanzò lentamente alla porta, ed una volta trovatosi dinanzi a quest'ultima guardò con cautela dallo​ spioncino, mentre i due ragazzi la vigilavano con attenzione; pronti a scattare se fosse successo qualcosa.

Lucia aprì la porta in modo rapido, ma allo stesso tempo sul suo viso apparve un senso di scocciatura e nervosismo, forse perché aveva già intuito chi potesse essere, avendo spiato dal forellino sulla porta.

I due fratelli si avvicinarono verso di lei, e videro una sagoma scura e bassa sull'uscio della porta, dai capelli castano scuro. Max riconobbe subito quel profilo...era Adele.

La maledizione dell'anelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora